Chiusura Borse oggi, 03 febbraio 2023: sorprende il mercato del lavoro Usa
Seduta contrastata in Europa con i principali indici che archiviano le contrattazioni in ordine sparso; mentre Wall Street recupera terreno dopo una partenza sotto la parità e al momento scambia poco sotto la parità, con l’indice S&P 500 a quota 4.170 punti.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 03 febbraio 2023
Indici Europa e Italia
L’indice EuroStoxx50 chiude le contrattazioni sopra a 4.250 punti con un rialzo frazionale dello 0,42%; mentre l’indice Dax di Francoforte chiudere la seduta nuovamente sotto quota 15.500 punti, con un calo dello 0,20%. Vendite anche l’Ibex 35 di Madrid che chiude sulla parità; mentre il migliore in Europa è Cac40 francese in positivo dell0 0,94%.
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
A Milano l’indice Ftse Mib chiude le contrattazioni in calo dello 0,55% a quota 26.950 punti.
All’interno del paniere principale di Piazza Affari spicca la performance di Pirelli che chiude in rialzo del +3,61% dopo le raccomandazioni da parte di Morgan Stanley che ha alzato il rating sul titolo a Overweight/In-Line, confermando il target price a 5,5 euro.
Acquisti anche su Campari (+2,43%), Finecobank (+2,73%) e Diasorin (+1,34%).
Al contrario, vendite su Nexi (-2,78%), Intesa Sanpaolo (-2,93%) ed Hera (-2,79%).
Nel dettaglio, Intesa Sanpaolo chiude in calo dopo i risultati che hanno messo in luce un utile netto consolidato di 5.499 milioni di euro, escludendo 1,4 miliardi di euro di accantonamenti/rettifiche di valore per Russia e Ucraina.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, tornano a salire i rendimenti obbligazionari, compreso quello del Btp che si impenna di 15 punti base al 4,05%, mentre lo spread con il Bund si allarga leggermente a 173 punti base.
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Forex
Sul fronte dei cambi valutari l’euro/dollaro torna sotto quota 1,09; mentre tra le materie ha invertito la rotta il petrolio, con il Brent a 83 dollari al barile.
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Sorprende il Job Report Usa
La vendita odierna sui titoli di Stato e il rafforzamento del biglietto verde è stato innescato soprattutto dal sorprendente rapporto di gennaio sul mercato del lavoro statunitense, che ha spinto il tasso del Treasury decennale al 3,53%.
In tal senso, i dati hanno evidenziato la creazione di 517 mila nuovi impieghi, quasi il triplo dei non farm payrolls attesi, con un tasso di disoccupazione ai minimi dal 1969, al 3,4%.
Questi numeri confermano ancora una volta la solidità del mercato del lavoro statunitense, aumentando le preoccupazioni della Fed, secondo cui è necessaria una moderazione delle pressioni sui salari per contrastare con efficacia l’inflazione.
Come da attese, ieri la Bce ha invece alzato il costo del denaro di 50 punti base, preannunciando una nuova stretta di pari entità a marzo. Tuttavia, gli operatori si sono concentrati su una possibile attenuazione delle strette in seguito e hanno accolto positivamente i commenti di Christine Lagarde in merito ai minori rischi e al probabile rallentamento dell’inflazione.
Sul fronte dati macro oggi sono giunti gli indici Pmi servizi e composito dei principali Paesi europei, che dopo sei mesi di contrazione tornano a mostrare una marginale espansione per l’economia dell’eurozona, con il terziario sui livelli massimi da luglio.