Dividendi banche, azionisti pronti alla grande abbuffata. Le date, i payout ratio e i rendimenti
Finalmente ci siamo: cade oggi, 30 settembre, l’imposizione della Bce sui dividendi delle banche. A partire da domani, gli istituti di credito dell’area euro non avranno più le mani legate nella distribuzione delle cedole: e gli azionisti diretti interessati si stanno già sfregando le mani, pregustando ricche ricomprense.
Nella giornata di ieri, Banca Generali ha comunicato le date previste per la distribuzione dei dividendi riferiti agli utili degli esercizi 2019/20 e già approvati dall’assemblea ordinaria dello scorso 22 aprile 2021.
Il primo dividendo di 2,70 euro per azione sarà messo in pagamento il 24 novembre 2021 (record date 23 novembre 2021) e il secondo dividendo di 0,60 euro per azione con data di pagamento 23 febbraio 2022 (record date 22 febbraio 2022), con un rendimento dell’8%.
Tra i piatti più ricchi ci sarà quello di Intesa SanPaolo: alla metà di settembre la banca guidata dal ceo Carlo Messina ha comunicato che il prossimo 14 ottobre l’assemblea dei soci di Intesa Sanpaolo sarà chiamata a deliberare sulla distribuzione di parte della riserva straordinaria a valere sui risultati 2020 pari a oltre 1,93 miliardi di euro, ossia 9,96 centesimi per ogni azione ordinaria.
Intesa offrirà in totale circa 4 miliardi di euro in dividendi cash. Il dividendo di 9,96 centesimi per un importo totale di oltre 1,93 miliardi di euro sarà, secondo il calendario dell’istituto, liquidato il 18 ottobre, andando ad aggiungersi ai 694 milioni di cedole già versate a maggio.
Ma l’erogazione dei dividendi di Intesa SanPaolo non finisce qui, in quanto la banca ha comunicato ad agosto la distribuzione di un account cash, a valere sui risultati del 2021, di importo pari a 1,4 miliardi di euro, pari a 0,0721 per azione, con lo stacco della cedola previsto per il 22 novembre, in pagamento il 24 novembre.
Con questo acconto di 0,0721 euro per azione, Intesa Sanpaolo vedrà così confermato il target di un payout pari al 75% sul 2020 e del 70% sul 2021.
Complessivamente Intesa verserà una cedola di 0,1687 euro che ai prezzi attuali fornisce un rendimento del 6,8 per cento.
Ma un articolo dell’Economia, inserto economico de Il Corriere della Sera, ha messo in evidenza come, a tali importi di Intesa SanPaolo, “secondo gli analisti, ne potrebbero essere aggiunti altrettanti, in grado di spingere il rendimento oltre il 15%“.
Certo, “si tratta di un’ipotesi che potrebbe essere influenzata da nuove raccomandazioni dell’autorità di vigilanza e mutate politiche di remunerazione degli azionisti da parte dei vertici della società”.
Focus anche su Mediobanca, che ha annunciato la distribuzione di una cedola di 0,66 euro con data di stacco 22 novembre 2021, con cash dividend pay-out al 70%, per un rendimento che, ai prezzi attuali, è del 6,3%.
Banca Mediolanum ha proposto la distribuzione di una cedola di 0,7533 euro, relativa alla seconda tranche dell’esercizio 2020 che sarà staccata il 18 ottobre 2021 con un rendimento pari all’8%.
Ma anche in questo caso l’articolo de L’Economia firmato da Adriano Barrì ha indicato che alla cifra degli 0,7533 “si dovrebbero aggiungere 0,66 euro attesi dagli analisti a valere sull’utile per azione di competenza del 2021 stimato in 0,71 euro. Complessivamente la cedola potrebbe raggiungere 1,41 euro che sui prezzi attuali equivale a un rendimento del 15,5%.
FinecoBank ha annunciato la distribuzione di un dividendo di 0,53 euro con data di stacco il 22 novembre 2021. Ai prezzi attuali, il rendimento è del 3,3% circa.
Da segnalare che la dieta che gli azionisti delle banche hanno sofferto – dieta totale fino a fine dicembre 2020 – è stata imposta dalla Bce sotto forma di raccomandazione, con l’intento di stimolare gli istituti, in piena emergenza Covid-19, a focalizzarsi sulla loro attività tradizionale di erogazione di prestiti alle famiglie e alle imprese, invece che premiare gli azionisti.
A metà dicembre, la Bce ha rimosso il congelamento delle cedole, azionando però comunque una ghigliottina sulle stesse, imponendo ovvero limitazioni all’importo da poter distribuire.
L’annuncio della rimozione della ghigliottina sui dividendi delle banche dell’area euro è stato infine anticipato in un’audizione al Parlamento europeo dell’inizio di luglio, sia da Christine Lagarde, numero uno della Bce, intervenuta nelle vesti di presidente del board per il rischio sistemico (ESRB), sia da Andrea Enria, presidente della Vigilanza sulle banche della Bce:
“In assenza di sviluppi avversi significativi, prevediamo di abrogare la nostra raccomandazione (di non distribuire i dividendi o di distribuirli rispettando un tetto massimo) alla fine del terzo trimestre del 2021 e di tornare a considerare dividendi e buyback come parte del nostro normale processo di supervisione – ha detto Enria.
Ci siamo: con oggi il terzo trimestre si è concluso. Gli azionisti sono pronti alla grande abbuffata delle cedole che, secondo il Sole 24 Ore, vedrà le banche italiane distribuire più di 5 miliardi di euro di dividendi. E che indica anche i dividendi in arrivo dalle banche specializzate come Banca Ifis (59 milioni, 1,10 euro) e Banca Sistema (14 milioni, 0,17 euro).