Inflazione, confermato effetto Fed: indice prezzi al consumo CPI rallenta a novembre. Ma rimane ancora ben oltre target Powell
L’inflazione degli Stati Uniti misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita a novembre del 7,1% su base annia, meno del +7,3% atteso dal consensus, e rispetto al rialzo del 7,7% di ottobre. Su base mensile, il rialzo è stato pari a +0,1%, meno del +0,3% atteso e in deciso rallentamento rispetto alla crescita di ottobre, pari a +0,4%. Su base annua, la componente core dell’indice dei prezzi al consumo – inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici e alimentari – ha rallentato il passo dal rialzo del 6,3% di ottobre a una crescita pari a +6%. Su base mensile, il trend del CPI core è stato di una crescita dello 0,2%, a un ritmo inferiore rispetto al +0,3% stimato e in deciso calo rispetto al +0,4% precedente.
Il dato è stato pubblicato proprio oggi, martedì 13 dicembre, giorno in cui il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa, si riunisce per formulare quella decisione sui tassi che sarà annunciata domani, mercoledì 14 dicembre.
L’indice CPI appena reso noto rinfocola le aspettative dei mercati di una stretta monetaria di entità inferiore alle precedenti, pari a +50 punti base, dopo le quattro strette consecutive di 75 punti base, che hanno portato il costo del denaro Usa al top dal 2008, tra il 3,75% e il 4%, lo scorso 2 novembre.
L’indicatore sembra confermare che l’inflazione negli States abbia toccato il picco, fattore che mette il turbo ai mercati, che scommettono ora su una Fed meno hawkish. Detto questo, a un ritmo di crescita pari al +7,1% su base annua, l’inflazione rimane tuttora ben superiore al target della Federal Reserve, pari a un ritmo di crescita su base annua del 2%.