Unicredit: sorprese positive per azionisti e analisti da conti 2Q
Giornata positiva in borsa per Unicredit, dopo i risultati del secondo trimestre e la revisione al rialzo della guidance sugli utili del full year. La banca, inoltre, ha ulteriormente aumentato la remunerazione degli azionisti per quest’anno, prevista ora ad almeno 6,5 miliardi. Il Ceo Orcel torna ad escludere operazioni di M&A, spingendo invece sul riacquisto di azioni proprie.
I risultati del 2Q di Unicredit superano le attese
Performance eccezionale per Unicredit nel secondo trimestre dell’anno. L’istituto ha registrato un utile netto di 2,31 miliardi nel periodo aprile-giugno, con un aumento del 15% su base annua, battendo nettamente le stime di 1,91 miliardi. Nel complesso dei sei mesi, il risultato netto ha raggiunto 4,4 miliardi, con un incremento del 91,5%.
Nel 2Q la crescita dei ricavi si è attestata al 25%, toccando la cifra di 5,97 miliardi di euro. Il risultato è stato reso possibile grazie all’aumento dei proventi, alla gestione efficace dei depositi e all’attività di negoziazione, che hanno ampiamente compensato una leggera flessione dell’1% nelle commissioni. Il dato ha superato le previsioni degli analisti interpellati da Bloomberg, che avevano stimato mediamente un valore di 5,62 miliardi.
Le performance positive si riscontrano anche suddividendo i dati per aree geografiche. In Italia, Germania e Europa Centrale le entrate hanno superato le aspettative, così come il margine di interesse. Il Cost to Income Ratio, indice di redditività, si posiziona al 39%, meglio del 42,5% previsto. Anche dal punto di vista patrimoniale, la banca si conferma solida, con un Common equity Tier 1 ratio al 16,6%, superiore al 16,3% atteso.
Unicredit alza ancora le stime su utili e distribuzione ad azionisti
L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il 2023. Secondo le nuove proiezioni, gli utili sono attesi ad almeno 7,25 miliardi, in incremento rispetto alla guidance di almeno 6,5 miliardi fornita a maggio e ai 5,2 miliardi previsti a gennaio.
Le stime relative al margine di interesse hanno subito anch’esse un rialzo. La banca prevede ora un margine di interesse di almeno 13,2 miliardi, rispetto ai 12,6 miliardi di maggio e agli 11,3 miliardi di gennaio.
Un altro elemento che ha attirato l’attenzione è la distribuzione di valore agli azionisti. Unicredit prevede un importo di almeno 6,5 miliardi, con un aumento significativo rispetto ai 5,75 miliardi di maggio e ai 5,25 miliardi di gennaio. Questo è possibile grazie a una solida generazione di capitale nel primo semestre 2023, con un aumento di 210 punti base.
Per quanto riguarda il 2024, la banca prevede che l’utile netto e la distribuzione agli azionisti saranno sostanzialmente in linea con le cifre del 2023.
Orcel (Ceo) conferma: “Non ci sono condizioni per M&A”
Il Ceo Andrea Orcel ha spiegato che la performance è frutto “della crescita di elevata qualità delle commissioni nonostante il contesto macroeconomico incerto, dell’ulteriore riduzione dei costi malgrado l’inflazione elevata e della solidità del margine di interesse. Tutto questo, associato al nostro costo del rischio strutturalmente basso, dimostra in che modo riusciamo ad alimentare una redditività sostenibile”.
Il manager ha nuovamente escluso operazioni di M&A, poiché attualmente “non ci sono le condizioni” per effettuarne. Positivo, invece, il giudizio sui riacquisti di azioni proprie, che proseguiranno in quanto “la nostra valutazione di Borsa è ben inferiore rispetto ai nostri risultati”.
Possibili novità “entro fine anno” sul business dei pagamenti, mentre viene ribadito l’impegno a ridurre ulteriormente i costi. Infine, per il 2024, infine, Orcel vede uno scenario “meno attrattivo rispetto al 2023”, ma la differenza potrà essere più che compensata “dall’accelerazione del piano Unicredit unlocked”.
La view di Equita sui conti di Unicredit
Equita ha confermato il giudizio Buy sul titolo, con target price 27 euro, grazie ad un “ottimo set di risultati, superiori alle attese principalmente per maggiori ricavi e minore Cost of Risk”.
A livello di ricavi, “il trading è la principale sorpresa positiva rispetto alle nostre attese.” Il margine di interesse “ha riportato un leggero beat del 2% rispetto alle stime” e, “come atteso, continua ad essere in aumento su base trimestrale grazie al rialzo dei tassi di interesse e all’incremento dello spread commerciale (tasso sui finanziamenti +43 bps QoQ vs tasso sui depositi in aumento di 20bps QoQ). Leggera sorpresa anche sul fronte delle commissioni, che battono le nostre attese del 3%”.
Il Cost/Income Ratio è ad un “eccellente 39% , rispetto al 41% atteso, con costi operativi flat QoQ e in linea alle attese.” Dal lato operativo “la principale sorpresa positiva viene dalle LLPs (gli accantonamenti per perdite su crediti), con un Cost of Risk a soli 2bps”.
Spunti positivi anche sul fronte dell’asset quality, rispetto al quale non ci sono segnali di deterioramento, e sul fronte del capitale, con il CET1 al 16,64%, oltre ovviamente al miglioramento della guidance.
Riscontri positivi dagli analisti e dal mercato
L’ennesimo rapporto trimestrale sopra le attese e la revisione delle stime sostengono le quotazioni di Unicredit, in rialzo oggi dello 0,7% a 22,65 euro dopo il rally che ha incrementato a quasi il +72% il guadagno da inizio anno. Una performance che colloca la banca in vetta alle società dell’indice Ftse Mib (+22% ytd).
Le raccomandazioni sul titolo raccolte da Bloomberg consigliano l’acquisto in 25 casi su 27 (2 sono invece gli hold e nessun sell). Il prezzo obiettivo medio fra i report più recenti si fissa a 27,06 euro, valore che implica un upside potenziale del 19% circa rispetto ai corsi attuali.