Inflazione Usa e decisioni BoE nel radar dei mercati
L’inflazione statunitense è il market mover della settimana. Dopo l’incetta di dati della passata ottava, con i numeri di inizio mese sul mercato del lavoro statunitense, l’agenda macroeconomica si concentra mercoledì sull’inflazione negli Stati Uniti. In calendario la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo e alla produzione. Spazio ancora alle banche centrali, con le novità in arrivo dalla Bank of England (BoE) sui tassi.
Inflazione Usa, market mover della settimana: perchè tenere d’occhio lo shelter
L’inflazione statunitense viene pubblicata mercoledì prossimo, alle 14:30 ora italiana, prima dell’avvio di Wall Street. “Le stime indicano che l’inflazione complessiva è aumentata dello 0,4% ad aprile, mantenendo il tasso annuale invariato al 5%. L’inflazione di fondo dovrebbe aumentare dello 0,4%, con un conseguente calo del tasso annuale al 5,5% dal 5,6% – rimarca Gabriel Debach, market analyst di eToro -. Nel frattempo, i prezzi alla produzione dovrebbero crescere dello 0,3% su base mensile, il che potrebbe far scendere l’inflazione annuale al 2,5% dal 2,7%”. Il suggerimento degli strategist di Mps Capital Services è di tenere d’occhio la componente shelter (ossia quella sui servizi abitativi), che finora ha contribuito a tenere l’inflazione su livelli elevati.
Ancora banche centrali: dopo Bce e Fed, è il turno della BoE
Inflazione e banche centrali restano strettamente legate. Giovedì scorso la Bce è tornata ad agire e proprio a causa di “una inflazione che continua a rimanere troppo alta per un periodo di tempo troppo lungo” e ha alzato i tassi di 25 punti base. Si attendono ora le decisioni della Bank of England (BoE) che si riunisce giovedì ed è di fatto l’ultima tra quelle principali a decidere sui tassi. Stando alle aspettative è previsto un ulteriore rialzo da 25 punti base, con i tassi al 4,5%. “Sarà soprattutto importante vedere quali saranno le indicazioni per i prossimi mesi considerato che il mercato ne sconta solo un altro da 25 punti base durante l’estate”, sottolineano da Mps Capital Services.
Fed e Bce, le attese
Tornando alla recente riunione della Bce, Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments, ricorda come la presidente della Lagarde abbia insistito nell’ultimo meeting sul fatto che l’inflazione resti molto alta e che la pressione dei salari si sia rafforzata, rendendo necessari ulteriori aumenti dei tassi. “I rendimenti sono comunque scesi su tutta la curva dopo entrambi gli incontri, poiché i mercati rimangono convinti che a un certo punto i timori di recessione prevarranno sulla necessità di apparire duri contro l’inflazione – afferma ancora Zanghieri -. Questa tensione sarà probabilmente una caratteristica rilevante delle dinamiche di mercato in futuro, contribuendo alla volatilità dei tassi di interesse”. Nel complesso, da Generali Investments non si attendono ulteriori rialzi da parte della Fed ma due tagli a fine anno, mentre la Bce dovrebbe alzare di altri 25 punti base a giugno e mantenere i tassi invariati fino al 2024, con qualche rischio di ulteriori rialzi.