Confindustria, Bonomi lancia appello a sindacati Cgil, Cisl e Uil per fare ‘vero patto per l’Italia’
“Luigi, Maurizio, Pierpaolo: noi non siamo partiti in lotta, noi abbiamo un grande compito comune. Di fronte ai ritardi e alle sempre più gravi fratture sociali della nostra Italia, lavoro e impresa hanno una grande sfida: costruire insieme accordi e indicare strade e strumenti che la politica stenta a vedere”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si è rivolto ai leader di Cgil, Cisl e Uil dal palco dell’assemblea annuale, lanciando un appello per fare “un vero patto per l’Italia”.
“Lo penso davvero. Non voglio pronunciare parole retoriche, facciamolo almeno noi”.
Bonomi ha elencato”tre esempi concreti” su cui realizzare il patto: sicurezza sul lavoro, politiche attive e smart working.
“Bonomi ha continuato: “Abbiamo tanti e tali nodi da sciogliere sul lavoro, su come cambiarlo e migliorarlo, su come pagarlo di più e su come offrire nuove competenze necessarie sia ai giovani sia a chi resta indietro, che per anni dovremmo cercare di lavorare insieme con lo stesso spirito di cooperazione responsabile e fattiva dei primi mesi del Covid. Non si tratta di venir meno agli interessi diversi che rappresentiamo. Ma di servirli meglio, confrontandoci su soluzioni concrete. Per poi magari proporle insieme alla politica, rendendole più forti e più difficili da respingere”.
Bonomi ha aggiunto che “si continua a morire lavorando, non possiamo accettarlo. Si pensa a un meccanismo punitivo ex post, a una specie di pagella per sanzionare gli incidenti mortali una volta avvenuti. Ma perché non pensiamo, invece, insieme, a una soluzione che intervenga prima degli incidenti, e che ne abbatta la possibilità? Mi è già capitato di parlarne, ma rilancio la proposta. Perché non pensiamo di avviare commissioni paritetiche imprese-sindacati in ogni azienda subito, applicando la norma del decreto legislativo n. 81 del 2001 e dando attuazione alla compartecipazione in azienda di cui parlava il Patto della Fabbrica? Partiamo subito, se ci state. Gli incidenti vanno prevenuti segnalando ex ante qualunque rischio o eventualità di malfunzionamento o scollegamento dei dispositivi di sicurezza in linea, e garantendo ogni tutela a chi segnala, è questo che abbatte gli incidenti”.
Ancora, riguardo alle politiche attive, il presidente di Confindustria: “perché non lavorare insieme per estendere il più possibile la collaborazione diretta delle nostre organizzazioni anche di fronte alla formazione e ricollocazione dei lavoratori?”,
E sullo smart working “a fine anno scadono le norme derogatorie che hanno consentito nel Covid il lavoro a distanza. La domanda che vi faccio, Luigi, Maurizio e Pierpaolo, è molto semplice. Preferite che sia la politica a dettare tipologie, diritti e caratteristiche dello smart working? O non è meglio invece sedersi noi tutti a un tavolo e lavorare a un protocollo interconfederale su cui far convergere imprese e lavoro, da sottoporre poi alla politica come base acquisita? Io preferisco la seconda strada”.