Notizie Indici e quotazioni Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana

Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana

Pubblicato 6 Ottobre 2023 Aggiornato 17 Novembre 2023 08:40

Dopo un settembre all’insegna della negatività, la tendenza a Piazza Affari non sembra essere cambiata neppure nelle prime sedute di ottobre. Il listino principale di piazza Affari l’indice Ftse Mib, ha chiuso la prima settimana di contrattazioni del nuovo mese lasciando sul terrendo circa l’1,5%, chiudendo poco sopra area 27.800 punti.

I driver della settimana

La performance deludente di Piazza Affari arriva in scia alla debolezza nell’intero comparto azionario non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti. I mercati hanno inaugurato infatti il mese di ottobre con un ritorno delle tensioni nel comparto dei bond, che ha visto un crollo dei prezzi e un contestuale balzo dei rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni, che in Italia ha sfiorato il 5% (btp 10), mentre in Germania il Bund si è riportato sui livelli del 2011 (vicino al 3%). In questo contesto tornano le pressioni sullo spread Btp/Bund che è tornato sui livelli di inizio anno sopra i 200 punti base.

Il sentiment degli operatori è stato impattato negativamente da alcuni dati macroeconomici. In particolare, ci riferiamo ai dati sul mercato del lavoro americano che per il mese di settembre si è attestato ben oltre le attese, registrando un aumento di 336 mila nuovi posti di lavoro (consensus fermo a +170k).

Ecco che queste cifre continuano a testimoniare un mondo del lavoro Usa è molto più forte delle previsioni di mercato, un elemento che darà dei grattacapi al board della Fed che potrebbe anche valutare un ulteriore rialzo dei tassi entro fine anno. Al momento, le probabilità di un aumento dei tassi nel meeting di dicembre sono salite al 40% secondo i calcoli del CME FedWatch Tool.

I migliori e peggiori a Piazza Affari

I titoli migliori

Sul listino principale di Milano, acquisti in particolar modo sul comparto bancario. In tal senso, Banca Mps chiude in cima al listino principale con un progresso del +8%, seguita da Banco BPM in rialzo di quasi il 5%.

Chiudono la cinquina dei migliori Moncler (+1,7%), Ferrari (+2,32%) e STMicroelecronics (+2,6%).

Banca Mps (+8%): +34 da inizio anno

Continua la fase di lenta risalita per Banca Mps, il cui titolo nell’ultima settimana si è riportato al di sopra della media mobile a 50 periodi (linea blu), portando così il bilancio da inizio anno ad un progresso del 34%.
Ora il titolo si trova a quota 2,59 euro e in caso di proseguimento degli acquisti il prossimo livello di resistenza si trova a quota 2,8 euro, prezzi massimi di febbraio. Al contrario, i supporti statici più importanti si trovano prima nei pressi della media mobile a 50 periodi (2,5 euro) e poi verso i 2,23 euro ad azione. Da segnalare che Mps si trova ancora lontano il 20% dalla media mobile a 200 periodi.

Andamento da inizio anno di Mps. Fonte TradingView

Banco BPM (+5%) sui massimi dal 2016

Positività per il Banco (+41% da inizio anno), che nell’ultima seduta della settimana è riuscito anche a rompere al rialzo il livello di resistenza a quota 4,7 euro, prezzi che non venivano ritestati dall’aprile del 2016. Al rialzo, l’area di resistenza principale è a quota psicologica dei 5 euro; mentre in caso di prese di beneficio sarà da monitorare la tenuta dell’area supportiva a 4,4 euro, area da cui transita la media mobile a 50 giorni (linea blu).

Andamento da inizio anno di Banco Bpm. Fonte TradingView

I titoli peggiori

A Milano vendite in settimana in particolare sul comparto delle utility, in scia al calo del petrolio. Maglia nera per Telecom Italia che ha perso il 10%, seguito da Inwit (-6,5%).

Chiudono la cinquina dei peggiori Fineco (-5%), Leonardo (-5,2%) e Erg (-4,3%).

Telecom Italia (-10%): rompe al ribasso la mm 200 periodi

Su Tim pesano le discussioni tra Mef e Vivendi per la cessione della rete di Tim, ma anche il downgrade a “sell” da “hold” da parte di Deutsche Bank. In questo contesto, il titolo ha perso parecchio terreno a Piazza Affari rompendo al ribasso i principali supporti dinamici dalle medie mobili a 50 e 200 giorni. Ora il titolo potrà trovare supporto a quota 0,24 euro, prezzi già parecchio consolidati tra maggio e agosto di quest’anno.

Andamento da inizio anno di Tim. Fonte TradingView

Inwit (-6%): rompe al ribasso le medie mobili

Vendite su Inwit che a inizio settimana non è riuscito a reggere il supporto dato dalla media mobile a 200 periodi. Ciò innescato vendite sul titolo che potrà trovare area supportiva a 10,3 euro e poi verso quota 10 euro ad azione.

Andamento da inizio anno di Inwit. Fonte TradingView

Analisi tecnica del Ftse Mib

Brusca correzione per il nostro listino principale di Piazza Affari, l‘indice Ftse Mib che dai massimi segnati a fine luglio sopra quota 29.500 ha già perso circa il 6%. Il ribasso di questa porta il bilancio da inizio anno del paniere principale di Milano ad un guadagno di circa il 16%, tra i listini migliori in Europa.

Nelle ultime settimane l’indice è tornato al di sotto della media mobile a 50 periodi (linea blu). Ora l’indice quota 27.800 punti e sembrerebbe essere diretto verso il successivo livello di supporto dato dalla media mobile a 200 periodi (linea arancione) che transita a quota 27.100. Quest’ultimo livello per altro è stato già raggiunto nella seduta di mercoledì e il cui test ha respinto efficacemente le quotazioni fino ai livelli attuali. In caso di ulteriore debolezza, i successivi livelli di supporto che potrebbero impedire un’ulteriore flessione sono prima a 27.500 punti verso la quota psicologica dei 27.000 punti, prezzi di maggio.

Al rialzo, solo un’adeguata fase di consolidamento e un successivo ritorno dell’indice sopra i 28.000 punti potrebbe innescare un miglioramento del sentiment generale sul nostro listino.

In ogni caso, anche se grafico del Ftse Mib mostra un rallentamento di breve periodo, la tendenza di medio è impostata al rialzo.

Andamento grafico dell’indice Ftse Mib

Supporti: 27.500; 27.000

Resistenze: 28.000; 28.100

Gli appuntamenti di settimana prossima

Il focus della prossima settimana sarà soprattutto sulla pubblicazione dell’inflazione statunitense di settembre, attesa giovedì in lieve rallentamento sia sul dato primario (3,6% da 3,7%) che su quello base (4,1% da 4,3%).

Occhi puntati anche sul dato sull’inflazione in Cina, atteso per venerdì ad un valore poco sopra lo 0%.

Sempre in Cina saranno da monitorare i dati commerciali (venerdì) e all’aggregato finanziario di settembre.

Sul fronte banche centrali sono previsti numerosi interventi da parte dei banchieri sia della Bce sia della Fed, in quanto da lunedì a venerdì molti parteciperanno alla riunione annuale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario in Marocco.

Da seguire anche la pubblicazione dei verbali delle ultime riunioni di Fed (mercoledì) e BCE (giovedì).

Infine, negli Usa partirà la stagione delle trimestrali con la pubblicazione dei colossi bancari quali JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup.