BTP ai raggi X: dal fardello debito al BTP Valore con la ‘rivoluzione cedola’
Sono tornati sotto pressione i Titoli di stato della zona euro sull’onda delle vendite che hanno colpito i Treasury americani. Una corsa che ha coinvolto anche BTP.
L’istantanea di questo pomeriggio vede i tassi dei BTP a 10 anni in aumento in area 4,57%, con lo spread Roma-Berlino che si è spinto oltre la soglia dei 180 punti base (ora viaggia a quota 182 punti). Torna così in primissimo piano, nel bel mezzo della bagarre per la tassa sugli extraprofitti alle banche, della Legge di Bilancio, di una crescita che si indebolisce, l’alert debito per il Governo Meloni. Ma se questa è la cronaca di queste ore e di questi giorni, approfondiamo la questione spread, BTP e Italia con Angelo Drusiani, advisor di Ersel Banca Privata.
Spread e il fardello dell’elevato debito
Nessuno scossone per lo spread ma resta sempre un sorvegliato speciale visto che è da sempre considerato il termometro più importante per misurare sui mercati il grado di affidabilità dell’Italia. In effetti, però una risalita c’è stata rispetto ai mesi scorsi, quando era sotto controllo in area 160 punti base. Proprio qualche giorno fa il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, aveva confessato di temere più la valutazione dei mercati che della Commissione europea, proprio in un momento in cui da più parti si parla della fine della luna di miele tra l’esecutivo Meloni e gli investitori.
Ma quali sono gli elementi che stanno impattando maggiormente? “C’è un solo elemento ed è l’elevato debito pubblico italiano“. Va dritto al punto Angelo Drusiani, advisor di Ersel Banca Privata, e spiega: “E’ l’aspetto peggiore in assoluto perché è molto elevato e in questa fase non c’è modo di ridurlo. Di conseguenza, per me la luna di miele non è mai iniziata, né con questo né con altri governi, perché in ogni caso le emissioni di titoli di Stato italiani sono, mese dopo mese, non dico a pioggia ma certamente in quantità rilevanti e questo fa sì che il debito tenda ad incrementarsi via via”. E precisa: “Pur in presenza di un rating BBB, gli investitori internazionali sanno benissimo che l’Italia ha un debito pubblico elevato e che è costretta a pagare rendimenti abbastanza alti, superiori a quelli della Grecia stessa“.
BTP Valore, la rivoluzione della cedola trimestrale
Qualche settimana fa il Tesoro ha annunciato l’arrivo, come promesso, della nuova edizione del BTP Valore, il titolo di stato dedicato ai piccoli risparmiatori. Un secondo collocamento, dopo il successo della prima edizione di giugno in cui la raccolta ha superato i 18 miliardi, che andrà in scena nella prima settimana di ottobre con la novità legata alle cedole e una durata di cinque anni.
“È interessante già l’aspetto del pagamento trimestrale che è un po’ una sorta di rivoluzione. Bisogna considerare il fatto che il Tesoro italiano dal punto di vista dell’inventiva è sempre stato molto più avanti rispetto agli altri Paesi, anche perché essendo sempre sul mercato è costretto a trovare delle soluzioni che possano invogliare gli investitori”, afferma ancora Drusiani che si attende anche per il collocamento di ottobre un risultato abbastanza interessante pure ammettendo che sarà difficile replicare il record della prima edizione. “Le sorprese sono sempre dietro l’angolo, però le famiglie – spiega – avranno probabilmente a disposizione una liquidità inferiore rispetto allo scorso giugno, e questo potrebbe incidere negativamente dal punto di vista della richiesta complessiva”.
BTP, in che direzione guardare nell’attuale contesto di mercato?
Nell’attuale contesto di mercato come orientarsi nell’offerta di titoli di stato italiani? “L’aspetto fondamentale è qual è la durata dell’investimento – sottolinea Drusiani -. Se l’investitore è di medio periodo o di breve periodo, ci sono i Bot che rendono un 3,5% lordo circa. Con una durata massima annuale rappresentano un investimento a breve termine che credo abbia pochi concorrenti a livello internazionale”.
“Per quanto riguarda invece BTP, la durata è variegata, si va dai due ai tre, cinque, sette e dieci anni. In quest’ottica, al di là della durata che si sceglie, credo che sia importante fare un ragionamento del tipo di investimento a medio periodo“, precisa l’esperto che entra di più nella questione spiegando che “non è escluso che le quotazioni di oggi fra qualche mese possano essere inferiori, perché ovviamente se i tassi di interesse dovessero continuare a salire, è chiaro che si riversano anche sugli emittenti governativi”.
“Però, sono convinto che nell’arco di 12-24 mesi i rendimenti dovrebbero cominciare a scendere a livello mondiale, e trascinare all’ingiù anche quelli della delle emittente italiano e le quotazioni dei BTP, ad esempio BTP triennali e quinquennali ma anche decennali per chi ha più propensione al rischio, dovrebbero salire in maniera non dico importante però guadagnare alcuni punti che, sommati alle cedole che pagano, dovrebbero dare un buon risultato”, conclude.