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Bce, Lagarde incassa un A+ da Larry Summers

17 Marzo 2023 16:06

Bce, Lagarde incassa gli applausi di Larry Summers

La Bce di Christine Lagarde si becca un bel “A+” direttamente dall’ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Larry Summers.

IMF Managing Director Christine Lagarde (L) introduces former Treasury Secretary and current Harvard Professor Larry Summers to begin a discussion on low-income developing countries at the annual IMF and World Bank Spring Meetings, April 13, 2016, in Washington, DC.
Finance ministers, bankers and economists gather to discuss monetary strategy amid a slowdown in China’s economy, low oil prices and an American economy faring better than the rest of the world. / AFP / Mike Theiler (Photo credit should read MIKE THEILER/AFP via Getty Images)

Un complimento non da poco, soprattutto se si considera che la Banca centrale europea continua a essere assediata da critiche di ogni tipo, che arrivano da diversi esponenti del governo Meloni, ma anche da economisti del calibro del Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz.

Larry Summers invece è d’accordo con la politica monetaria che l’Eurotower sta continuando a portare avanti nella sua strenua lotta contro l’inflazione dell’area euro. Una inflazione che persiste, se si considera che proprio oggi l’Ocse ha invitato sia la Bce di Lagarde che la Federal Reserve di Jerome Powell ad andare avanti con le loro strette monetarie.

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Per l’Ocse inflazione ancora troppo ostinata

D’altronde, per l’economia globale il worst case scenario della recessione o di un hard landing, non solo non si è manifestato, ma non è neanche previsto (per ora).  Nel caso specifico degli Stati Uniti, tra l’altro, a fronte di una crescita dell’economia, l’Ocse ha annunciato di prevedere anche un rialzo dell’inflazione core maggiore, pari a +3,9%, rispetto alla precedente previsione di un aumento del 3,6%.

L’organizzazione di Parigi ha migliorato anche l’outlook sul Pil dell’Eurozona, atteso ora in espansione, quest’anno, al ritmo dello 0,8%, rispetto a quello del +0,5% atteso a novembre. Le stime sull’inflazione core dell’area euro sono state aumentate dal +4,7% al +5,2%.

In questo contesto, l’Ocse ha mandato tra l’altro un avvertimento ai governi di tutto il mondo.

Tornando a Larry Summers, il professore di Harvard ha lodato Christine Lagarde non solo per aver alzato i tassi nonostante le turbolenze che hanno assaltato i mercati finanziari, ma anche per aver fatto una distinzione tra le decisioni di politica monetaria e le preoccupazioni per il rischio di una instabilità finanziaria, chiarendo che l’Eurotower dispone di strumenti differenti per affrontare entrambe le questioni.

Larry Summers: proceda anche la Fed

Intervenendo a un webinar organizzato dall’Università di Princeton, stando a quanto riportato da un articolo di Bloomberg, Summers ha detto di ritenere che la Fed debba continuare anch’essa ad alzare i tassi, di 25 punti base. Nonostante la paura di una crisi bancaria?

Larry Summers ha sottolineato che, se è vero che esiste il rischio che le banche americane diventino meno generose nell’erogazione del credito a favore dell’economia, proprio sulla scia degli ultimi eventi che hanno colpito il settore, a suo avviso l’impatto di una tale eventuale decisione non sarebbe sufficiente a giustificare una pausa nel rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, visto il problema dell’inflazione.

Piuttosto, un eventuale stop alle strette monetarie della Fed potrebbe secondo l’economista non solo far aumentare le aspettative di inflazione, ma fa salire le probabilità di una recessione, portando i consumatori e le aziende a credere che l’economia versi in condizioni peggiori di quanto temuto.

Ieri, così come si legge nel comunicato diffuso dall’Eurotower, “il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,50%, al 3,75% e al 3,00%, con effetto dal 22 marzo 2023″.

Parlando con i giornalisti Lagarde ha detto che, grazie alle regole che sono state imposte alle banche europee a seguito della crisi del 2008, “il settore bancario versa al momento in una posizione molto, ma molto più solida rispetto a quella che presentava nel 2008”.

Ci sono le regole di Basilea III e altre norme che hanno portato le banche ad aumentare i loro indici di solvibilità, così come altre ancora che hanno indotto gli istituti ad accantonare maggiori riserve per far fronte a eventuali shock di mercato.

Insomma le banche dell’area euro, ha rimarcato Lagarde, sono molto più forti di quanto lo fossero nel 2008.

E in ogni caso, ha assicurato Lagarde, la Banca centrale dispone di tutti gli strumenti per arginare una possibile crisi. Non solo. L’Eurotower potrebbe riuscire a sfornare un nuovo strumento volto a contrastare una eventuale crisi di liquidità, in qualsiasi momento.

Il panico è esploso sui mercati di tutto il mondo alla fine della settimana scorsa, con il crac di Silicon Valley, la banca regionale Usa che, con il suo fallimento, ha riportato lo spettro del crac di Lehman Brothers e della crisi finanziaria globale del 2008.

Ad accendere ulteriormente i timori sul sistema bancario globale è stato poi anche il caso Credit Suisse, banca sistemica, e in quanto tale capace di scatenare un effetto domino di crisi di fiducia, salvata per il rotto della cuffia dalla Banca centrale svizzera Swiss National Bank (SBN).

Ma come dimostra oggi il dossier First Republic, gli investitori rimangono in uno stato di allerta.