Tim: crolla a Piazza Affari (-6,9%) dopo le offerte per la rete. La view degli analisti e possibile scenario
Giornata nera per le azioni Telecom Italia, in calo del 6,9% a 0,29 euro, a fronte del +0,2% dell’indice Ftse Mib. Nonostante il calo odierno il titolo resta comunque in rialzo di oltre il 34% da inizio anno. A scatenare le vendite, la notizia della ricezione delle offerte non vincolanti per Netco, la società degli asset di rete di Tim, che secondo indiscrezioni sarebbero ancora nettamente inferiori alle richieste. Ecco cosa sta succedendo.
Le nuove offerte di Cdp-Macquarie e KKR per la rete di Tim
Il consorzio formato da Cassa Depositi e Prestiti e da Macquarie Asset Management ha presentato un’offerta migliorativa per la rete fissa di Tim. Secondo fonti vicine alla questione, la società della rete che raggruppa l’infrastruttura primaria, quella secondaria di Fibercop (di cui Kkr ha il 37,5%) e i cavi sottomarini di Sparkle verrebbe valutata 19,3 miliardi di euro, rispetto ai 18 miliardi della precedente proposta di marzo.
L’offerta di KKR ammonterebbe invece a 21 miliardi di euro, incluso il debito e 2 miliardi sotto forma di earn out al raggiungimento di determinati obiettivi, perlopiù legati all’eventuale aggregazione con la rivale Open Fiber. Entrambe le offerte, se confermate, supererebbero di circa 1 miliardo le proposte iniziali.
Il parere degli analisti
Come sottolineato da Intesa Sanpaolo, le offerte sono ancora ben lontane dalla cifra di 31 miliardi di euro richiesta da Vivendi, primo azionista di TIM con una partecipazione pari al 24% del capitale sociale.
Anche Banca Akros parla di miglioramenti “limitati” rispetto alle offerte precedenti, aggiungendo che “la probabilità di una vendita diretta non è così alta e potrebbero emergere altre opzioni”.
Bestinver in una nota ai clienti ha rimarcato che non solo le proposte sono solo “leggermente” migliori delle precedenti, ma sono “addirittura al di sotto della soglia ‘psicologica’ di 20 miliardi di euro (earnout escluso), e quindi ben al di sotto delle aspettative di Vivendi”.
Infine, Bloomberg Intelligence ricorda come il management stia cercando di evitare un voto degli azionisti sull’accordo, rischiando una battaglia legale con Vivendi. A questo si aggiunge il fatto che un’offerta più alta da parte di KKR potrebbe comunque complicare incontrare ostacoli, laddove lo stato non approvasse di trasferire il controllo della rete al fondo americano.
Il problema del debito di Tim
La cessione dell’infrastruttura di rete, la più grande risorsa di Tim, rientra nei piani dell’amministratore delegato Pietro Labriola per ristrutturare il gruppo, che al momento ha un rating creditizio al di sotto dell’investment grade, a causa dell’elevata leva finanziaria e deve fare i conti con una costante diminuzione delle entrate nel competitivo mercato italiano.
Secondo il Ceo, la vendita di NetCo rappresenta la strada migliore per tagliare l’oneroso indebitamento finanziario dell’azienda e consentire all’ex monopolista di continuare a operare in maniera redditizia. Ricordiamo che nel 2021 Telecom Italia ha rifiutato un’offerta di KKR per l’acquisto dell’intera società per 10,8 miliardi di euro.
Lo scenario probabile
TIM non ha fornito ulteriori dettagli, aggiungendo che il Cda riesaminerà entrambe le offerte il 4 maggio. Le prospettive appaiono quantomeno incerte, visto che Vivendi ha ripetutamente affermato di valutare la rete circa 30 miliardi e che rifiuterà qualsiasi offerta lontana da quel livello.
“Ci aspettiamo un altro periodo interlocutorio, con una situazione ancora molto fluida in termini di valutazione dell’asset, implicazioni antitrust e questioni di governance”, scrive Intesa Sanpaolo.
Da valutare anche il ruolo del governo italiano, che possiede quasi il 10% di Tim tramite Cdp e potrebbe esercitare il Golden Power per controllare ed eventualmente rifiutare offerte di acquisto su asset ritenuti di valore strategico nazionale.
In ogni caso, una rapida risoluzione della questione sembra altamente improbabile.