Vendite maggio, +0,7% su mese. Unc: effetto ottico dovuto a inflazione
“Un effetto ottico dovuto all’inflazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Istat resi noti oggi, secondo i quali a maggio le vendite in valore al dettaglio salgono dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 3% su base annua.
“Se, infatti, si scorpora il rialzo dovuto all’inflazione, gli italiani sono sempre costretti a tirare la cinghia e a fare una dieta forzata. Le vendite alimentari in volume, infatti, calano sia su aprile 2023, -0,5%, sia su maggio 2022, -3,8%, una riduzione, quella tendenziale, che dura orami ininterrottamente da gennaio 2022, una cura dimagrante cronica, nefasta per il Paese. Le famiglie sono costrette, per poter mangiare, ad andare nei discount, abbandonando le marche a cui erano abituati” prosegue Dona.
Secondo lo studio dell’associazione, le vendite alimentari in volume scendono del 6,3% su maggio 2021 e del 6,5% persino su maggio 2020, mese di pandemia e lockdown.
“Traducendo in euro il calo dei volumi consumati su maggio 2022, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 214 euro a prezzi del 2021, quelle non alimentari di 837 euro, per un totale di 1051 euro. Una coppia con 2 figli acquista 292 euro in meno di cibo e 1154 euro di beni non alimentari, per una cifra complessiva di 1446 euro” conclude Dona.