Gruppo San Donato: conti 2020 in rosso ma punta alla Borsa. Quotazione nel 2023?
Dopo aver chiuso il 2020 con un rosso di 62 milioni di euro, il Gruppo San Donato è il primo operatore privato della sanità italiana potrebbe sbarcare in borsa nel 2023.
Con le sue 19 strutture per 5.178 posti letto e 5.800 medici, il Gruppo ha chiuso il 2020 con una perdita consolidata di 62 milioni (30 milioni il rosso della controllata San Raffaele), rispetto a un fatturato che si è attestato a 1,6 miliardi. Ma nonostante questi numeri in negativo, la quotazione in Borsa resta una priorità.
“Già prima della pandemia parlavamo di quotazione. Pian pianino i punti si stanno allineando e siamo sempre più organizzati per diventare una società quotata o con avere partner industriali importanti per trasmettere quello che facciamo in modo chiaro e trasparente”, ha commentato il vicepresidente del gruppo Paolo Rotelli, durante la conferenza stampa di presentazione dei progetti industriali e della nuova organizzazione societaria. “E’ dal 2019 che bussano di continuo alla nostra porta fondi e partner industriali. Siamo pronti ad aprirci a partner strategici importanti”. La pandemia ha però rallentato la strategia finanziaria. “L’ultimo biennio a causa del Covid ha appesantito i bilanci del gruppo e, quindi, realisticamente, per poter negoziare in maniera giusta, bisognerà aspettare il bilancio al 2022. Anche perché proprio con la conclusione del prossimo esercizio il San Raffaele dovrebbe tornare a presentare un utile stimato 20 milioni. “Abbiamo investito finora 705 milioni in questo polo sanitario. E alla holding di famiglia è tornato zero in termini economici. Ci aspettiamo presto una redditività”. Per tale ragione per lo sbarco a Piazza Affari, o l’ingresso nel capitale di un partner di peso, “si parla del 2023, valutiamo tutte le opzioni e se ci fosse un’occasione la coglieremmo” conclude Rotelli.