Wall Street contrastata, occhio al Nasdaq. Domani l’Apple Day e dato clou inflazione Usa. Petrolio +1% con Opec
Voglia di recupero per il Dow Jones, che venerdì scorso ha chiuso in ribasso per la quinta sessione consecutiva, così come ha fatto anche l’indice S&P 500. Il Dow Jones avanza dello 0,78% a 34.879 punti, mentre lo S&P 500 sale dello 0,20% a 4.467 punti. Il Nasdaq arretra dello 0,20% a 15.084 punti. Focus su Apple, il cui evento annuale è previsto per la giornata di domani. Indiscrezioni di mercati parlano dell’annuncio di nuovi modelli di iPhones, AirPods e Apple Watch. Il titolo è in rialzo dello 0,46%.
Da segnalare che l’indice Il Nasdaq Composite è tuttavia sotto pressione, dopo aver chiuso la seduta di venerdì in calo per la terza sessione consecutiva. Dal canto suo lo S&P 500 è reduce dalla fase ribassista più duratura dallo scorso 22 febbraio.
A livello settimanale, sia lo S&P 500 che il Dow Jones hanno perso rispettivamente l’1,69% e il 2,15%, a scorsa settimna, riportando ciascuno, in media, la settimana peggiore dallo scorso giugno. Il Nasdaq, in flessione su base settimanale dell’1,61%, ha chiuso la settimana peggiore da luglio.
Intanto i casi di infezioni Covid-19 negli Stati Uniti continuano a diminuire. Stando ai dati della CDC, la media in sette giorni fino allo scorso venerdì ha indicato 136.000 nuovi casi al giorno, in calo rispetto ai 157.000 nuovi casi in media al giorno della fine di agosto.
Beneficiano della notizia i titoli delle società legate al reopening, come delle compagnie aeree Delta Air Lines e United Airlines, ma anche del colosso dei viaggi in crociera Carnival. Bene anche i ciclici GM e Citigroup. Tra gli altri titoli, le quotazioni di MGM Resorts International balzano di quasi +2% dopo l’upgrade a outperform di Bernstein.
La cautela del sentiment si spiega tuttavia sia con le forti perdite sofferte dalla borsa di Hong Kong, che dal dato relativo all’inflazione misurata dall’indice dei prezzi alla produzione, reso noto venerdì.
Nel mese di agosto, il dato è volato dell’8,3% su base annua, riportando la crescita più forte da almeno il 2010. Su base mensile, l’accelerazione è stata dello 0,7%, al di sopra del +0,6% stimato dal consensus di Dow Jones. Domani verrà reso noto l’indice dei prezzi al consumo di agosto che, secondo gli analisti intervistati da FactSet, indicherà un balzo del 5,3%.
Attesa per il meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, del prossimo 21 settembre: l’interrogativo è se arriverà in quell’occasione l’annuncio del tapering del piano di acquisti di asset.
La scorsa settimana la Bce di Christine Lagarde ha annunciato che ridurrà gli acquisti che effettua mensilmente con il bazooka monetario PEPP.
A dispetto delle perdite della scorsa settimana, gli indici azionari Usa viaggiano ancora relativamente vicini ai loro livelli record: il Dow Jones dista il 2,87% dal massimo storico, lo S&P l’1,92%, mentre il Nasdaq Composite si attesta a un valore inferiore dell’1,87% dal massimo storico.
Focus sui prezzi del petrolio dopo la pubblicazione del report mensile dell’Opec.
Il cartello è più ottimista sulla ripresa economica globale del 2022 e, di conseguenza, ritiene che sarà l’anno prossimo quello in cui la domanda mondiale di oil supererà i livelli precedenti la pandemia. Dal rapporto, emerge che l’Opec ha rivisto al rialzo le proprie stime sulla crescita della domanda globale di oil del 2022 a +4,15 milioni di barili al giorno, rispetto ai +3,28 milioni di barili al giorno del mese scorso.
Il cartello prevede ora che, per il 2022, la domanda mondiale balzerà di conseguenza fino a 100,83 milioni di barili al giorno.
Tuttavia, l’Opec ha rivisto al ribasso allo stesso tempo l’outlook sulla domanda mondiale di petrolio relativa all’ultimo trimestre del 2021, citando l’impatto della variante Delta del Covid e affermando che una ulteriore ripresa dell’economia sarà posticipata parzialmente all’anno prossimo.
L’Opec ha reso così noto di aspettarsi che la domanda di petrolio si attesterà in media a 99,7 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre del 2021, in ribasso rispetto ai 110.000 barili al giorno previsti nel suo precedente outlook.
Le quotazioni del petrolio sono in rialzo nella giornata di oggi, anche sulla scia dei timori dell’offerta Usa: in particolare il Centro nazionale per gli uragani Usa, U.S. National Hurricane Center (NHC), ha detto che la tempesta tropicale Nicholas del Golfo del Messico potrebbe essere upgradata a uragano nei prossimi giorni.
Il contratto WTI scambiato a New York sale di oltre l’1,78% a $70,96 al barile, mentre il Brent avanza dello 1,33% a $73,88 al barile. I prezzi accelerano al rialzo a seguito della diffusione del report dell’Opec.