Credit Suisse: cosa succede ora a bonus e dipendenti
Credit Suisse post UBS: cosa succede ai bonus e ai dipendenti
Credit Suisse: azionisti ammaccati, obbligazionisti che hanno visto andare in fumo i loro investimenti in bond AT1, dipendenti che rischiano di essere messi alla porta.
Saranno in tanti, investitori e lavoratori, a pagare di tasca propria l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, pilotata dal governo svizzero e dalla banca centrale Swiss National Bank.
Lo sdegno è destinato a essere ulteriormente rinfocolato con la notizia sulla fine che faranno i bonus del colosso, affossato da scommesse troppo rischiose, scandali vari e da una maxi fuga dei depositi da parte dei suoi clienti.
Quei bonus, si apprende, continueranno a essere percepiti dai banchieri di Credit Suisse, a dispetto dell’acquisizione degli asset della banca da parte della sua rivale numero uno UBS.
Credit Suisse: continueremo a pagare stipendi e bonus
E’ stata la stessa Credit Suisse ad annunciarlo, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Bloomberg.
Nel far riferimento a due memo interni che sono circolati nella banca dopo l’annuncio relativo all’accordo con UBS, Bloomberg ha reso noto che l’istituto, con 167 anni di storia alle spalle, ha comunicato al proprio staff che “non ci saranno cambiamenti agli accordi che riguardano le buste paga”. Aggiungendo: “Pagheremo gli stipendi e i bonus, così come comunicato in precedenza”.
Credit Suisse ha indicato, anche, che gli stipendi e i bonus che sono dovuti saranno versati il prossimo 24 marzo.
Con una lettera inviata al proprio staff, l’istituto elvetico ha precisato di voler premiare “il duro lavoro” compiuto dai suoi dipendenti.
L’Evening Standard ha riportato i dettagli del Q&A, ovvero delle domande che sono state poste dai dipendenti di Credit Suisse e delle risposte che sono arrivate dai vertici.
Tra queste, le seguenti domande:
“Sto aspettando l’aumento di stipendio previsto per l’aprile del 2023. E’ ancora previsto?”
Risposta:
“Continueremo a onorare i nostri impegni e abbiamo già comunicato gli aumenti degli stipendi che saranno efficaci a partire dall’aprile del 2023-
Altra domanda: “Riceverò un bonus per il duro lavoro (hard work) nel corso del 2023?”
Risposta:
“Continueremo a erogare i bonus legati alla performance previsti per il 2023 per coloro che ne avranno diritto. Ci impegniamo a trattare tutti i dipendenti in modo giusto, e qualsiasi piano relativo ai bonus si baserà sia sulla performance individuale e aziendale”.
Credit Suisse ha anche riferito al proprio staff che i loro ruoli “non saranno immediatamente colpiti” dall’accordo con cui la banca sarà acquistata da UBS e che, di conseguenza, i dipendenti dovrebbero “continuare a lavorare come sempre”.
“Sappiamo che molti di voi stanno seguendo le informazioni sul futuro di Credit Suisse che i media stanno fornendo intensamente da 48 ore a questa parte, e ci rendiamo conto dell’enorme stress e dell’enorme incertezza che tutto questo ha provocato”, hanno scritto in un memo separato a cui ha avuto accesso Business Insider il presidente di Credit Suisse Axel Lehmann e il ceo Ulrich Körner.
Ma per ora non ci sarà nessun cambiamento che interesserà né l’impegno né l’operatività della banca:
“Le nostre filiali e i nostri uffici di tutto il mondo rimarranno aperti, e tutti i nostri colleghi continueranno a presentarsi al lavoro”, si legge nella missiva.
UBS-Credit Suisse: il paragone, l’accordo e la storia
Facendo un paragone tra UBS e Credit Suisse, un articolo della CNN mette in evidenza che le azioni di UBS sono balzate del 15% nel corso degli ultimi due anni, e che il colosso bancario elvetico ha incassato nel 2022 utili per un valore di 7,6 miliardi di dollari, a fronte di una capitalizzazione di mercato – riporta Refinitiv, facendo riferimento ai numeri di venerdì scorso – di circa $65 miliardi.
Nello stesso arco temporale, le azioni di Credit Suisse sono precipitate dell’84%, mentre la banca ha sofferto nell’intero 2022 una perdita di $7,9 miliardi.
La capitalizzazione di mercato di Credit Suisse, venerdì scorso, era pari ad appena $8 miliardi.
Credit Suisse contava più di 50.000 dipendenti alla fine del 2022, 17.000 dei quali operativi in Svizzera.
Sarà il ceo di UBS Ralph Hamers a prendere le redini del colosso svizzero che nascerà con la fusione tra UBS e Credit Suisse.
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L’accordo con cui UBS ha deciso di rilevare Credit Suisse per un valore di 3 miliardi di franchi svizzeri è stato annunciato nella serata di ieri dalle due banche, dalla Swiss National Bank , dall’Autorità finanziaria FINMA e dal governo svizzero.
Credit Suisse, ex Schweizerische Kreditanstalt, è stata fondata nel 1856 dal magnate Alfred Escher con l’obiettivo di finanziare la costruzione della rete ferroviaria svizzera.
Nel corso dei decenni, il gruppo bancario è riuscito a trasformarsi in un colosso finanziario globale, portando la Svizzera, insieme alla rivale Ubs, a diventare un centro della finanza mondiale.
Ubs, ricorda un articolo di Bloomberg, affonda le sue radici in ben 370 istituzioni finanziarie separate che si sono succedute nel corso di 160 anni: una storia culminata poi nella fusione tra Union Bank of Switzerland e Swiss Bank Corporation, avvenuta nel 1998.
L’accordo tra UBS e Credit Suisse è stato raggiunto grazie alle garanzie offerte dal governo svizzero e alla disponibilità della banca centrale SNB a fornire una ulteriore liquidità a UBS.
Secondo i termini dell’accordo, tutti gli azionisti di Credit Suisse riceveranno una azione di UBS per ciascun blocco di 22,48 azioni di Credit Suisse detenute.
Fino al completamento della fusione, Credit Suisse continuerà a essere operativa, portando avanti il proprio piano di ristrutturazione annunciato alla fine del 2022, insieme a UBS.
Il governo svizzero ha deciso di erogare a favore di UBS garanzie per un valore fino a 9 miliardi di franchi svizzeri.
La Swiss National Bank, banca centrale svizzera, fornirà una liquidità di ben 100 miliardi di franchi a entrambe le banche.