Mercati assillati da tassi e crisi banche. Su cosa investire
Mercati: volatilità regina del 2023 tra crisi banche e ansia tassi
Volatilità regina di questo 2023. E’ quanto mette in evidenza Gabriel Debach, market analyst di eToro, nella nota odierna dedicata ai mercati, che si preparano a chiudere un’altra settimana ricca di novità. L’ultima, appena arrivata, è a dir poco spaventosa e riguarda la banca numero uno della Germania: Deutsche Bank.
Il titolo crolla del 9% certo, trascinando al ribasso i titoli bancari e gli indici azionari europei, scontando il forte rialzo dei cds, credit default swap, contratti per assicurarsi contro il rischio di default dei bond emessi da un istituto.
Oltre alle banche regionali Usa ormai protagoniste indiscusse a Wall Street, gli eventi principali della settimana hanno visto sotto i riflettori la decisione sui tassi in primis della Federal Reserve di Jerome Powell, della Banca centrale svizzera (SNB) e della Bank of England.
La crisi delle banche Usa e la lotta all’inflazione che le banche centrali continuano a perseguire, in un contesto tuttavia di maggior rischio di deterioramento dell’economia, sono state i grandi temi della settimana. Con il nuovo panico Deutsche Bank, il market mover della crisi delle banche continuerà ad assillare i mercati anche la prossima settimana.
eToro, Debach: volatilità protagonista di questo 2023
Debach, nel commentare il trend dei mercati, ha indicato soprattutto il grande ruolo giocato dalla volatilità:
“La volatilità è la protagonista di questo 2023, con oscillazioni medie giornaliera (intese come variazioni dai massimi ai minimi di giornata) che registrano decisi incrementi in questo mese di marzo, posizionandosi alle spalle delle sole principali crisi del secolo. Segno di una decisa incertezza degli investitori, nonostante una performance da inizio anno positiva”.
In particolare, si legge nella nota del market analyst di eToro, “i titoli legati alla crescita continuano a tenere la scena, evidenziando la speranza di una prossima conclusione del ciclo dei rialzi dei tassi statunitensi, con i tecnologici che continuano a sovraperformare il comparto finanziario (+22% a marzo), registrando la migliore performance da gennaio 2009″.
“Intanto la Fed ha ieri pubblicato la lettura settimanale relativa al suo bilancio portando alla luce una decisa impennata nei suoi valori, con quasi 2/3 del Quantitative Tightening effettuato nell’ultimo anno invertito nelle ultime due settimane. Tali condizioni, tuttavia, dovrebbero restare temporanee e volte ad offrire liquidità al sistema finanziario in cambio di garanzie”.
A tal proposito, Gabriel Debach precisa che, a suo avviso, “non si tratta, quindi, di un’inversione della politica di QT da 95 miliardi di dollari”, ricordando che “una situazione simile era già successa in passato, basti pensare alla ‘mini-crisi di bilancio’ di ottobre nel Regno Unito, quando i rendimenti obbligazionari si erano impennati e il settore pensionistico si era trovato in difficoltà con la necessità di intervento da parte della BoE”.
“Nel frattempo, sembra che il nuovo strumento FIMA Repo per le banche centrali estere abbia avuto il suo primo grande utilizzo, 60 miliardi di dollari, in settimana, sebbene risulti ignaro l’utilizzatore”.
Oltre all’annuncio della Banca d’Inghilterra (BoE), che “ha optato (non all’unanimità) per l’aumento del tasso ufficiale di 25 pb al 4,25%, come da attese, soprattutto alla luce di ultime letture inflazionistiche”, e oltre alla mossa della “Banca Nazionale Svizzera, al centro dell’attenzione mediatica dopo il caso Credit Suisse, che “ha aumentato i tassi di 50 pb all’1,5%”, l’analista di eToro ha fatto notare che una simile decisione è stata presa anche dalla Norges Bank (Norvegia), che “ha alzato i tassi di 25 pb al 3,0%, come ampiamente previsto, ma con una forward guidance chiaramente più orientata verso il lato falco delle aspettative”.
Anche la Banca Nazionale Svizzera, nel ribadire di “non poter escludere ulteriori aumenti futuri“, ha lanciato praticamente “un messaggio da falco”, indicando “come l’inflazione sia ora più preoccupante della crisi bancaria”.
Ma questo accadeva prima che la bomba Deutsche Bank esplodesse oggi sui mercati. Per cui la situazione rimane più che fluida, e dunque più che incerta.
Nuveen: un 2023 caratterizzato da turbolenze periodiche
Tony Rodriguez, Head of Fixed Income Strategy di Nuveen, si è concentrato su quanto emerso dalla Fed, che questa settimana, a dispetto della crisi di fiducia che continua a manifestarsi nel settore bancario made in Usa, ha deciso di alzare i tassi sui fed funds di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,75% e il 5%, proseguendo nella sua lotta contro la crescita dell’inflazione”.
Tutto ciò è avvenuto, ha ricordato Rodriguez, in un contesto in cui “diverse banche USA sono fallite, tra cui la 16esima più grande per depositi (ovvero Silicon Valley Bank (SVB) )” e in un momento in cui le conseguenze di questi crac “restano incerte”.
Qual è la situazione?
“Il rischio di contagio sembra per ora basso, grazie all’azione rapida e decisa delle autorità. Ciononostante, i titoli azionari e gli altri asset di rischio si sono indeboliti, cedendo gran parte dei rialzi registrati all’inizio di gennaio”.
Il responsabile della divisione di strategia sul reddito fisso di Nuveen mette in evidenza anche che, “nonostante le nubi che aleggiano sul sistema finanziario, gli ultimi dati mostrano un contesto economico sereno. Il mercato del lavoro continua a creare posti di lavoro a ritmo sostenuto e i sondaggi indicano un miglioramento del sentiment. Anche la crescita del reddito è forte e dovrebbe sostenere la spesa futura”.
Non per niente, continua Rodriguez, ” prima delle recenti tensioni finanziarie, il rischio principale era che l’economia si surriscaldasse per troppo tempo. L’inflazione continua a salire, il che, insieme alle revisioni al rialzo dei dati del 2022, indica che la pressione sui prezzi non si è moderata in modo sostanziale negli ultimi mesi”.
Quale scenario si staglia dunque di fronte ai mercati? Sicuramente, non uno scenario definito.
Rodriguez fa notare che, nel contesto attuale, “le prospettive economiche e di politica monetaria restano altamente incerte”.
Dunque, “prevediamo che il sistema finanziario statunitense eviterà una crisi più profonda”, ma anche che “le condizioni di finanziamento dovrebbero irrigidirsi ulteriormente”.
Allo stesso tempo, “poiché l’inflazione resta un problema per la Fed, ci aspettiamo almeno un altro rialzo dei tassi nel corso dell’anno”.
Ma “l’insieme di questi fattori potrebbe pesare ulteriormente sulla crescita nei prossimi trimestri. Anche se non vediamo un uragano all’orizzonte, è probabile che il 2023 continui a essere caratterizzato da turbolenze periodiche”.
Nuveen agli investitori: ecco come proteggersi
Morale della favola, “gli investitori farebbero bene a proteggersi”.
Come? Di seguito i consigli operativi snocciolati dall’esperto:
- Riteniamo ancora opportuno essere selettivi sui titoli ciclici e puntiamo sulla qualità in portafogli diversificati.
- Privilegiamo i titoli azionari che pagano dividendi e gli investimenti in infrastrutture che possono resistere a un rallentamento della crescita economica e alla volatilità dei tassi d’interesse.
- Nel reddito fisso guardiamo con interesse ad aree di qualità.
In generale, sottolinea Rodriguez, “potrebbe essere un buon momento per prendere in considerazione la possibilità di prendere profitto in alcuni settori e di aumentare il rischio in altri. Quest’anno molte valutazioni dei mercati pubblici si sono notevolmente spostate”.
“Continuiamo a ritenere che il reddito fisso investment grade, i REIT pubblici e i municipal bond investment grade offrano fondamentali interessanti, ma tutti e tre hanno registrato forti rialzi che hanno reso le valutazioni meno convincenti rispetto all’inizio dell’anno”.
L’Head of Fixed Income Strategy di Nuveen così conclude:
“Vediamo anche l’opportunità di aggiungere un po’ di rischio e di beta ai portafogli puntando sui mercati emergenti (in particolare sulle azioni dei mercati emergenti). Inoltre, continuiamo ad apprezzare i municipal bond ad alto rendimento”.