Wall Street e l’addio al 2022: Nasdaq -33%, S&P 500 -19%, Dow Jones -8,6%. Anno peggiore dal 2008
Wall Street in preda ai sell nelle prime ore dell’ultima seduta del 2022: un anno da dimenticare per la borsa Usa, e non solo, visto che le vendite si sono accanite contro diverse classi di asset.
Wall Street per ora non replica quella voglia di rally che aveva fatto capolino nella sessione di ieri, portando il Dow Jones Industrial Average a rimbalzare di 345,09 punti, (+1,05%), lo S&P 500 a salire dell’1,75% e il Nasdaq Composite a segnare un progresso del 2,59% a 10.478,09.
Alle 16.10 ora italiana, il Dow Jones cede quasi 240 punti (-0,68%) a 32.995 punti circa, lo S&P 500 arretra dello 0,81% a 3.817, mentre il Nasdaq lascia sul terreno l’1,11% a quota 10.360.
Per il Nasdaq, lo S&P 500 e il Dow Jones il 2022 si conferma l’anno peggiore dal 2008, sulla scia dell’ossessione-paura di un’inflazione galoppante negli Stati Uniti e di ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed di Jerome Powell.
Guardando a ciascun indice tra quelli principali della borsa Usa, il Dow Jones ha terminato il quarto trimestre del 2022 con un balzo del 15,65%, dopo ben tre trimestri consecutivi di perdite.
Su base annua, il Dow Jones ha sovraperformato Wall Street, limitando i danni a un calo YTD (year to date) dell’8,58%.
L’indice ha interrotto in ogni caso una scia rialzista durata tre anni, incassando la peggiore performance su base annua dal 2008, quando scivolò del 33,84%.
Lo S&P 500 ha ceduto a dicembre il 5,66%, interrompendo la scia rialzista dei due mesi precedenti. Su base trimestrale, il listino è salito nel quarto trimestre del 2022 del 7,35%, dopo tre trimestri consecutivi di ribassi. Dall’inizio del 2022, la perdita è stata del 19,24%.
Anche lo S&P 500, su base annua, è pronto a interrompere un trend positivo durato tre anni, riportando la performance peggiore dal 2008, quando precipitò del 38,49%.
Annus horribilis per il Nasdaq Composite. Nel mese di dicembre l’indice ha ceduto l’8,63%, interrompendo una scia rialzista durata due mesi.
Su base trimestrale il listino tecnologico ha perso lo 0,92% ed è orientato al suo quarto trimestre consecutivo di perdite, per la prima volta dal 2001.
Dall’inizio dell’anno, il Nasdaq è precipitato del 33,03%, interrompendo così come il Dow Jones e lo S&P 500 il trend di buy degli ultimi tre anni, e riportando la perdita peggiore dal 2008, quando soffrì un tonfo del 40,54%.
Va messa in evidenza comunque la performance positiva del Dow Jones e dello S&P 500 su base trimestrale, nel corso del quarto trimestre del 2022, che fa sperare in una rimonta, magari, nel 2023.
Tra le Big Tech, pessima la performamce di Tesla, che ha ceduto il 68% dall’inizio dell’anno; segue tra le mega cap hi-tech Meta con un tonfo del 66%, mentre Amazon è stata la terza peggiore Big Tech in Borsa del 2022, perdendo la metà circa del suo valore.
Il titolo AMZN è precipitato sul Nasdaq del 51%, riportando la perdita su base annua peggiore dal crash dot-com del 2000, quando crollò dell’80%.
La capitalizzazione di Amazon ha bucato la soglia di $1 trilione, scivolando fino a $834 miliardi dagli $1,7 trilioni dell’inizio dell’anno.
Il timore di una Fed ancora più aggressiva sui tassi, a causa di una inflazione che rimane in Usa ben distante dal target della banca centrale Usa, pari al 2%, si è tradotto in un balzo dei rendimenti dei Treasuries, che è stato pagato soprattutto dalle azioni growth.
Oggi i tassi dei Treasuries decennali superano la soglia del 3,9%, riavvicinandosi a quella soglia del 4% che era stata ampiamente sfondata nel corso dell’anno. I tassi dei Treasuries Usa a 2 anni, più sensibili alle decisioni di politica monetaria, salgono al 4,409%. La paura di una inflazione ancora ostinata in Usa e di una Fed più hawkish si fa sentire nel mercato del reddito fisso, come è stato nel corso dell’anno.