JP Morgan, il ceo Dimon non ha cambiato idea sul Bitcoin: ‘Non ha nessun valore, ma i nostri clienti sono adulti’
Il Bitcoin non vale niente. Parola di Jamie Dimon, ceo e presidente di JP Morgan.
Nel corso dell’evento dell’Institute of International Finance che si è tenuto ieri, seguito da CNBC Pro, Dimon si è così espresso:
“Personalmente, credo che il Bitcoin non abbia alcun valore”. Ma, ha anche precisato, “non voglio essere un portavoce, non mi interessa. Per me non fa alcuna differenza. I nostri clienti sono adulti e loro non sono d’accordo. Ed è questo quello che fa il mercato. Dunque, se vogliono avere accesso alla possibilità di acquistare Bitcoin, noi – che non ne abbiamo custodia – possiamo comunque dar loro un accesso legittimo e il più possibile pulito”.
Della serie, come si dice, ‘business is business’.
Dimon aveva chiarito la sua opinione sul cripto universo già nel mese di maggio, quando aveva paragonato il Bitcoin alla marijuana.
“Il consiglio personale che dò alle persone è: statene lontani. Questo non significa che i clienti non lo vogliano – aveva detto il ceo della banca numero uno degli Stati Uniti in un’audizione al Congresso americano – Io non fumo marijuana ma se la renderete legale a livello nazionale, di certo non impedirò alla gente di fare soldi con essa”.
Detto questo, il manager ritiene che il successo del Bitcoin verrà proma o poi intaccato dalle varie autorità di mercato del mondo, che non rimarranno certo con le mani in mano, a guardare la diffusione della moneta, che moneta non è neanche:
“Le autorità lo regolamenteranno” – ha insistito Dimon – e io ho sempre creduto che verrà dichiarato illegale da qualche parte, come è avvenuto in Cina. Dunque, penso che (il Bitcoin) sia un po’ l’oro degli stupidi”.
Chi ha pensato che Jamie Dimon si fosse davvero convertito al Bitcoin si è dunque clamorosamente sbagliato? Della conversione si era parlato soprattutto in relazione ad alcune mosse che il colosso di Wall Street ha fatto dopo che Dimon, nel 2017, aveva attaccato la moneta digitale numero uno al mondo, con critiche di ogni tipo: peggio della bolla dei tulipani, perfino una frode.
Il ceo di JPM aveva messo in dubbio l’intelligenza stessa degli stessi investitori:
“La valuta è destinata a non funzionare. Non è possibile un business in cui si inventa una moneta dal nulla, pensando che chi l’acquista sia davvero intelligente”.
Dimon aveva paventato così il peggio, definendo il Bitcoin una “cosa non reale”, che sarebbe esplosa, con qualcuno che si sarebbe fatto, alla fine, male. Addirittura, per chi non se lo ricorda, Dimon aveva minacciato “di licenziare ogni suo dipendente che avesse fatto trading sul Bitcoin per essere stato così stupido”. (dichiarazione del 2017),
Qualche mese dopo quegli affondi, a Wall Street circolavano indiscrezioni secondo cui JP Morgan iniziava a valutare l’opzione di aiutare i suoi clienti a fare trading sul Bitcoin.
Un anno dopo, Dimon in primis si diceva pentito, parlando di blockchain come di qualcosa di reale e rivelando che no, il Bitcoin non era una frode, contrariamente a quanto aveva detto in precedenza.
Nei mesi successivi e fino al 2021, gli analisti della banca americana hanno diramato poi note più o meno bullish sulla moneta digitale: storica è quella con cui il Bitcoin è stato stimato volare fino a 146.000 dollari. Un mese dopo appena, JP Morgan (per la precisione gli strategist del colosso bancario Usa facenti parte del team di Nikolaos Panigirtzoglou) ricordava tuttavia il peccato originale della criptovaluta.
Certo, un conto è ciò che dice Jamie Dimon, un altro è quello che arriva dalla divisione di ricerca del colosso finanziario, ovvero dal team degli analisti.
Nel febbraio del 2019, JP Morgan Chase annunciò che avrebbe dato vita a una moneta digitale chiamata JPM Coin e nell’ottobre del 2020 comunicò di aver creato una nuova divisione dedicata ai progetti aventi per oggetto la blockchain.
Nel mese di agosto di quest’anno, la banca ha permesso ai clienti della sua divisione di wealth management di avere l’accesso ai fondi cripto.
Le dichiarazioni di Dimon non hanno avuto comunque molta presa sui prezzi della criptovaluta che, nelle ore precedenti e per la prima volta dallo scorso maggio, hanno riagguantato la soglia dei 57.000 dollari.
La moneta digitale continua la sua corsa, ed è in rialzo di $3200, o del 6%, da venerdì scorso.