Bank of England alza tassi di 50 punti base ma non abbassa la guardia. ‘Continueremo con forza se necessario’
La Bank of England (BoE) ha annunciato di aver alzato il principale tasso di riferimento UK di 50 punti base, indicando l’intenzione di continuare a procedere “con forza, se necessario”, per far rientrare l’inflazione del Regno Unito.
La commissione di politica monetaria della BoE ha votato con 6 voti favorevoli e 3 contrari una stretta che ha portato i tassi UK a salire al 3,5%.
La stretta monetaria è stata inferiore a quella di 75 punti base varata a novembre.
Così come ha fatto la Fed di Jerome Powell e come probabilmente annuncerà tra meno di un’ora la Bce di Christine Lagarde, la Bank of England ha alzato i tassi in modo meno aggressivo rispetto alle riunioni precedenti, confermando tuttavia la propria determinazione ad andare avanti nella lotta contro la fiammata dei prezzi:
questo significa che il fatto che i rialzi di tassi siano meno aggressivi non implica che il tasso terminale o anche tasso finale si confermi più basso. Tutt’altro, visto che dal dot plot della Fed è emerso un tasso terminale ben più alto rispetto a quanto preventivato a settembre.
Tornando al Regno Unito, l’inflazione a ottobre ha testato il record degli ultimi 41 anni, per poi rallentare, come emerso ieri dal fronte macro UK, al 10,7% nel mese di novembre.
Così ING nel suo outlook dedicato in generale alle banche centrali, e dunque alle mosse della Bank of England, qualche giorno fa:
“Gli ultimi dati (UK) sono stati lievemente hawkish, e la banca centrale è consapevole del rischio che l’inflazione nel settore dei servizi e nelle dinamiche salariali potrebbe scendere solo gradualmente, nonostante l’arrivo della recessione. Allo stesso tempo, il budget di autunno del Cancelliere dello Scacchiere ha fatto forse abbastanza per dare rassicurazioni alla BoE sul fatto che la politica fiscale e la politica monetaria stiano andando nella stessa direzione visto che, anche se gran parte della batosta fiscale è stata rimandata ai prossimi anni, il governo ha comunque ridotto gli aiuti contro il caro energia previsti l’anno prossimo per le famiglie”.
Di conseguenza, “prevediamo strette monetarie di 50 punti base sia a dicembre (questo giovedì 15) che a febbraio, fino ad arrivare al picco dei tassi del 4%. Inoltre, essendo improbabile che l’offerta di lavoro diventi meno rigida l’anno prossimo, a fronte di una crescita dei salari destinata dunque a rimanere più alta rispetto a quella delle ultime recessioni, sospettiamo che il primo taglio dei tassi da parte della BoE non si presenterà fino al 2024, e che si manifesterà soltando dopo la Federal Reserve”.