Italia: in arrivo un semestre di volatilità. Cautela sui BTP
Il 2023 si apre all’insegna di un concetto-chiave che potrebbe accompagnarci per diversi mesi a venire: quello di moderazione. Così scrivono nero su bianco gli analisti di Anima secondo cui “l’intervento aggressivo della BCE a dicembre ha riportato i mercati con i piedi per terra: la strada per una normalizzazione delle politiche monetarie, soprattutto in Area Euro, è ancora lunga”.
“Il 2023 – continuano gli esperti – si preannuncia come un anno segnato da crescita debole, inflazione in calo e Banche centrali riluttanti ad adottare un approccio più morbido. La prospettiva su scala globale resta quella di un indebolimento pronunciato nei Paesi sviluppati, e di una ripresa in Cina”. “Per quanto riguarda l’inflazione, aggiungono, restiamo convinti che il picco sia stato registrato nel terzo trimestre negli Stati Uniti e sia in corso in Area Euro”.
Ma come sarà il 2023 dal punto di vista dell’indice dei prezzi al consumo? “Dovrebbero emergere diffuse pressioni al ribasso, aggiungono e secondo le nostre stime, l’inflazione rallenterà da 8,0% a 3,5% negli Stati Uniti e da 8,4% a 5,4% in Area Euro, sulla scorta del pass-through (cioè dalla trasmissione) dello shock sui prezzi di gas ed elettricità”.
“In Area Euro, continuano gli esperti, il primo calo dell’inflazione in 17 mesi conferma che il picco per l’indice headline è alle spalle. Il contributo dell’energia è stato cruciale in tal senso, mentre sui costi del cibo si registra una divergenza fra prezzi dei prodotti freschi e trasformati”.
La view sui mercati azionari torna tatticamente negativa continuano sostenendo che “nelle prossime settimane, la revisione al ribasso delle stime sulla crescita degli utili provocata dal rallentamento dell’attività economica potrebbe pesare sugli indici di borsa e suggeriamo di aumentare l’esposizione ai settori difensivi”.
Italia: prepararsi a un semestre di volatilità
Nella loro view, gli esperti di Anima si soffermano sull’Italia. “In un quadro segnato da un’inflazione ancora alta e da un contesto macroeconomico migliore delle attese, fra ottobre e novembre i mercati azionari hanno messo a segno un recupero importante” dicono. “Le previsioni per il prossimo futuro sono però segnate da attese di aumento della volatilità nel primo semestre e rallentamento della crescita del Pil, oltre che dai primi segnali di pressione sui margini e indebolimento della domanda”.
“L’indicazione è di sovrappeso per finanziari, energetici e titoli di qualità che hanno subìto un de-rating significativo o che presentano profili ESG attraenti. Al contrario – continuano – siamo cauti sui titoli di società molto indebitate, industriali, beni discrezionali e consumi di base”.
Cosa devono fare gli investitori
“Per questo consigliamo un atteggiamento prudente sia sui mercati obbligazionari che su quelli azionari, pur monitorando con attenzione eventuali opportunità a livello settoriale o geografico, come quelle che si profilano in Cina” aggiungono. Proprio in Cina, “la debolezza dei dati su inflazione e crescita apre le porte a un ammorbidimento dell’approccio della Banca Popolare Cinese: ci aspettiamo un ultimo taglio del coefficiente di riserva obbligatoria durante l’inverno e misure di supporto ai settori più in difficoltà”.
In questo contesto, l’asset allocation subisce alcune revisioni, aggiungono. “In particolare, restiamo tatticamente neutrali e strategicamente costruttivi sui Treasury, visto il contesto di rallentamento di crescita e inflazione, e l’equilibrio favorevole fra domanda e offerta. Riduciamo invece l’esposizione ai titoli di Stato europei, sui quali nel breve termine raccomandiamo cautela, per le possibili pressioni derivanti dall’aumento del livello terminale del tasso di deposito prezzato dai mercati e dagli effetti del QT sull’offerta netta. La stessa indicazione vale per i BTP” concludono.