UniCredit: preview conti III trimestre. NII osservato speciale
Mancano pochi giorni alla raffica di trimestrali relative al terzo trimestre del 2023 che le principali banche italiane, UniCredit prima di tutte, comunicheranno ai mercati.
Ad aprire le danze sarà per l’appunto la banca capitanata dal ceo Andrea Orcel, che alzerà il velo sui conti lunedì prossimo, 23 ottobre.
Seguiranno gli utili di Mediobanca (26 ottobre), Intesa SanPaolo (3 novembre), Banco BPM (7 novembre) e Mps (8 novembre).
UniCredit e quei conti record, con promesse di maxi dividendi
UniCredit continuerà a sorprendere i mercati, come ha fatto praticamente fino a oggi da quando l’amministratore delegato Andrea Orcel ha preso le sue redini, nell’aprile del 2021?
Con le sue ultime recenti trimestrali, la banca italiana guidata dal Ronaldo dei banchieri, come Orcel viene definito, si è messa sempre in evidenza per aver annunciato conti record che hanno fatto la sua storia ma, anche, la gioia degli azionisti, che più volte hanno brindato alla prospettiva di dividendi più ghiotti.
Sarà così anche questa volta?
Le prospettive sembrano essere ancora decisamente positive per quanto riguarda il trend del margine di interesse (NII, net interest income) che, nel caso delle banche dell’Eurozona in generale, continua a beneficiare del sostegno dei rialzi dei tassi varati dalla Bce di Christine Lagarde, manna dal cielo per la redditività degli istituti di credito.
Dalle stime degli analisti, complice anche l’aspetto della stagionalità non ottimale per i conti del sistema bancario, emerge che UniCredit non dovrebbe essere riuscita a battere se stessa, nel corso del terzo trimestre del 2023, diversamente da quanto emerso con la presentazione dei risultati di bilancio relativi al secondo trimestre e all’intero primo semestre del 2023.
E’ stata in quella occasione – con la presentazione dei conti avvenuta alla fine di luglio – che Orcel ha annunciato la decisione di Piazza Gae Aulenti di migliorare ulteriormente la guidance finanziaria per l’esercizio con un utile netto atteso di almeno €7,25 miliardi e una distribuzione di capitale di almeno €6,5 miliardi nel 2023.
La banca ha aggiornato le proprie guidance finanziarie per il 2023, indicando anche un NII di almeno €13,2 miliardi e ricavi netti superiori a €21,5 miliardi.
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NII, utili e ricavi: le stime di Bloomberg e di Equita
In particolare gli analisti di Bloomberg Intelligence, nel caso di UniCredit, sono fiduciosi in un nuovo rialzo del margine netto di interesse (NII) nel corso del terzo trimestre di quest’anno, sempre che l’aumento dei tassi sui depositi si sia dimostrato nel terzo trimestre “più debole delle attese”.
Il margine è atteso da Bloomberg a 3,436 miliardi circa.
Gli investitori guarderanno tuttavia non solo al dato ormai passato ma, secondo Bloomberg Intelligence, anche alle stime che Orcel e i suoi annunceranno in occasione della presentazione del bilancio.
“Cruciale per gli investitori sarà l’outloook dei vertici sull’intero margine netto di interesse del 2023 (che, negli ultimi tre mesi, ha portato il consensus a migliorare le stime del 5%)”, in quanto sarà questa guidance a dare indicazioni su quanto l’NII potrebbe scendere, su base trimestrale, andando in avanti.
Anche gli analisti di Equita rimangono ottimisti sul trend del margine netto di interesse di UniCredit, nel corso del terzo trimestre:
“Sul fronte NII vediamo una dinamica ancora robusta, in crescita su base trimestrale (+2%) alla luce dell’incremento dei tassi di mercato (livello medio EUR 3M nel terzo trimestre del 2023 +44bps rispetto al secondo trimestre) e di uno spread commerciale in espansione”.
L’NII è atteso per la precisione da Equita a 3,6 miliardi di euro, in crescita del 44% su base annua..
Bloomberg prevede inoltre un utile netto in calo su base trimestrale a 1,917 miliardi, rispetto ai €2,3 miliardi del trimestre precedente, a fronte di un eps comparabile rettificato di 1,02 per azione, rispetto agli 1,12 per azione del secondo trimestre.
L’attesa di Equita è di un utile netto a 1,8 miliardi di euro.
I ricavi sono stimati da Bloomberg a 5,710 miliardi e da Equita a 5,7 miliardi, in calo del 5% su base trimestrale ma in rialzo del 18% su base annua rispetto ai 5,967 miliardi del trimestre precedente.
Equita, nello specifico, ritiene che le commissioni di UniCredit, “sebbene in calo su base trimestrale (per effetto stagionalità)”, si confermeranno in ogni caso “complessivamente resilienti, solo in leggero calo su base annua (- 1%), coerentemente con i messaggi supportive recentemente veicolati dal management”.
Costi operativi sotto controllo
Per quanto concerne il nodo dei costi, Equita ha reso noto che i “costi operativi sono attesi rimanere sotto controllo, con C/I in area 40%”.
Non ci sono da parte della SIM preoccupazioni particolari su un eventuale deterioramento dell’asset quality, che non dovrebbe essersi materializzato nel terzo trimestre, “con default rate rimasti su livelli molto contenuti”.
Praticamente, in numeri, “dopo gli 8 punti base del primo trimestre del 2023 e i 2 punti base del secondo trimestre, stimiamo per il terzo trimestre un costo del rischio (CoR) a 18bps, sebbene non escludiamo ci possa essere ulteriore spazio di upside su questo fronte”.
Nessun timore sui costi di UniCredit neanche da Bloomberg Intelligence, che scrive di stimare “un cambiamento contenuto del target sui costi operativi”.
Gli analisti sottolineano tuttavia che “un qualsiasi deterioramento della qualità degli asset nel terzo trimestre potrebbe portare a un aumento significativo degli accantonamenti delle riserve che la banca potrebbe effettuare nel quarto trimestre”, per far fronte alle perdite sui crediti erogati.
Bloomberg rimane in ogni caso positiva sul CET1 ratio di UniCredit, che potrebbe essere salito nel terzo trimestre a un valore vicino al 17%.
Ancora, i vertici della banca a suo avviso non dovrebbero mostrarsi preoccupati per l’impatto della tassa sugli extraprofitti sulla redditività della banca su cui si è espresso, tra l’altro, lo stesso ceo Andrea Orcel.
Gli accantonamenti per far fronte a eventuali perdite sui crediti e dunque al rischio di NPL crediti deteriorati sono inoltre stimati da Bloomberg, su base adjusted, a 296,56 milioni, rispetto ai 21 milioni (2 punti base) precedenti.
Equita calcola invece gli accantonamenti a 200 milioni (18bps).
La SIM milanese rimane in ogni caso ottimista su UniCredit, scrivendo nella nota dedicata alla preview sui conti di credere che UniCredit abbia spazio per rivedere al rialzo l’outlook, “sia alla luce delle dinamiche attese per il terzo trimestre del 2023, delle attese sull’evoluzione dei tassi e della capacità della banca di difendere lo spread commerciale”.
La SIM milanese ha così reiterato il rating “buy” sul titolo, alzando il target sul prezzo delle azioni di ben il 7%, a 30,50 euro.
La valutazione “buy” è stata ribadita per i motivi seguenti: il forte miglioramento della performance operativa; 2) le valutazioni attraenti (2024E P/TE = 0.6x) in relazione a ROTE, capitale e asset quality, 3) la ricca remunerazione per gli azionisti con elevata visibilità (>30% market cap nei prossimi 2 anni) e lo spazio per utilizzo dell’excess capital.