Mps e Banco BPM post JP Morgan. Focus titoli e rumor
Banco BPM e Mps titoli osservati speciali a Piazza Affari: Banco BPM dopo la mossa di JP Morgan, e Mps sulla scia delle ultime indiscrezioni.
Mf-Milano Finanza ha riportato oggi che la banca senese sarebbe pronta alla “banca unica”, a seguito dell’operazione di aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che si è conclusa con successo.
“Siena vuole accelerare sugli obiettivi del piano strategico e, in particolare, sul recupero di efficienza e sul controllo dei costi. In questa direzione andrà l’integrazione nella capogruppo delle due principali controllate, cioè la corporate bank Mps Capital Services e la fabbrica prodotto Mps Leasing & Factoring. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il lavoro sul progetto (sottoposto all’autorizzazione della Bce) sarebbe partito con il nuovo anno”, scrive Luca Gualtieri.
Il titolo Mps scatta in Borsa di quasi il 4%, portando avanti il rally da inizio anno.
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Titolo attenzionato è anche Banco BPM, dopo la mossa di JP Morgan, che ha azzerato la sua partecipazione nella banca italiana gestita da Giuseppe Castagna. E’ quanto è emerso dalle recenti comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti: la partecipazione del colosso bancario Usa, pari al 5,2%, è stata smobilizzata all’inizio dell’anno, lo scorso 4 gennaio, dopo la sua acquisizione avvenuta nel mese di agosto.
JP Morgan aveva accumulato la quota in Banco BPM attraverso strumenti finanziari derivati.
E ora ci si chiede chi sia l’acquirente della partecipazione.
A parlare del caso Banco BPM-JP Morgan è stato in particolare un articolo de Il Messaggero.
“Subito l’attenzione di coloro che hanno letto la mnotizia si è indirizzata verso i potenziali acquirenti, imboccando la pista francese del Credit Agricole (CA), vista la liason con il Banco”.
Il Messaggero ha ricordato che JP Morgan è “l’advisor storico della banque verte. CA ha il 9,18% di Banco BPM e comunque, secondo le norme Consob, superando il 10% dovrà comunicarlo al mercato”.
Tuttavia, al quotidiano romano fonti di Credit Agricole hanno escluso il coinvolgimento della banca francese.
Tornando a Mps, qualche giorno fa il Presidente dell’ACRI, Francesco Profumo, in una intervista a Il Sole 24 Ore, ha confermato di essere fiducioso sul dossier del Monte di Stato – partecipato dal Mef-Tesoro con una quota del 64% circa, affermando che la banca, a seguito della ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro, “può guardare con fiducia al futuro”.
Profumo ha ricordato il ruolo delle Fondazioni bancarie nell’aumento di capitale di Mps, precisando che le “fondazioni hanno scelto e agito individualmente” e aggiungendo che “il piano presentato dall’AD di Mps (Luigi) Lovaglio è stato molto convincente“, in quanto ha presentato “una prospettiva di risanamento sul lungo periodo”.
A Piazza Affari si scommette sul prossimo risiko bancario made in Italy, che vede protagonista il Monte dei Paschi di Siena: dopo l’aumento di capitale, la strada per la banca senese porta infatti il nome di privatizzazione. E’ stato lo stesso ceo Luigi Lovaglio a rinfocolare ulteriormente i buy sul titolo affermando, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore all’inizio di questa settimana che Mps non è più «un problema sistemico» per l’Italia ma è anzi «padrona del suo futuro» e deve essere «un pivot del sistema bancario e del processo di consolidamento».