Bce: a settembre ultimo rialzo tassi? Lagarde non scopre le carte
L’intervento di Christine Lagarde, venerdì sera, al simposio di Jackson Hole non ha sciolto i dubbi sulle prossime mosse della Bce. I responsabili di politica monetaria dell’eurozona rimangono divisi e attendono maggiori indicazioni dall’agenda macroeconomica, dopo i segnali di rallentamento giunti la scorsa settimana dagli indici Pmi. Cruciali i dati di giovedì sui prezzi al consumo.
Lagarde ribadisce l’impegno ad abbassare inflazione
Se qualcuno si aspettava delucidazioni sulla riunione del 14 settembre dal discorso di Lagarde sarà rimasto deluso. La presidente si è limitata a confermare l’impegno nel mantenere i tassi su livelli “sufficientemente restrittivi per il tempo necessario”, con l’obiettivo di riportare “tempestivamente l’inflazione al target del 2%”. Sul tavolo rimangono dunque le stesse opzioni: una pausa o un altro rialzo dei tassi, da decidere sulla base dei dati più recenti.
Come sottolineato da Bloomberg Economics, tuttavia, sembrano prevalere gli argomenti in favore di un nuovo incremento del costo del denaro. Lagarde, infatti, ha posto al centro dell’attenzione la lotta contro l’inflazione, che “non è ancora vinta”. Inoltre, ha sottolineato il rischio di impostare la politica sulla base delle previsioni, indicando che la Bce continuerà a monitorare i dati attuali, in particolare l’inflazione di fondo ancora troppo rapida, e a misurare l’impatto della politica monetaria. Infine, è stata posta poca enfasi sui segnali di rallentamento dell’eurozona o fattori esterni, come le difficoltà della Cina. Nessun accenno, in definitiva, a una possibile pausa.
Opinioni discordanti fra gli altri membri Bce
Gli interventi di altri esponenti dell’istituto di Francoforte, intervenuti nell’ultima settimana, non hanno chiarito molto il quadro. Da un lato, il presidente della banca centrale lettone, Martins Kazaks, ha affermato che “l’inflazione core è ancora piuttosto elevata, senza una chiara tendenza al ribasso”, esprimendo una preferenza per un eventuale errore “in eccesso” sui tassi.
Anche il suo collega Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e notoriamente fermo su posizioni da “falco”, ha insistito sul fatto che c’è ancora “qualcosa da fare” per ripristinare la stabilità dei prezzi ed è “troppo presto” per pensare ad una pausa.
Al contrario, Mario Centeno, numero uno della banca centrale portoghese e ritenuto uno dei funzionari più accomodanti, ha posto l’accento sui “rischi al ribasso identificati a giugno”, che “si sono materializzati”.
Ulteriori commenti dovrebbero arrivare oggi da Nagel, de Cos e Holzmann, quest’ultimo uno dei più “hawkish”, mentre giovedì interverrà Isabel Schnabel sul tema dell’inflazione.
Dibattito aperto in vista di settembre
La decisione del 14 settembre rimane dunque una delle più incerte dall’inizio del ciclo restrittivo, nel luglio 2022. I responsabili dovranno valutare se un ulteriore inasprimento rappresenti un imperativo o se le prospettive economiche più cupe possano giustificare un’interruzione.
“La nostra opinione”, scrive Bloomberg Economics, “è che alla fine la Bce, con un occhio all’inflazione core, opterà per un ultimo aumento di 25 punti base”, mettendo in secondo piano i segnali di deterioramento dell’economia.
Al contrario, gli analisti di Berenberg hanno alzato le probabilità di una pausa dal 40 al 60% dopo il discorso di Lagarde. Anche i trader vedono ora una pausa come l’esito più credibile a settembre, mentre la probabilità di un rialzo secondo i mercati si attesta intorno al 40%.
Decisivi i dati sull’inflazione di questa settimana
Su un punto, invece, concordano tutti: l’importanza dei dati sull’inflazione dell’Eurozona in uscita questo giovedì. Secondo le stime raccolte da Bloomberg, la crescita annua dei prezzi al consumo ad agosto dovrebbe registrare un rallentamento dal 5,3% al 5,1%, mentre il dato core è previsto in frenata dal 5,5% al 5,3%.
Numeri ancora ben distanti dal target del 2%, principalmente a causa della resilienza del settore terziario negli ultimi mesi. Tuttavia, la prima contrazione da inizio anno emersa dall’indice Pmi servizi di agosto alimenta la prospettiva di una pressione al ribasso sull’inflazione.
ING: “Per la Bce ultima occasione di alzare i tassi”
Secondo gli esperti di ING, “se la Bce dovesse scegliere di effettuare una pausa a settembre potrebbe non avere più la possibilità di alzare i tassi dato il deterioramento delle prospettive economiche”. La prossima riunione sarebbe dunque una delle poche occasioni residue “per un ultimo aumento” al fine di “frenare l’inflazione dei servizi, ancora non trascurabile”.
Gli analisti ritengono che “Lagarde non sia soddisfatta del recente ridimensionamento delle aspettative sui tassi da parte del mercato e potrebbe continuare a trascurare i segnali di peggioramento della crescita”. In definitiva, “se l’inflazione dovesse sorprendere al rialzo, le possibilità di un rialzo a settembre aumenterebbero in maniera piuttosto significativa”.