Mps vola con febbre da M&A. Potenziali nozze con Bper?
La febbre da M&A sta di casa a Piazza Affari. Anche oggi la protagonista di una potenziale operazione resta sempre Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps). Le ultimissime indiscrezioni, riportate oggi da “La Repubblica“, la vedrebbero convolare a nozze con l’emiliana Bper. Rumors che hanno messo le ali al titolo Mps, miglior titolo del Ftse Mib con un progresso di oltre il 4 per cento.
Una settimana fa, a tracciare la strada in maniera chiara nella direzione del consolidamento, era stato il numero uno della banca senese, Luigi Lovaglio, parlando di un “terzo polo”. Secondo l’a.d. Mps giocherà, infatti, un ruolo importante nella costruzione di un terzo polo bancario, senza esprimere preferenze tra Banco Bpm o Bper come partner per il terzo polo bancario che affianchi Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Mps, regina sul Ftse Mib
Prosegue la striscia positiva per Mps a Piazza Affari. Con la nuova girandola di rumors, il titolo sale di oltre il 4% a quota 2,367 euro (avvicinandosi ai massimi dell’anno toccati lo scorso febbraio a quota 2,975 euro). Nell’ultimo mese l’azione dell’istituto guidato da Lovaglio ha mostrato una crescita di oltre il 15%, in netta controtendenza rispetto alle altre big bank del Ftse Mib che si sono mosse in territorio negativo nell’ultimo mese. Nelle ultime settimane l’azione aveva guadagnato terreno in scia della promozione di Moody’s che ha migliorato l’outlook da stabile a positivo, dopo il rialzo a febbraio di due notch al long-term deposit rating e di tre notch al long-term senior unsecured rating.
Nozze con Bper? Gli ultimi rumors
Torniamo alle indicazioni che tengono banco oggi. In un articolo pubblicato oggi da “La Repubblica” a firma di Andrea Greco si parla di una potenziale operazione tra Mps e Bper, che potrebbe avere incontrare il favore sia del Tesoro (principale azionista di Mps) sia dai principali azionisti dell’istituto con sede a Modena (Unipol e la Fondazione di Sardegna). Certo, il condizionale resta d’obbligo e i tempi non appaiono ancora maturi visto che le “urgenze del governo per il momento sono altre” e, ma “c’è ancora un anno e gli astri si vanno allineando”, suggerisce il quotidiano romano che poi si sofferma sul nodo filiali. “La rete Mps è comunque troppo grande per essere integrata con i 1900 sportelli Bper: anche per le valutazioni di Borsa”, si legge nell’articolo. Nel dettaglio, si sarebbe rispolverata l’ipotesi tentata due anni fa che la rete Mps ceda 150 sportelli a Mcc e a Unicredit “una parte delle filiali venete delle reti ex Antonvenetae Bam”.
Equita: deal credibile, ma c’è rischio esecuzione
“L’articolo non indica i tempi di un potenziale deal, che, tuttavia, può ragionevolmente essere previsto a partire dal 2024“, segnalano gli analisti di Equita. “Nonostante l’efficace processo di turnaround di Mps, riteniamo che che una potenziale operazione sia caratterizzata da un certo rischio di esecuzione data la dimensione relativa dell’offerente rispetto al target“, aggiungono gli esperti della sim. Da Equita ritengono, tuttavia, “credibile che una operazione di questo genere possa trovare il sostegno del primo azionista Unipol, che potrebbe ampliare ulteriormente la propria rete di bancassicurazione, anche se prima bisognerà definire i rapporti con AXA, partner attuale di Mps (fino al 2027), che secondo indiscrezioni avrebbe un’opzione put del valore fino a 1 miliardo”.
Il punto tecnico su Mps
(a cura di Giulio Visigalli, analista ufficio studi Borse.it)
A Piazza Affari prosegue la fase di lateralità per Banca Mps che ormai dallo scorso ottobre si trova incanalato in un trading range laterale compreso tra il livello di supporto 1,48 euro (livello di minimo) e l’area di resistenza a 3 euro.
Nelle ultime sedute il titolo ha beneficiato del test della media mobile a 50 periodi che ha respinto i prezzi riportandoli a 2,24 euro. Ora in caso di proseguimento della forza di breve periodo il prossimo livello di resistenza il cui mancato breakout potrebbe riproiettare le quotazioni al ribasso è l’area dei 2,5 euro, prezzi dello scorso febbraio. Al contrario, l’area dei 2 euro continua ad essere l’area supportiva più importante per il titolo.
La recente fase di positività è evidenziata anche da alcuni indicatori algoritmici come l’indicatore di direzione Parabolic Sar che è scattato ieri in posizione long (pallino blu sotto il livello dei prezzi). Ma non solo, anche l’oscillatore di momentum Rsi sta lentamente entrando in fase di ipercomprato trovandosi a quota 76, ma questo potrebbe giustificare una successiva flessione di breve periodo del titolo. In ogni caso, guardando il titolo con un’ottica di più lungo periodo vediamo come Mps si trovi ancora il 21% al di sotto della media mobile principale a 200 periodi, fattore che conferma la tendenza ribassista del titolo di Piazza Affari.