Tassi: Powell e Lagarde a Jackson Hole, il “peso” delle loro parole
L’ultima seduta della settimana prende il via con i radar puntati al simposio estivo di Jackson Hole che si chiude domani. L’appuntamento, che ogni anno a fine estate chiama a raccolta i banchieri centrali mondiali e il mondo dell’economia e finanza tra le montagne del Wyoming e che quest’anno ruota attorno al tema “Structural Shifts in the Global Economy” (Cambiamenti strutturali nell’economia globale) , vedrà oggi in primo piano gli interventi del numero uno della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, in apertura (ore 16 italiane) e quello della presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, in chiusura di giornata (ecco l’agenda completa delle due giornate, 25/26 agosto).
Ogni parola, dichiarazione, espressione verrà soppesata, come di consueto, dai mercati che cercano indizi sulle future possibili mosse di Fed e Bce in vista dei rispettivi meeting di settembre.
Powell, nel pomeriggio italiano il suo discorso
Quale sarà la narrativa che userà oggi Powell nel suo discorso a Jackson Hole? Quali saranno le tematiche sui cui si concentrerà maggiormente? C’è chi è dell’idea che, con l’inflazione in rallentamento e l’economia su basi solide, Powell potrebbe cambiare un po’ registro rispetto alle passate edizioni. Potrebbe, senza tanti giri di parole, dare un parere forse più schietto in tema di politica monetaria.
La maggior parte degli economisti ed analisti si attende, però, un discorso da falco (già prezzato dai mercati). “Probabilmente, il contesto non è cambiato radicalmente dall’annuncio dei tassi del FOMC un mese fa – spiegano gli esperti di ING -. Il processo di disinflazione è proseguito in linea con le aspettative, mentre i principali indicatori di attività hanno continuato a dimostrarsi resilienti. Sicuramente, la revisione piuttosto sostanziale delle payrolls suggerisce un quadro meno roseo per l’occupazione rispetto a quanto originariamente indicato, ma dubitiamo che possa essere sufficiente a innescare un cambiamento nella comunicazione generale”.
Un anno fa da Jackson Hole, Powell aveva rimarcato la ferrea lotta all’inflazione da parte della Fed. Il numero uno della banca centrale Usa aveva dichiarato che avrebbe continuato ad alzare i tassi di interesse e li avrebbe lasciati elevati per un più per eliminare l’inflazione. La lotta all’inflazione resta sempre in primo piano, come hanno evidenziato i verbali della riunione del Fomc di luglio che parlano di un’inflazione che “è rimasta su un livello inaccettabilmente alto”. Nell’ultimo meeting si luglio la banca centrale Usa ha annunciato un nuovo rialzo dei tassi (ora i Fed funds sono nel range 5,25-5,5%, il livello più alto degli ultimi 22 anni).
Parole che saranno misurate anche in ottica delle performance dei rendimenti obbligazionari e del dollaro. Gli strategist di Mps Capital Services scrivono oggi che “il mercato sembra arrivare carico di aspettative su di una performance hawkish, ovvero un Powell che ribadisce il concetto di tassi elevati (o più elevati) a lungo. Data per scontata la conferma dell’approccio data-dependent, qualsiasi riferimento a condizioni di mercato già abbastanza restrittive potrebbe far scattare gli acquisti sul comparto obbligazionario governativo e le vendite sul biglietto verde”.
Le parole di Lagarde
Non solo Powell, oggi interverrà anche Christine Lagarde, numero uno della Bce, a Jackson Hole. L’ex numero uno dell’FMI dovrà fare i conti con un peggioramento delle prospettive economiche nell’eurozona, confermato dai recenti deboli Pmi diffusi ieri che hanno confermato che l’economia dell’Eurozona si sta dirigendo verso un periodo di crescita lenta. “La presidente della Bce Christine Lagarde si trova probabilmente ad affrontare oggi un compito più difficile rispetto a Powell, ma sospettiamo che si atterrà alla dipendenza dai dati e ad un tono da falco”, sottolinea Francesco Pesole, FX strategist di ING, aggiungendo che se la Bce dovesse decidere di fare una pausa nel ciclo di rialzo dei tassi a settembre, potrebbe non avere più la possibilità di alzarli alla luce del deterioramento delle prospettive economiche.