Chiusura Borse oggi, 23 febbraio 2023: inflazione Eurozona confermata in calo
Seduta all’insegna dei rialzi in Europa, con tutti i principali indici del Vecchio Continente che archiviano la seduta con guadagni frazionari. Nel frattempo, procede poco mossa Wall Street all’indomani delle minute della Fed e dopo alcuni dati macro contrastanti. I verbali della banca centrale confermano l’intenzione di alzare ancora i tassi, con qualche membro del Fomc che avrebbe voluto un ritocco da 50 bp già nella scorsa riunione.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 23 febbraio 2023
Indici Europa e Italia
A Milano, l’indice Ftse Mib archivia la seduta in rialzo dello 0,65% a 27.277,62 punti. L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in guadagno dello 0,4% trovandosi così a quota 4.258 punti. Segni positivi anche per l’indice Dax di Francoforte (+0,5% a 15.476 punti), l’Ibex 35 di Madrid (+0,6%) e Cac 40 francese (+0,3%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul listino principale di Piazza Affari, acquisti in particolare Saipem (+3,9%) e Stellantis (+3,6%), ancora sostenuta dai risultati pubblicati ieri. Bene anche Pirelli (+3,1%) dopo i conti superiori ai target.
Al contrario, vendite su Telecom Italia (-2,4%), in attesa di sviluppi sul fronte della rete ed Eni (-5,4%), che ha raddoppiato l’Ebit adjusted nel 2022 ma ha evidenziato un utile netto sotto le attese nel quarto trimestre.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund resta in area 192 punti base con il rendimento del decennale italiano al 4,46%.
Da segnalare che in giornata il Tesoro ha collocato 5 miliardi di Bot a 6 e 12 mesi, con rendimenti in salita sopra il 3%.
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Forex e Commodity
Tra le valute, il cambio euro/dollaro buca al ribasso quota 1,06 mentre fra le materie prime rimbalza il petrolio, con il Brent a 82,2 dollari al barile.
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Pil Usa 4Q rivisto al ribasso
Per quanto riguarda gli eventi macro di rilievo, nell’eurozona l’inflazione di gennaio è scesa all’8,6% dal 9,2% di dicembre, rispetto all’8,5% della lettura preliminare, con un dato core che cresce però dal 5,2% al 5,3%.
Negli Usa, invece, il Pil annualizzato del quarto trimestre è stato rivisto al ribasso al 2,7% (dal 2,9%), complice una crescita più contenuta dei consumi (+1,4% rispetto al 2,1%). L’indice dei prezzi della spesa per consumi personali è aumentato del 3,7%, più del 3,2% inizialmente riportato, con un dato core rivisto al rialzo dal 3,9% al 4,3%.
Le richieste di sussidi di disoccupazione, infine, sono ai minimi da quattro settimane (192 mila), ad ulteriore testimonianza di una solidità del mercato del lavoro che rischia di alimentare le pressioni sui prezzi.