Intesa SanPaolo conferma target 6,5 mld utile netto al 2025. Dividendi e buyback: i dettagli
Intesa Sanpaolo ha confermato la formula del Piano di Impresa 2022-2025 e, in particolare, l’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto al 2025. Riguardo al tema dividendi, nella nota con cui la banca guidata da Carlo Messina ha pubblicato i conti del 2022 e del quarto trimestre si legge che “il Consiglio di Amministrazione riunitosi oggi ha deliberato di dare esecuzione al buyback per il restante ammontare di 1,7 miliardi di euro autorizzato dalla BCE”.
Per la precisione, “il buyback verrà effettuato nel rispetto dei termini autorizzati dall’Assemblea del 29 aprile 2022, che in particolare prevedono l’acquisto delle azioni proprie e il loro annullamento entro la data di stacco del dividendo relativo al bilancio di esercizio chiusosi al 31 dicembre 2022, ossia entro il 22 maggio 2023. La data di avvio del programma di acquisto e i relativi dettagli verranno resi noti nei prossimi giorni”.
“Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di 3.047.836.282,28 euro complessivamente a valere sull’utile 2022, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato, che, tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 1.399.608.167,99 euro (*), porta alla proposta di distribuzione di 1.648.228.114,29 euro a saldo”.
“Sulla base dell’attuale numero di 18.988.803.160 azioni ordinarie in cui è suddiviso il capitale sociale – si legge nel comunicato di Intesa – il saldo dividendi è pari a 8,68 centesimi di euro per azione, al lordo delle ritenute di legge; i dividendi relativi alle azioni che saranno state annullate al completamento del predetto buyback verranno proporzionalmente attribuiti alle altre azioni in circolazione che ne avranno diritto; alle azioni proprie di cui la Banca si trovasse eventualmente in possesso alla record date non spettano dividendi, e il relativo importo sarà girato a riserva straordinaria”.
“Tale distribuzione, se approvata dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal giorno 24 maggio 2023 (con stacco cedole il 22 maggio e record date il 23 maggio). Rapportando l’importo unitario a saldo di 8,68 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato ieri, risulta un rendimento (dividend yield) pari a 3,5%; se si rapporta anche l’importo unitario di 7,38 centesimi di euro corrisposto come acconto nello scorso novembre, il dividend yield complessivo a valere sull’esercizio 2022 risulta pari a 6,5%”.
Intesa SanPaolo, la banca italiana guidata da Carlo Mesina, ha annunciato oggi un utile netto del Gruppo, riferito al 2022, “pari a 5.499 milioni di euro escludendo 1,4 miliardi di euro di accantonamenti / rettifiche di valore per Russia e Ucraina”.
L’utile ha superato “l’obiettivo del Piano di Impresa 2022-2025 di oltre 5 miliardi per il 2022. L’utile netto contabile è pari a 4.354 milioni di euro. I crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2”, si legge nel comunicato.
Intesa SanPaolo ha reso noto che “nel secondo semestre 2022 è stata ridotta del 68% (circa 2,5 miliardi di euro) l’esposizione verso la Russia, scesa sotto lo 0,3% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo”.
I proventi operativi netti di Intesa SanPaolo “sono saliti nel 2022 del 3,3% rispetto al 2021; i costi operativi hanno segnato una diminuzione dello 0,4% rispetto al 2021. Il cost/income si è attestato al 50,9% nel 2022, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee”, si legge ancora nel comunicato.
“Il costo del rischio è stato pari a 70 centesimi di punto (da 59 nel 2021), a 30 se si escludono gli stanziamenti pari a circa 1,3 miliardi per l’esposizione a Russia e Ucraina e a circa 1,2 miliardi per overlay e per favorire il de-risking, al netto di circa 0,7 miliardi di euro di rilascio a valere sulle rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19 (da 25 nell’esercizio 2021 se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati), con 0,9 miliardi di euro di overlay per accantonamenti generici ancora disponibili”.