SVB, alert corsa sportelli: in Usa si riparla di bailout
SVB: cosa sta succedendo. Dagli Usa l’alert doom loop banche
Il caso SVB contagia le borse di tutto il mondo, scatenando un potente sell off sulle banche.
L’annuncio shock della banca californiana di Santa Clara SVB o anche Silicon Valley Bank (che fa capo alla holding SVB Financial), relativo all’intenzione di lanciare un aumento di capitale al fine di compensare le forti perdite sofferte con la vendita del suo portafoglio, gela i mercati azionari, mentre su Twitter arriva l’annuncio di Bill Ackman, che invita il governo americano, in assenza di una soluzione fornita dai capitali privati, di intervenire con una operazione di bailout.
SVB, spiega Ackman con un tweet, è infatti un “importante driver di lungo termine dell’economia, visto che le società finanziate dal venture capital fanno affidamento su di essa per i prestiti e per i depositi dei loro contanti”.
Di conseguenza, se i capitali privati non riusciranno a fornire una soluzione, bisognerebbe considerare l’opzione di un “bailout del governo”.
A Wall Street si torna a parlare così di bailout, parola che rimanda inevitabilmente alla crisi finanziaria globale, esplosa con il crac di una banca, la tristemente famosa Lehman Brothers.
SVB rilancia alert doom loop banche-titoli di stato
Ma il problema di SVB rischia di far aumentare l’ansia per tutte quelle banche che detengono nei loro bilanci importanti quantità di titoli di stato.
D’altronde non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e in particolare nell’Italia caratterizzata dall’elevato debito pubblico, ancor prima che la Fed, la Bank of England e la Bce iniziassero ad alzare i tassi di interesse nella loro lotta contro l’inflazione, diversi economisti avevano lanciato l’avvertimento sulle conseguenze che le strette monetarie avrebbero prodotto sul settore bancario.
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Con l’aumento dei tassi di interesse il valore di quei bond acquistati dalle banche (Treasuries acquistati dalle banche americane, come nel caso di SVB, così come BTP parcheggiati nelle banche italiane) tende a diminuire.
Fino a quando quei bond rimangono fermi nei bilanci delle banche, non ci sono grandi problemi.
Il dramma si scatena se le banche in questione sono costrette a venderli. In questo caso, la vendita comporta perdite che vanno a erodere i bilanci degli istituti.
“Le banche sono vittime dei rialzi dei tassi di interesse”, ha commentato alla BBC Ray Wang, fondatore e ceo della società di consulenza della Silicon Valley- Constellation Research, facendo notare che “nessuno della Silicon Valley Bank e in molte altre sedi pensava che i rialzi dei tassi di interesse sarebbero durati così a lungo”. Risultato: “Hanno scommesso male”.
A tal proposito, vale la pena di sottolineare che le banche sono vittime delle strette monetarie sul fronte doom loop, ma dall’altro lato proprio quei rialzi dei tassi permettono alle banche stesse di vedere migliorata in modo significativo la loro redditività. Tassi di interesse croce e delizia per le banche, si potrebbe insomma dire.
Dramma Usa contagia banche europee: Deutsche Bank -8%
Tornando ai fatti di cronaca, è evidente l’effetto contagio di SVB sui titoli delle banche.
Focus sull’indice dei titoli bancari scambiati sullo Stoxx 600, che sta riportando la sessione peggiore dal giugno del 2022, affossato dal tonfo di Deutsche Bank, che crolla fino a oltre l’8%.
I titoli delle altre banche europee Société Générale, HSBC, ING Groep e Commerzbank scivolano di oltre il 5%, mentre a Piazza Affari, con il Ftse Mib che ha perso fino a -2,6%, si mettono in evidenza i ribassi dei titoli di UniCredit e Intesa SanPaolo, in calo del 3%.
Al di fuori del listino principale, occhio anche alla flessione del 4% circa di Mps.
Vale la pena sottolineare che Silicon Valley Bank ha incentrato il suo business prevalentemente sull’erogazione di prestiti a favore delle start-up, in particolare a favore di aziende attive nel settore hi-tech finanziate dal venture capital.
A causa del deterioramento del suo bilancio, la banca, nata 40 anni fa, è stata costretta ieri ad annunciare la vendita del suo portafoglio di strumenti finanziari. Una svendita, praticamente, in quanto lo smobilizzo del portafoglio del valore di $21 miliardi si è tradotto in una perdita di 1,8 miliardi di dollari.
La banca ha deciso così di colmare il buco di bilancio comunicando un’operazione di vendita di azioni del valore superiore ai 2 miliardi di dollari, $2,5 miliardi circa, che avverrà attraverso l’offerta di azioni ordinarie e di azioni privilegiate convertibili.
Titolo Silicon Valley Bank affonda, -60% a Wall Street
Il mercato non l’ha presa affatto bene, assediando il titolo con potenti sell off.
L’epilogo della sessione di ieri di SVB a Wall Street è stato così a dir poco penoso: le quotazioni sono crollate del 60% dopo l’annuncio shock, che è stato seguito tra l’altro dai consigli arrivati da diversi fondi, che hanno consigliato ai loro clienti di ritirare immediatamente il denaro depositato presso la banca.
Le quotazioni continuano a crollare nelle contrattazioni afterhours della borsa Usa, portandosi dietro l’intera Wall Street.
Già nella sessione di ieri, l’effetto contagio di SVB ha portato il titolo di First Republic, banca con sede a San Francisco, a crollare di oltre il 16,5% dopo aver testato il valore più basso dall’ottobre del 2020, confermandosi il secondo titolo peggiore dell’indice S&P 500 dopo SVB.
Male anche Zio Bancorp, affondata di oltre il 12%, a fronte del SPDR S&P regional banking ETF scivolato dell’8%, al minimo dal gennaio del 2021.
I sell si sono abbattuti anche sui grandi colossi di Wall Street: Wells Fargo ha perso il 6%, JP Morgan il 5,4%, Bank of America il 6% e Citigroup il 4%.
A niente sembra essere servita la conference call indetta dal ceo di SVB Financial Greg Becker nella giornata di ieri:
Il numero uno della Silicon Valley Bank ha invitato i clienti a “rimanere calmi”, secondo una fonte vicina al dossier, chiedendo loro di sostenere la banca, così come SVB ha sostenuto i clienti nel corso degli ultimi 40 anni.
Dramma SVB: crollo banche riporta alla mente tempi bui
Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta quanto sta avvendo a Wall Street.
“Quando si dice che ‘piove sul bagnato’, scrive l’analista:
“Con gli investitori preoccupati per le evoluzioni relative al percorso di rialzi da parte della Federal Reserve, i mercati scivolano al ribasso trascinati dal settore meno aspettato: il finanziario Le anticipazioni di ieri avevano offerto un iniziale sollievo. La crescita superiore al previsto delle richieste settimanali di disoccupazione aveva di fatto alleviato le pressioni sui rendimenti obbligazionari, attenuando le preoccupazioni che un mercato del lavoro caldo potesse costringere la Fed a continuare ad alzare aggressivamente i tassi di interesse. Situazione che tuttavia dovrà prima passare al vaglio dei NonFarm Payroll odierni, con gli economisti che hanno sottovalutato il dato per dieci mesi consecutivi, un record storico”.
E’ in questo contesto che è stata sganciata la bomba SVB.
Debach ha fatto riferimento nella sua nota alla “pessima giornata per le banche Usa, che sono scese di oltre il -7% (KBW Bank Index), trascinando al ribasso l’intero settore finanziario -4% (XLF)”, aggiungendo che “il crollo delle banche, come ben risaputo, è sempre una cattiva notizia per i mercati, che riporta alla memoria tempi decisamente bui”.
“A influenzare negativamente è stata la decisione di SVB di rafforzare la propria posizione patrimoniale, mossa che ha alimentato le preoccupazioni riguardanti l’impatto dell’impennata dei tassi sui bilanci delle banche“, ha continuato Debach.
Dunque? Cosa significa questa nuova stangata che si è abbattuta su Wall Street?
“La situazione, di fondo, evidenzia due aspetti fondamentali: il primo sono le problematiche delle banche comunitarie, eccessivamente dipendenti dal clima economico della regione, sia nel bene che nel male; mentre il secondo, che resta un punto da verificare, è se la decisione e le criticità di SVB possano essere dirette dalle maggiori preoccupazioni che il settore tecnologico della Silicon Valley sta registrando, a colpi di licenziamenti e di un deciso aumento dei costi di finanziamento”.
Fatto sta che ieri Wall Street l’ha presa decisamente male. Il Nasdaq Composite ha perso il 2,05%, mentre lo S&P 500 è capitolato dell’1,85%. Il Dow Jones è crollato di 543,54 punti, o dell’1,66%, scendendo al di sotto della media mobile in 200 giorni, per la prima volta dallo scorso 9 novembre.
E fatto sta che anche i mercati azionari mondiali la stanno prendendo molto male, se non altro per la consapevolezza del fatto che SVB è tutto fuorchè un caso isolato.
“Molte banche detengono grandi portafogli di bond, il cui valore si sta abbassando a causa dell’aumento dei tassi di interesse – ha commentato alla Cnbc Russ Mould, investment director della piattaforma di investimenti britannica AJ Bell- La situazione di SVB ricorda che molte istituzioni siedono su ingenti perdite non realizzate legate alle loro partecipazioni nel mercato del reddito fisso”.
Doom loop, dunque: un problema che, senza voler parlare sempre dell’Italia, comunque riguarda molto le banche italiane.