Chiusura Borse oggi, 01 marzo 2023: preoccupa l’inflazione in Germania, bene Pil Italia
Seduta nuovamente all’insegna della debolezza in Europa, con gli investitori che continuano a monitorare i dati sull’inflazione. Intanto, procede debole anche Wall Street, con l’indice S&P500 si trova vicino a quota 4.000 punti in calo dello 0,39%. La debolezza odierna a Wall Street arriva in scia alla diffusione dell’indice ISM manifatturiero di febbraio, che ha evidenziato il primo miglioramento in sei mesi, pur restando in zona contrazione.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 01 marzo 2023
Indici Europa e Italia
A Milano, l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,59% a quota 27.315 punti. L’indice Euro Stoxx 50 si appresta a chiudere le contrattazioni con un calo dello 0,54%, trovandosi così a quota 4.215 punti.
Debolezza anche sul Dax di Francoforte in calo dello 0,41 e Cac 40 francese (-0,46%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul listino principale di Piazza Affari, svetta vetta Moncler (+3,29%) promossa dagli analisti dopo i conti del quarto trimestre.
Acquisti anche su Stellantis (+3%) e Saipem (+1,15%), che ha annunciato un nuovo contratto da 400 milioni di dollari in Costa d’Avorio,
Al contrario, vendite su Diasorin (-2,76%), Recordati (-2,54%) ed Enel (-2,2%).
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 184 punti base con il rendimento del decennale italiano in rialzo al 4,55%. Continuano a salire anche i rendimenti dei Treasury statunitense con il tasso sul decennale al 3,99%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, cambio euro/dollaro in netto rialzo a 1,066 dopo i dati sull’inflazione tedesca; mentre fra le materie prime recupera terreno il petrolio, con il Brent a 83,7 dollari al barile, ma chiude il mese di febbraio in ribasso, indebolito dalle crescenti preoccupazioni per l’inasprimento sui tassi, oltre che per via dell’aumento delle scorte negli Stati Uniti.
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Sopra le attese l’inflazione anche in Germania
In giornata è stato pubblicato il dato sull’inflazione in Germania, che a febbraio ha segnato un incremento al +8,7% su base annua, sopra le attese e in linea con la rilevazione di gennaio. Il dato tedesco segue gli aumenti registrati in Francia e Spagna, segnalando che le pressioni sui prezzi non si sono affatto esaurite e mettendo pressione sulla Bce in vista delle prossime riunioni.
In quest’ottica, il membro del Consiglio direttivo Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, si è detto favorevole ad aumenti dei tassi e ad un Quantitative Tightening più aggressivo.
Bene il Pil in Italia
In Italia, l’Istat ha reso noto che la crescita del Pil nel 2022 si attesta al 3,7%, mentre il rapporto debito/Pil è calato al 144,7%.