Chiusura Borse oggi, 14 marzo 2023: rallenta l’inflazione Usa
In Europa rimbalzano tutti i principali indici che archiviano la seduta ampiamente sopra il livello di parità, dopo le forti perdite registrate nella seduta di ieri. Intanto, positiva anche Wall Street con l’indice S&P 500 (+1,7%), poco sotto i 4.000 dollari.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 14 marzo 2023
Indici Europa e Italia
A Milano, l’indice Ftse Mib chiude la seduta con un progresso del +2,36% a punti, tornando così verso quota 26.800 punti. Acquisti generalizzati con l’indice Euro Stoxx50 che chiude con un rialzo del +2% trovandosi cosi vicino a quota 4.200 punti.
Bene anche il Dax di Francoforte che archivia la seduta in rialzo del +1,8% a 15.200 punti; mentre l’Ibex 35 spagnolo chiude con un progresso del +2,27%.
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti su tutti i titoli tranne Diasorin che chiude la seduta con un calo dello 0,28%.
Tra i titoli migliori troviamo Interpump Group (+4,35%), Moncler (+3,95%), Generali Ass (+3,6%) in scia ai conti che hanno evidenziato un risultato operativo da record e all’annuncio di un dividendo da 1,16 euro, in crescita dell’8,4%. Bene anche Unicredit (+4,2%)
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala di oltre il 2% a 185 punti base, con il decennale italiano in leggero rialzo al 4,3%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, il cambio euro/dollaro scende leggermente a quota 1,07, mentre il Il Bitcoin viaggia poco sotto quota 26.000 dollari, dopo averli superati per la prima volta da giugno.
Tra le materie prime arretrano il gas e il petrolio, con il Brent poco sotto la soglia degli 80 dollari.
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Focus sull’inflazione Usa
Oggi sono stati pubblicati i dati americani sull’inflazione di febbraio, sostanzialmente in linea con le attese degli analisti. I prezzi al consumo hanno evidenziato una crescita su base annua del 6,0%, in rallentamento rispetto al 6,4% del mese precedente, e un incremento mensile dello 0,4%.
Il dato core ha lievemente rallentato su base tendenziale, dal 5,6% al 5,5%, ma rispetto a gennaio ha segnato un +0,5% contro il +0,4% previsto.
L’inflazione resta dunque ben al di sopra del target della Fed, motivo per cui la banca centrale dovrebbe proseguire nel percorso di inasprimento monetario, con un rialzo dei tassi di 25 punti base nella riunione della prossima settimana.