Notizie Valute e materie prime Petrolio e la mossa dell’Arabia con nuovi tagli alla produzione

Petrolio e la mossa dell’Arabia con nuovi tagli alla produzione

5 Giugno 2023 11:02

Petrolio, sorvegliato speciale sui mercati. La settimana per l’oro nero è partita in rialzo, con il Wti (riferimento Usa) che sale poco prima delle 11 di oltre il 2% in area 73 dollari al barile, mentre il Brent (riferimento europeo) avanza del 2,2% e si avvicina ai 78 dollari.

Rialzi dettati principalmente dalla decisione dell’Arabia Saudita di varare “tagli (all’offerta) aggiuntivi alla propria produzione di petrolio crude”. Il paese, principale esportatore di petrolio dell’Opec, ha precisato che i tagli ammonteranno a un milione di barili al giorno, ha annunciato un altro taglio volontario alla produzione di greggio, per una riduzione unilaterale di 1 milione di barili al giorno a partire dal mese di luglio, con l’opzione di estenderla.

Nel suo insieme l’Opec+, alleanza che comprende paesi Opec come l’Arabia Saudita e non Opec come la Russia, ha inoltre annunciato che non ci saranno variazioni ai tagli alla produzione di petrolio stabiliti per quest’anno.

La decisione dell’Arabia

Nel fine settimana il petrolio si è riguadagnato la scena. Durante un meeting definito “teso”, è emersa la decisione a sorpresa dell’Arabia Saudita di effettuare questo taglio che si aggiunge a quello volontario di 0,5 mbg annunciato ad aprile. Questo implica che la produzione saudita raggiungerà a luglio 9 milioni di barili al giorno, il livello più basso dal 2021.

Secondo alcuni esperti, contattati da CNBC, l’Arabia “ha dimostrato ancora una volta che è disposta ad agire unilateralmente per stabilizzare i prezzi del petrolio“. Torna, infatti, alla mente l’analogo esempio del gennaio 2021, quando il big petrolifero arabo ha tagliato unilateralmente la produzione di 1 milione di barili al giorno.

“Con i prezzi del greggio in calo dall’inizio dell’anno e valutazioni addirittura inferiori a quelle di inizio aprile, quando l’Opec+ ha annunciato inaspettatamente una riduzione dell’offerta di circa 1,6 milioni di barili al giorno, l’ultimo taglio alla produzione dell’Arabia Saudita sembra essere un monito per evitare speculazioni a prezzi ‘troppo bassi’ anziché troppo alti”, commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro, secondo il qualela mossa dell’Arabia Saudita sottolinea alcune importanti considerazioni, come la sempre minore dipendenza dall’alleato storico americano e soprattutto la “vittoria” degli Emirati Arabi Uniti, che otterranno un aumento del limite di produzione per il prossimo anno a scapito di alcuni membri africani.

Equita: impatti rialzisti sui prezzi solo nel breve

Intanto, le quotazioni del petrolio salgono. Ma secondo gli analisti di Equita la decisione dell’Arabia Saudita potrebbe “avere impatti rialzisti sui prezzi del greggio solo nel breve termine e a cifra singola in quanto il taglio deciso dall’Arabia Saudita riguarda al momento solo il mese di luglio”.

Certo è, che la decisione è segnaletica per i sauditi circa il mantenimento della stabilità dei prezzi del greggio. Da Equita ricordano che le quotazioni dell’oro nero sono calate anche dopo che l`OPEC+ ha deciso di tagliare la produzione di 2 milioni di barili al giorno lo scorso ottobre e 1,16 mbg ad aprile oltre ad un taglio della Russia da 0,5 mbg. Una discesa, rimarcano gli analisti, motivata da un rallentamento della domanda, e da una produzione Russa che è calata meno delle attese nonostante l`embargo.

Intanto Equita si attende per il 2023 un prezzo medio del Brent di 80 dollari al barile e mantiene un approccio difensivo al settore. I titoli preferiti sono Eni, D`amico e Galp.

Recupero della domanda? Le stime

Recupero domanda? Le stime di Iea e Opec Guardando ai prossimi mesi, un recupero della domanda, secondo le stime di IEA e OPEC, è atteso nella seconda parte del 2023. E sarà guidato prevalentemente grazie alla Cina. Kang Wu, esperto di S&P Global Commodity Insights, stima che il significativo aumento della domanda globale di petrolio nella stagione estiva nella parte settentrionale del mondo porterà a fare meno ricorso alle scorte di petrolio e “sosterrà l’aumento dei prezzi del petrolio” nei prossimi mesi.

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