Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana
Un’altra settimana contrastata e volatile per i principali listini globali, con il sentiment degli operatori che rimane influenzato negativamente da un mix di fattori. Tra questi le tensioni in Medio Oriente, alcuni conti trimestrali sotto le attese e le rinnovate tensioni nel comparto obbligazionario con i rendimenti dei bond su livelli che non si vedevano da molti anni.
Focus di settimana la riunione di politica monetaria della Bce, che come da attese ha mantenuto invariati i tassi di interesse, con quello principale al 4,5%.
In questo contesto, il listino principale di piazza Affari, l’indice Ftse Mib, chiude l’ultima settimana di contrattazioni di ottobre vicino alla parità (-0,2% a 27.287 punti) dopo una settimana volatile anche per le altre borse europee.
Performance peggiori a Wall Street, con l’indice S&P 500 e il Nasdaq 100 che si apprestano a chiude l’ottava con un rosso vicino al 2%.
Ecco com’è andata la settimana in Borsa.
I market mover della settimana
L’evento clou della settimana è stata la riunione della Bce che ha annunciato la prima pausa dei rialzi dopo 10 consecutivi dal luglio 2022. Durante la conferenza stampa, la Presidente Lagarde ha ribadito l’approccio “data-dependent” dell’Istituto, ma ha comunque chiarito che al momento è ancora prematuro per discutere un taglio dei tassi. Inoltre, il Consiglio non ha discusso il tema della riserva obbligatoria per le banche né il reinvestimento del PEPP.
Indici PMI a luci e ombre
Sul fronte macro, gli indici PMI relativi al mese di ottobre hanno confermato la divergenza tra le due aree del mondo. L’area euro, dopo un terzo trimestre decisamente negativo, ha iniziato il quarto trimestre in modo non entusiasmante; al contrario gli Stati Uniti continuano a dimostrarsi resilienti.
Balza il Pil Usa
Nel terzo trimestre, infatti, il Pil americano è salito del 4,9% la crescita maggiore dall’ultimo trimestre del 2021. Ecco che questo dato sul Pil oltre le attese degli analisti è un elemento che potrebbe dare qualche grattacapo alla Fed che potrebbe mantenere i tassi alti più a lungo.
Conflitto in Medio Oriente
Sul fronte geopolitico, continuano a preoccupare le tensioni in Medio Oriente, con gli operatori che temono un’escalation del conflitto Hamas-Israele. In questo contesto gli investitori cercano riparo nell’oro che dai minimi di settembre ha già guadagnato il 9%, (ne ho parlato in questo articolo).
Intanto, l‘indice S&P 500 ha mostrato ulteriori segnali di debolezza, con il listino che ha bucato al ribasso importanti segnali di supporto, (ne ho parlato in questo articolo).
In tensione i bond
Sul sentiment pesano anche le tensioni e la volatilità nel mercato obbligazionario, con i rendimenti del treasury decennale Usa che ha toccato il 5%, il livello più alto dal 2007. In Europa, il rendimento del decennale italiano è sceso al 4,79%, sui livelli del 2013. Lo spread Btp-Bund resta sotto 200.
Occhi puntati sulle trimestrali
Protagoniste di settimana i conti trimestrali di Microsoft, Meta, Amazon e Alphabet, con quest’ultima in calo del 10%.
Occhi puntati anche sui conti del terzo trimestre anche a Piazza Affari, con i risultati tra le altre di Unicredit, Eni, Saipem e Mediobanca.
Infine, in attesa dei giudizi di Moody’s e Fitch, questa sera a mercati chiusi è atteso il giudizio di DBRS Morningstar (precedente: BBB High con outlook stabile).
I migliori e peggiori a Piazza Affari
I titoli migliori
Sul listino principale di Milano, acquisti in particolare sui titoli bancari e sulle utilities. In particolare, in cima tra le società a maggiore capitalizzazione troviamo A2a (+3,75%), seguita da Unicredit che chiude l’ottava con un progresso del 3,64%. Tra le banche in luce anche Intesa Sanpaolo (+1,38%) e Bper Banca (+1,18%).
Acquisti anche su ed Erg (+2,17%) ed Enel (1,99%)
Unicredit verso i prezzi del 2016
A Milano bene Unicredit che balza dopo aver presentato ottimi conti trimestrali. Il gruppo guidato da Orcel ha concluso il terzo trimestre con un utile netto superiore ai €2,3 miliardi, oltre le attese degli analisti (€1,917 miliardi). Balzano i ricavi netti a €5,8 miliardi, in crescita del 23,1% su base annua, grazie ad un margine di interesse (“NII”) di €3,6 miliardi.
In questo contesto, il titolo UCG si è riportato, con la seduta di oggi, al di sopra dell’area di resistenza (ora principale supporto) a quota 23 euro.
Prossimo target di breve periodo è il raggiungimento dell’area di resistenza a quota 23,8 euro, massimi di periodo testati lo scorso settembre.
Ecco che il breakout anche di quest’ultimo livello aprirebbe spazi per un allungo verso i 25 euro, prezzi di inizio 2016
I titoli peggiori
Settimana pesate per il comparto industriale e sui titoli petroliferi. In questo contesto, vendite su Campari (-6,73%), Moncler (-7,63%), Tenaris (-3,79%) e Saipem (-6,5%).
La maglia nera della settimana va a Nexi che crolla del 18,6%. Male anche Tim in calo del 7,65%.
Nexi annulla i rialzi e va verso nuovi minimi storici
Brusca inversione di tendenza per Nexi che chiude la settimana con un rosso di oltre il 18%, tornando così sotto i 6 euro. In particolare, il titolo ha chiuso il gap up che si era aperto nella seduta del 18 ottobre e adesso sta consolidando l’area dei 5,4 euro ad azione.
Al ribasso, sarà da monitorare la tenuta dell’area supportiva intorno a 5,2 euro, in quanto un eventuale cedimento porterebbe il titolo verso nuovi minimi storici.
Le vendite sul Nexi sono arrivate in scia al crollo di Wordline, società di servizi di pagamenti francese, che ha più che dimezzato il suo valore.
Gli appuntamenti di settimana prossima
La prossima settimana sarà ricca di eventi e appuntamenti macroeconomici.
Negli Stati Uniti focus sulla riunione della Fed, che mercoledì è attesa lasciare i tassi invariati con quello principale al 5,5%. In tal senso, da seguire la conferenza stampa di Powell per eventuali considerazioni sull’atteggiamento dell’istituto alla luce della recente evoluzione dei dati macro (Pil) e dei mercati finanziari (rialzo dei rendimenti treasury e della debolezza delle borse).
In calendario anche gli indici ISM di ottobre, sia manifatturiero (mercoledì) che servizi (venerdì). La settimana si concluderà con i dati mensili sul mercato del lavoro.
In Europa, saranno pubblicati i dati sul PIL del terzo trimestre di Germania (lunedì) ed Eurozona e Italia (martedì) attesi in lieve contrazione trimestrale.
Focus soprattutto sull’inflazione dell’Eurozona di ottobre, attesa martedì in rallentamento.
In programma anche la riunione della BoE, con l’istituto britannico atteso mantenere fermi i tassi al 5,25%.
Da monitorare in settimana anche i PMI cinesi di ottobre attesi confermarsi in area di espansione; mentre in Giappone occhi puntati sulla BoJ.
Infine, la stagione delle trimestrali prosegue sia in Europa che negli Stati Uniti, con Apple (giovedì) sotto i riflettori degli operatori.