Gas, price cap: Ue trova la quadra. Prezzi TTF giù
Scende il prezzo del gas sul mercato future TTF di Amsterdam, dove il contratto per consegna gennaio ha raggiunto un valore di 103 euro per mwh. A spingere al ribasso i prezzi, l’accordo nell’Ue sul price cap al gas a 180€/MWh, che impedisce di comprare gas a un prezzo maggiore di 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (GNL).
Il meccanismo di correzione del mercato sarà monitorato dall’Acer e in caso di emergenza nella sicurezza dell’approvvigionamento il cap può essere disattivato immediatamente. “L’accordo raggiunto in Europa sul price cap è purtroppo un compromesso deludente, che a poco servirà se nei prossimi mesi la situazione sui mercati del gas dovesse precipitare” ha dichiarato Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy per l’Italia.
Perché l’accordo sul price cap non allevierà la crisi energetica
“L’accordo raggiunto in Europa sul price cap è purtroppo un compromesso deludente, che a poco servirà se nei prossimi mesi la situazione sui mercati del gas dovesse precipitare” sostiene Tomassetti che spiega le sue ragioni.
In primo luogo, “già questa soglia di tolleranza appare fin troppo ampia, senza contare che il tetto non si applicherà alle transazioni over-the-counter, per cui sarà possibile ‘aggirarlo’ accordandosi con singoli fornitori fuori mercato. Inoltre, il meccanismo partirà a metà febbraio, quando si staranno contrattando – come minimo – i prezzi di marzo: per gran parte dell’inverno non avremo alcun price cap”. “Infine, continua, si prevede che il price cap salga insieme al prezzo del GNL, mantenendo lo spread di 35 euro al MWh tra i due prezzi. Questo significa non c’è un vero limite al prezzo: è un tetto che non ci proteggerà se sui mercati del gas dovesse scatenarsi una nuova tempesta”.
Le ragioni dietro questa decisione sono evidenti: pur essendo riusciti a riempire gli stoccaggi, non possiamo sapere se basteranno. Molto dipenderà da quanto lunga e fredda sarà la stagione invernale, un fattore fuori dal nostro controllo. E qualora gli stoccaggi non fossero sufficienti, dovremmo tornare ad acquistare grandi quantitativi di gas, andando a competere per il GNL con giganti come la Cina: non potendo rimanere senza energia, dobbiamo assicurarci di poter offrire un prezzo competitivo.
Questo evidenzia quanto, in merito alla crisi energetica, stiamo vivendo una contraddizione: la percezione comune è che il peggio sia passato, mentre in realtà la fase più critica potrebbe essere proprio di fronte a noi. Senza allarmismi, dobbiamo essere coscienti che tra un paio di mesi potremmo trovarci in una situazione complicata, con opzioni limitate. E che dobbiamo assolutamente evitare di rivivere la stessa situazione negli anni a venire.
Da ultimo, il numero uno di Octopus Energy, sostiene che “in questo senso, la crisi attuale deve essere un’occasione per cominciare a pensare in maniera diversa alla questione energetica. L’aumento della quota di rinnovabili, fondamentale per la decarbonizzazione e l’autonomia, unito alla crescente elettrificazione, comporterà una maggior frequenza di potenziali squilibri, che non potremo risolvere bruciando più carbone. Il futuro dell’energia sarà caratterizzato dunque da una parola chiave: flessibilità” conclude.