Musk all’attacco: ‘Queste società controllano l’azionario”
Elon Musk, ceo di Tesla, di Twitter e di SpaceX, continua a far parlare di sé per i bersagli che prende puntualmente di mira.
Oltre ad essersela presa con Anhony Fauci, l’immunologo che è stato il volto della risposta americana alla pandemia Covid-19, il patron di Tesla ha lanciato nei giorni scorsi un attacco anche contro il World Economic Forum (WEF) di Davos.
Nelle ultime ore, il tycoon americano è sbottato infine contro due istituzioni che, a suo avviso, controllerebbero il mercato.
Rimane noto l’attacco contro il dottor Fauci, quando Elon Musk promise la diffusione di file che avrebbero denunciato quello che considera il totalitarismo delle autorità sanitarie nel rispondere alla pandemia Covid.
Questi file avrebbero dovuto anche smascherare l’immunologo.
Da Fauci al WEF: gli ultimi attacchi di Musk
Tutto questo nonostante il rischio che un simile attacco possa ritorcersi contro Musk, e più precisamente contro alcune delle sue aziende, come Tesla.
La clientela del leader dei veicoli elettrici è composta in gran parte da progressisti, che a loro volta sono spesso accaniti difensori di Fauci.
Sull’attacco contro il World Economic Forum, la cui ultima convention si è appena conclusa a Davos, in Svizzera, il miliardario ha accusato il WEF di agire come un governo mondiale impopolare.
“Il WEF sta diventando sempre più un governo mondiale non eletto che il popolo non ha mai chiesto e non vuole”, ha dichiarato il 18 gennaio il magnate della tecnologia.
Il punto è che se Musk, il secondo uomo più ricco del mondo, critica aspramente un circolo composto da persone ricche quanto lui, secondo i critici del forum, le sue osservazioni servono a dimostrare che Davos non sta adempiendo alla missione prefissata.
“L’incontro del World Economic Forum di Davos è diventato in gran parte irrilevante, poco più di un esercizio di autocompiacimento per le élite mondiali per convincersi che stanno facendo la differenza”, ha denunciato Patriotic Millionaires, un’associazione di ricchi che si batte per “un’equa rappresentanza politica, un salario minimo vivibile e un sistema fiscale equo”.
Musk attacca il potere: nel mirino ISS e Glass-Lewis
Non solo Davos. Il numero uno di Tesla ha deciso di prendere di mira nelle ultime ore altre due entità che simboleggiano il potere.
Si tratta delle due maggiori società di consulenza per gli investitori: Institutional Shareholder Services e Glass-Lewis. Per Musk, ISS e Glass Lewis sono i veri padroni del mercato azionario.
Ai suoi occhi, il loro potere è sproporzionato.
Le due società forniscono consulenza agli azionisti sui compensi dei dirigenti e sulle votazioni per i membri del consiglio di amministrazione e i loro consigli vengono sia considerati che ignorati.
“Troppo potere è concentrato nelle mani di società di ‘servizi agli azionisti’ come ISS e Glass Lewis, perché gran parte del mercato è costituito da fondi passivi/indici, che esternalizzano le decisioni di voto degli azionisti”.
Di conseguenza, “ISS e Glass Lewis controllano di fatto il mercato azionario”.
Come spesso accade con Musk, il primo attacco mira a preparare il terreno e nei prossimi giorni o settimane ci si aspetta che gli attacchi contro le due società vengano moltiplicati.
ISS e Glass Lewis sono note tra le altre cose per incoraggiare l’attuazione delle norme ESG (ambientali, sociali e di corporate governance). Ma anche qui Musk ha fatto dell’ESG il suo nemico numero uno.
Cosa ne pensano i follower di Musk?
“Queste società che offrono soluzioni di governance sono davvero sconcertanti”, ha commentato un utente di Twitter. “La dicitura ‘raccomanda di votare contro/per’ è una minaccia sottilmente mascherata del fatto che hanno il controllo e che è meglio assecondarli. Non delegherei mai il mio voto a loro. Il 97% della quota di mercato consiglia di votare = controllo completo”.
“Ahi!” ha commentato un altro utente.
“È così importante votare come singolo investitore piuttosto che lasciar fare a queste società di ‘servizi per gli azionisti’ che manipolano il mercato azionario”, ha commentato un utente di Twitter.
Tra Musk e le due società non corre buon sangue.
ISS e Glass Lewis avevano raccomandato agli azionisti di votare contro il generoso pacchetto di compensi che Tesla concesse al suo carismatico CEO nel 2018.
Lo scorso novembre si è tenuto un processo sulla retribuzione di Musk. Un azionista di Tesla aveva presentato un reclamo per protestare contro il suo compenso, stimato in oltre 50 miliardi di dollari ma condizionato alla performance finanziaria e borsistica dell’azienda. Il processo si è concluso a metà novembre.
Il cancelliere Kathaleen McCormick della Court of Chancery del Delaware non ha ancora emesso una sentenza.
Secondo Jim Woodrum, professore di formazione esecutiva presso la Kellogg School of Management della Northwestern University, le critiche all’ISS e a Glass Lewis si sentono anche nei consigli di amministrazione.
“Se chiedeste agli amministratori quale sia la loro più grande lamentela riguardo ai cambiamenti avvenuti nei cda negli ultimi 20 anni, penso che molti brontolerebbero e poi direbbero qualcosa riguardo a Institutional Shareholder Services e Glass Lewis”, ha detto Woodrum.
“Per alcuni, queste entità hanno azzoppato il divertimento di essere un esponente dei cda, poiché la creatività è stata sostituita da una maggiore attenzione alla conformità“.
Woodrum ha poi spiegato come operano le due società di consulenza e come acquisiscono potere.
“Entrambe le società hanno creato dei modelli di governance sulla base di ciò che pensano. Molte istituzioni seguono le loro raccomandazioni, mentre altre si abbonano ai servizi ma impiegano anche il proprio personale per determinare come votare le proprie azioni”.
“L’aspetto più interessante di queste società è che il loro modello di business impone loro di modificare regolarmente le linee guida. Dopotutto, se avessero una serie di regole semplici e tutte le società le adottassero, non ci sarebbe bisogno di ISS o Glass Lewis”.
Ma i consigli di amministrazione sono diventati dipendenti da ISS e Glass Lewis, ha avvertito Woodrum.
La conversazione più diffusa nei consigli di amministrazione è, secondo lui, “Cosa ne pensa ISS?”.
Che Musk abbia ragione?