Banco Bpm e Bper in coda a Piazza Affari dopo i conti
Mattinata in rosso per le azioni degli istituti Banco Bpm e Bper all’indomani dei conti, in un contesto di vendite generalizzate sull’azionario. Malgrado i risultati semestrali positivi per entrambe le quotazioni delle due banche perdono rispettivamente il 3,4% (a 2,85 euro) e il 5,2% (a 4,28 euro), scivolando in coda al Ftse Mib (a sua volta a -0,8%), con Bper frenata soprattutto da un guidance ritenuta conservativa dagli analisti. Ambedue scontano anche qualche presa di beneficio, restando in progresso del 49% (Bper) e del 28% (Banco Bpm) da inizio anno.
Risultati sopra le attese per Banco Bpm nel 2Q23
Banco Bpm ha archiviato il secondo trimestre con ricavi totali per 1,33 miliardi, sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti. Il margine di interesse, sostenuto dal rialzo dei tassi della Bce, è pari a 809,9 milioni, in aumento del 54% su base annua, sopra le stime degli analisti di 788 milioni, mentre le commissioni sono pari a 469,5 milioni, in calo del 3,5% rispetto al 2Q 2022. L’utile operativo è quasi triplicato a 692 milioni, poco sopra le aspettative.
Gli accantonamenti per perdite su crediti (LLPs o Loan Loss Provisions) sono pari a 121 milioni, in calo del 21% su base annua e inferiori al consensus di 161 milioni. Il trimestre si è chiuso con un utile netto di 359 milioni, più delle attese. Dal punto di vista patrimoniale, il CET 1 ratio è migliorato al 14,2%, anche in questo caso meglio delle aspettative (13,7% circa).
Il semestre, definito “il migliore di sempre” dal Ceo Giuseppe Castagna, ha visto ricavi per 2,6 miliardi (+13,4%) e un utile di 624 milioni (+78%), sostenuti da un margine di interesse in aumento del 49,4% a 1,55 miliardi che ha bilanciato la flessione delle commissioni (-1,8% a 948 mln).
Banco Bpm alza guidance utili, Ceo Castagna esclude M&A
Ora Banco Bpm stima un utile netto almeno pari a 1,2 miliardi nel full year 2023, rispetto a 1,1 miliardi precedenti e a 1,16 miliardi del consensus di Bloomberg. Il nuovo target corrisponde ad un Eps di 0,8 euro, contro 0,75 della precedente stima. Nel 2024 è previsto un ulteriore incremento a 0,9 euro.
Nel quarto trimestre verrà presentato il nuovo piano industriale, con il quale la banca punta ad aggiornare gli stakeholder sull’impiego del capitale e sulla distribuzione di valore agli azionisti. Se la solidità patrimoniale dovesse mantenersi su questi livelli, la remunerazione dei soci potrebbe essere ulteriormente alzata.
Castagna ha invece escluso eventuali operazioni di M&A, ritenute non prioritarie, ma ha aperto a possibili investimenti industriali nelle fabbriche prodotto, che “possono creare più valore per gli azionisti rispetto a un aumento del dividendo o a un buyback”. Nella call con gli analisti è stato comunque sottolineato che ci sia spazio per un ritocco al rialzo anche del payout e del buyback.
L’Ad ha anche dichiarato che gli accordi nella bancassurance con Crédit Agricole e nella monetica con Fsi e Iccrea frutteranno complessivamente “un miliardo di euro di valore”, rispettivamente 400 e 600 milioni.
Equita: “Sorprese positive da Banco Bpm”
Gli analisti di Equita Sim sottolineano i risultati migliori delle attese in termini di margine di interesse (NII), costi e LLPs. In particolare, il margine di interesse rappresenta “la principale sorpresa” a livello di ricavi (+3% vs attese), mentre le commissioni sono “in linea” e trading “più basso”.
Il miglioramento del NII è frutto di un “allargamento dello spread commerciale (+45bps QoQ), grazie all’incremento dei tassi di mercato e a un pass-through ancora relativamente limitato sulla raccolta (costo dei depositi in aumento da 0.45% a 0.71%)”.
Per quanto riguarda la guidance 2023, Equita aveva previsto un utile di 1,19 miliardi, poco sotto gli 1,2 miliardi comunicati dall’istituto.
Gli analisti hanno aumentato mediamente le stime di utile 2023-25 del 2%, prevedendo un EPS di 0,81 euro per il 2023 e di 0,88 sul 2024 in attesa delle nuove indicazioni di piano. Confermato il giudizio Buy con target price alzato del 2% a 5,8 euro, grazie anche al “persistente appeal speculativo”.
Anche Intermonte (Buy) ha incrementato il prezzo obiettivo, da 5,8 a 6,2 euro, migliorando le stime sull’utile per azione 2023 del 6,5% e quelle sul payout ratio al 60% quest’anno e al 70% l’anno prossimo.
Per Bper utile netto sopra attese nel 2Q
Bper ha realizzato ricavi per 1,33 miliardi nel secondo trimestre, lievemente superiori a 1,3 miliardi del consensus di Bloomberg e un utile netto di 413,9 milioni, meglio dei 331 milioni previsti.
Nel semestre i ricavi si attestano a 2,65 miliardi, con un margine di interesse quasi raddoppiato (+97%) a 1,545 miliardi, mentre l’utile netto semestrale è calato del 49% a 704,6 milioni, ma il periodo di confronto beneficiava dell’impatto positivo derivante dall’iscrizione a bilancio del “badwill” relativo all’acquisto di Carige.
Equita alza stime su Bper, ma la guidance è “conservativa”
Anche in questo caso, Equita Sim pone l’accento sul margine di interesse che “supera del 4% le nostre attese e più che compensa minori fees (-2%) e ricavi da trading”. Una sorpresa legata in parte “a una maggiore contribuzione da accounting TLTRO”. Meglio delle aspettative anche il Cost/Income, pari al 51% (vs 53% atteso) “grazie anche a costi operativi leggermente più bassi”.
A livello di stime, proseguono gli analisti, “alziamo l’utile netto adjusted atteso per il 2023 dell’11% a 1,27 miliardi (15% vs guidance) per maggiore margine di interesse e minore Cost of Risk”, mentre le proiezioni per il 2024-25 vengono incrementate in media del 4%.
Bper ha rivisto “in modo conservativo” la guidance 2023, che indica un margine di interesse di 2,8 miliardi (vs 2,5 precedenti e 3,0 attesi da Equita) e un utile netto di 1,1 miliardi, in linea con le stime.
Confermato il giudizio Hold, alzato del 6% a 4,1 euro il target price sul titolo, che “tratta a valutazioni contenute”. Intermonte ha ribadito il giudizio Neutral e aumentato il prezzo obiettivo da 3,8 a 4,1 euro.
Anche Deutsche Bank ha ritenuto la guidance “prudente”, aggiungendo che essa riflette un rallentamento nel 2° semestre, con il margine di interesse che avrebbe già raggiunto un picco nel 2Q.