Amplifon nelle retrovie, pesa indagine Antitrust su mercati apparecchi acustici
Amplifon prova a ridurre le perdite, ma resta il peggior titolo di Piazza Affari con un calo di quasi il 6%. A innescare le perdite l’annuncio dell’avvio da parte dell’Antitrust di una indagine conoscitiva e consultazione pubblica sui mercati degli apparecchi acustici in Italia. Nel mirino dell’Authority “le dinamiche concorrenziali dei mercati di riferimento, tenuto anche conto delle innovazioni tecnologiche e delle recenti modifiche della normativa di riferimento”.
Amplifon, titolo in picchiata
Lunedì da dimenticare per Amplifon a Piazza Affari. Il titolo del gruppo cede in questo momento quasi il 6% a quota 27,5 euro, dopo avere toccato un minimo intraday a quota 26,30 euro (allontanandosi dai massimi dell’anno a quota 36,27 euro, toccati lo scorso 12 maggio). Il consensus degli analisti su Bloomberg è diviso su Amplifon: il 52,9% di giudizi Buy e il 47,1% Hold, mentre nessun analista dice Sell.
La nota dell’Antitrust
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha fatto sapere questa mattina di avere avviato un’indagine conoscitiva sui mercati degli apparecchi acustici in Italia. In particolare, spiega, “questi strumenti rispondono a bisogni di salute diffusi, hanno un impatto rilevante sulla vita quotidiana delle persone e possono rappresentare una voce di spesa significativa sia per i singoli consumatori sia per il Sistema Sanitario Nazionale”.
Secondo l’Autorità, “le condizioni attuali di mercato non sembrano garantire una piena trasparenza dei prezzi dei prodotti e dei servizi annessi. L’indagine intende approfondire le dinamiche concorrenziali dei mercati di riferimento, tenuto anche conto delle innovazioni tecnologiche sopraggiunte e delle recenti modifiche alla normativa di riferimento“.
Al via la consultazione pubblica
Allo stesso tempo, l’Autorità ha annunciato di avere avviato anche una consultazione pubblica sulle tematiche specificate nel provvedimento d’avvio dell’indagine. Tutti i soggetti interessati possono inviare contributi pertinenti all’indirizzo e-mail IC55@agcm.it entro i prossimi 30 giorni. Ecco i temi di discussione:
- caratteristiche delle dinamiche commerciali ed evoluzione della domanda e dell’offerta di apparecchi acustici, anche tenuto conto delle innovazioni tecnologiche nell’offerta di prodotti e servizi nonché di recenti modifiche della normativa di riferimento;
- sussistenza di criticità concorrenziali nei mercati degli apparecchi acustici, con specifico riferimento alla situazione italiana alla luce della normativa vigente;
- efficienze e criticità delle modalità di acquisto degli apparecchi acustici da parte delle strutture ascrivibili alla sanità pubblica.
Il punto tecnico su Amplifon
(analisi a cura di Simone Borghi)
Il quadro tecnico di Amplifon è in via di peggioramento nel breve periodo. Dai massimi annui a 36,27 euro, il titolo ha intrapreso un trend ribassista che ho provocato la rottura nelle ultime sedute sia della medio mobili a 200 e 50 periodi e anche della ex trendline rialzista costruita sui minimi di ottobre 2022 e gennaio 2023. Con la candela ribassista di oggi ad alta volatilità di oggi, Amplifon ha toccato un minimo intraday a 26,30 euro per poi recuperare intorno a 27,72 euro. Questo è un supporto chiave che, se infranto in chiusura di seduta, potrebbe aprire la strada verso una graduale discesa a 25,26 euro. Al rialzo, invece, si consiglia massimùa cautela e meglio attendere un primo recupero di 29,63 euro che potrebbe riaprire a ulteriori allunghi verso 32,18 euro. Solo un break della trendline ribassista di lungo periodo (massimi di aprile 2022 e maggio 2023) potrebbe dare un chiaro segnale positivo e migliorare il sentiment di mercato sul titolo.
Apparecchi acustici, alcuni trend
Ma quali sono i trend principali nel mercato dei dispositivi acustici in Italia? Un primo dato riguarda l’utilizzo. Sebbene il 12,5% della popolazione in Italia soffra di perdita dell’udito, solo il 4,4% utilizza un apparecchio acustico. Posizionata dietro la Polonia (15%) al secondo posto per perdita di udito, l’Italia registra un tasso di adozione dei dispostivi acustici (35%) più basso rispetto a Paesi come Danimarca (55%) e UK (53%). Una percentuale che è però cresciuta e ha portato in quattro anni un aumento del 5%. Una tendenza che potrebbe essere riconducibile anche all’effetto della pandemia, ovvero le mascherine hanno sollevato in molti il problema dell’ipoacusia in modo più evidente. Lo dimostra anche il fatto che il 71% di coloro che hanno un apparecchio acustico lo hanno acquistato a partire dal 2019 o successivamente.
E’ quanto emerge da EuroTrak Ita 2022, la ricerca diffusa lo scorso novembre di Anovum sull’impatto delle protesi acustiche sulla popolazione italiana, voluta dall’associazione europea di produttori di apparecchi acustici EHIMA, di cui fa parte anche ANIFA-Associazione nazionale dei fabbricanti di audioprotesi di Confindustria Dispositivi Medici.