Notizie Notizie Mondo Bce alza i tassi e promette nuovi rialzi ma il mercato scommette su un rallentamento delle strette

Bce alza i tassi e promette nuovi rialzi ma il mercato scommette su un rallentamento delle strette

2 Febbraio 2023 16:49

Come da attese, oggi la Bce ha alzato di 50 punti i tre tassi di interesse di riferimento, annunciando ulteriori incrementi nelle prossime riunioni. In particolare, il Consiglio Direttivo intende incrementare il costo del denaro di un altro mezzo punto percentuale a marzo per poi valutare le mosse future.

Nella conferenza stampa post meeting, la presidente Christine Lagarde ha sottolineato che i rischi per l’economia sono più bilanciati e le prospettive di inflazione più equilibrate. In scia alle parole di Lagarde, crollano i rendimenti obbligazionari europei, in particolare quelli dei Btp decennali in discesa di oltre 35 punti base al 3,9%. Sul Forex l’euro/dollaro scende in area 1,092, dopo aver toccato ieri quota 1,1. I mercati sembrano dunque scommettere su un rallentamento e una prossima fine dell’inasprimento monetario.

Tasso di rifinanziamento principale al 3% e tasso sui depositi al 2,5%

La Bce ha annunciato oggi che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%, con effetto dall’8 febbraio 2023.

Il Consiglio direttivo continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% nel medio termine.

Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, esso intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione.

Le delibere sul Quantitative Tightening della Bce

La Bce ha altresì deliberato sulle modalità di riduzione delle consistenze dei titoli detenuti dall’Eurosistema nel quadro del Programma di acquisto di attività (PAA). Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese dall’inizio di marzo alla fine di giugno 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo. I reinvestimenti parziali saranno condotti sostanzialmente in linea con la prassi attuale.

Nell’ambito degli acquisti di obbligazioni societarie da parte dell’Eurosistema, i restanti reinvestimenti saranno orientati maggiormente verso emittenti con risultati migliori dal punto di vista climatico. Fatto salvo l’obiettivo della BCE della stabilità dei prezzi, tale approccio sosterrà la graduale decarbonizzazione delle consistenze di obbligazioni societarie dell’Eurosistema, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.

Bce pronta ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione

Il Consiglio direttivo rimane pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% a medio termine.

Per quanto riguarda lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, potrà essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato di stabilità dei prezzi.

Lagarde: “rischi più bilanciati ma servono altri rialzi”

Nella conferenza stampa post meeting, Christine Lagarde ha rimarcato che l’economia della zona euro ha subito un marcato rallentamento ma rimane più resiliente del previsto. La fiducia sta aumentando e ci sono segnali positivi sia nell’allentamento dei colli di bottiglia nell’attività manifatturiera, sia nella resilienza del settore terziario.

La presidente ha sottolineato che i rischi per l’outlook di crescita sono ora più bilanciati e le prospettive sull’inflazione risultano maggiormente equilibrate rispetto ai mesi passati. Le pressioni sui prezzi rimangono forti e i prezzi al dettaglio potrebbero ancora aumentare nel breve termine, ma il recente calo dei prezzi dell’energia potrebbe frenare l’inflazione più rapidamente del previsto, determinando dinamiche più deboli per l’inflazione sottostante.

Lagarde ha anche messo in guardia i Paesi dal ricorso a misure fiscali per arginare il caro energia e l’inflazione, in quanto potrebbero esasperare le pressioni inflazionistiche e rendere necessaria una risposta della Bce più forte.

La presidente ha chiarito che in tutti gli scenari ragionevoli, saranno necessari aumenti significativi dei tassi, che dipenderanno dai dati e verranno decisi incontro per incontro. Anche il rialzo di 50 punti base indicato per marzo non deve essere considerato come irrevocabile. Quel che è certo è che il processo disinflazionistico non è ancora in atto e resta molta strada da percorrere per riportare l’inflazione verso il target del 2%.