Notizie Notizie Mondo L’allarme inflazione arriva ora anche dalla Bce con l’olandese Knot. I mercati prezzano primo rialzo tassi nel 2022 con probabilità fino a 100%

L’allarme inflazione arriva ora anche dalla Bce con l’olandese Knot. I mercati prezzano primo rialzo tassi nel 2022 con probabilità fino a 100%

11 Ottobre 2021 15:01

Questa volta l’alert inflazione arriva dalla stessa Bce: non dalla numero uno Christine Lagarde, che finora ha rassicurato continuamente i mercati sulla natura transitoria della fiammata dell’inflazione, ma da Klaas Knot, governatore della banca centrale dell’Olanda ed esponente del Consiglio direttivo dell’Eurotower.

A suo avviso, secondo quanto riporta Reuters, gli investitori devono essere consapevoli del rischio rappresentato da una inflazione in crescita, al fine di evitare aggiustamenti anche shock di mercato . Questo, ha consigliato di fare Knot, anche se le pressioni sui prezzi appaiono temporanee.

L’attuale appetito per il rischio presente sui mercati può essere sostenuto da una inflazione bassa e da tassi di interesse bassi”, ha detto il governatore. Ora, ha continuato Knot, “gli effetti dei prezzi energetici sull’inflazione sono temporanei per natura, visto che questi prezzi devono continuare a salire per far crescere anche l’inflazione. Ma l’inflazione è più alta anche a causa delle restrizioni che hanno colpito l’offerta globale, fattore che potrebbe essere meno transitorio”.

Il banchiere ha continuato:

“Credo ancora che l’aumento dell’inflazione sia soprattutto temporaneo, ma dobbiamo prendere in considerazione altri scenari, caratterizzati da una inflazione strutturalmente più alta e da tassi di interesse più alti. Se non lo faremo, in futuro potrebbero verificarsi ribassi shock dei prezzi“.

Vale la pena ricordare che il boom dei prezzi energetici ha portato l’inflazione dell’area euro, nel mese di settembre, a crescere del 3,4%, al ritmo più forte dal 2008.

Tassi BTP e Bund a record da maggio, effetto UK rafforzato da alert Bce

La view ufficiale della Bce è che l’inflazione dell’Eurozona rallenterà il passo l’anno prossimo, grazie allo smorzarsi del rally dei prezzi energetici.

Ancora prima delle dichiarazioni di Knot, il debito sovrano dell’Eurozona era già sotto pressione, sulla scia del sell off che oggi colpisce i titoli di stato UK. Sell off scatenato anche in questo caso dai commenti legati all’inflazione, rilasciati nel fine settimana dal governatore della Bank of England Andrew Bailey e dal suo collega Michael Saunders.

Gli smobilizzi hanno colpito soprattutto i Gilt di breve termine, a fronte del balzo dei rendimenti, che sono schizzati al record dall’inizio del 2020.

In forte rialzo anche i tassi dei titoli di stato svizzeri, con quelli decennali che, pur restando negativi, sono saliti al record dalla fine del 2018, attorno al -0,067%.

I tassi decennali dei Bund tedeschi hanno testato il valore più alto dal mese di maggio, avanzando di più di 2 punti base al -0,116%, dopo essere aumentati di più di 20 punti base il mese scorso, avvicinandosi quasi al territorio positivo.

Le vendite non risparmiano il debito sovrano del made in Italy, con i tassi decennali dei BTP che salgono anch’essi al record dallo scorso maggio, superando la soglia dello 0,90% e avanzando fino allo 0,926%.

Ma non sono “solo” l’effetto Gilt e le parole di Knot a scatenare la fiammata dei rendimenti:

i timori di un’inflazione – e lo spettro che spaventa davvero porta un nome ancora peggiore, quello della stagflazione – sono stati rinfocolati anche dai movimenti dei mercati monetari, che stamattina sono arrivati a prezzare al 100% un rialzo dei tassi da parte della Bce entro la fine del 2022.

Il riferimento è ai futures sull’Eonia con scadenza a dicembre del 2022, che hanno prezzato un aumento dei tassi con una probabilità pari al 100%, all’inizio delle contrattazioni, per poi scommettere con una probabilità superiore all’80% che i tassi vengano alzati di 10 punti base, rispetto alla chance di appena il 60% di venerdì scorso.

La probabilità di un rialzo dei tassi in Eurozona a settembre 2022 è salita inoltre a oltre il 70%, rispetto al 50% della fine della settimana scorsa.

In tutto questo, evidentemente nella Bce di Lagarde cresce il numero di chi teme che l’assunto secondo cui questa inflazione sia davvero transitoria non sia, alla fine, una verità incisa nella pietra, come fa notare anche Antoine Bouvet, strategist senior della divisione dei tassi dell’olandese ING:

“I tassi dell’Eurozona dovrebbero mostrare una maggiore resilienza rispetto a quelli Usa (dei Treasuries) ma, alla fine, l’inflazione sta alimentando timori anche tra gli esponenti della Bce. A fronte di Lagarde, che continua a cercare di rassicurare i mercati in merito al trend dell’inflazione, la parte frontale (della curva dei rendimenti) continua ad anticipare la data del primo rialzo (dei tassi)”.