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Bce, Lagarde su tassi e guerra in video messaggio auguri

23 Dicembre 2022 14:55

In un video messaggio pubblicato sul sito della Bce, la numero uno della Banca centrale europea Christine Lagarde ha detto che “riusciremo” ad abbassare l’inflazione elevata che continua a caratterizzare l’area euro.

Nel 2022 abbiamo capito che ciò che davamo per scontato era prezioso: pace, energia a basso prezzo e stabilità dei prezzi. L’orribile guerra che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina e contro la sua gente sta provocando una sofferenza umana che si sperava l’Europa non avrebbe mai più rivisto”.

La guerra sta facendo alzare i prezzi energetici provocando anche un balzo dell’inflazione in Europa. Sono consapevole del fatto che una inflazione elevata danneggi tutti, soprattutto i più poveri – ha aggiunto Christine Lagarde – Vi prometto che faremo il possibile per far scendere l’inflazione. Stiamo aumentando i tassi di interesse e li alzeremo ancora in modo costante, finché non arriveranno a un livello che assicurerà il ritorno dell’inflazione al target di medio termine del 2%. Ce la faremo”.

Intanto, sono molto felice del fatto che la nostra famiglia dell’euro stia crescendo: la Croazia sarà il 20esimo paese che si unirà all’area euro il prossimo 1° gennaio, qualcosa che sicuramente celebrerò con l’arrivo del nuovo anno”.

“Spero che tutti voi troviate momenti di gioia in occasione delle feste con i vostri cari”.

E ancora, Christine Lagarde:

“Nel 2023 troveremo la determinazione a difendere quanto è così prezioso: la pace, la libertà, la democrazia. I miei più calorosi auguri a tutti“.

Si è concluso con queste parole il video messaggio di auguri  della presidente della Bce Christine Lagarde.

Non è stato un anno sicuramente facile per Christine Lagarde, alle prese con il terribile dilemma: alzare i tassi per sconfiggere il boom dell’inflazione da guerra provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, rischiando di provocare una forte recessione nell’area euro; o lasciar correre l’inflazione che, nel caso dell’Eurozona, molti hanno detto – e continuano a dire – è stata scatenata più dai problemi che hanno colpito l’offerta, in particolar modo dal rally dei prezzi del petrolio e del gas, che dalla solidità della domanda.