ENI fa la voce grossa in Borsa, utile trimestrale batte le attese
ENI tonica in Borsa in scia alla trimestrale oltre le attese. Il titolo segna +1,4% a 13,1 euro a Piazza Affari.
Il terzo trimestre ha visto l’utile netto adjusted del gruppo ENI attestarsi a 3,73 miliardi di euro, in linea con il trimestre precedente. Le stime di consensus Bloomberg indicavano un utile adj a 3,21 miliardi. L’utile operativo adj si è attestato a 5,77 miliardi di euro (consensus era 4,95 miliardi di euro) nonostante la flessione del prezzo del Brent e la sensibile contrazione dei margini di raffinazione, le fermate produttive non programmate ed altri fenomeni negativi, nonché il deconsolidamento delle società operative angolane conferite alla JV Azule Energy. “Tali fattori sono stati compensati dalle continue iniziative di ottimizzazione e dalle riduzioni dei costi in tutte le linee di business”, rimarca il gruppo del Cane a sei zampe in una nota.
Considerando i primi 9 mesi dell’anno, l’utile netto consolidato è stato pari a €13,26 miliardi. Le attività italiane registrano una perdita netta di circa €1 miliardo che tiene conto principalmente dello stanziamento del contributo straordinario per il settore energia.
La produzione del terzo trimestre 2022 è stata di 1,58 milioni di boe/giorno, in linea rispetto al secondo trimestre 2022 ma in calo del 7% rispetto al terzo trimestre 2021, per effetto del minor contributo del Kazakhstan, della Nigeria e della Norvegia.
Nel terzo trimestre 2022 il flusso di cassa operativo prima del capitale circolante al costo di rimpiazzo adjusted è stato pari a €5,47 miliardi. Nei nove mesi 2022, il flusso di cassa di €16,27 miliardi, raddoppiato rispetto al periodo di confronto, ha finanziato capex organici di €5,5 miliardi, aumentati del 35% a seguito dell’apprezzamento del dollaro USA e delle azioni pianificate post-lockdown, rendendo disponibile un free cash flow organico di €9,3 miliardi per finanziare i fabbisogni di capitale circolante e il ritorno agli azionisti.
Descalzi: già dal prossimo inverno rimpiazzeremo il 50% dei flussi di gas russo
“In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati, Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione. Già dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo facendo leva sul nostro ampio e diversificato portafoglio riserve, sulle partnership di lungo termine con i Paesi produttori e sulla nostra crescente presenza nel business GNL”. Così Claudio Descalzi, AD di Eni.
“Nel trimestre – prosegue Descalzi – abbiamo rafforzato ulteriormente la nostra posizione nella catena del valore del gas grazie all’esplorazione e alle operazioni di acquisizione degli asset gas di bp in Algeria e, nella fase midstream, della nave di liquefazione Tango FLNG per la valorizzazione del progetto gas in Congo. La nostra strategia di decarbonizzazione raggiunge nuovi traguardi fondamentali. Entro l’anno la capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude sarà raddoppiata superando i 2 GW. Il nostro business di Sustainable Mobility cresce in scala e dimensioni facendo leva su un modello innovativo di integrazione verticale con il nascente agri-business per la fornitura di materie prime sostenibili alle nostre bioraffinerie”.
In E&P, aggiunge il top manager, abbiamo proseguito nella nostra strategia di creazione di veicoli geograficamente focalizzati, driver di crescita e di ritorni, di cui ultimo esempio è Azule, la neocostituita JV con bp per la valorizzazione degli asset angolani. “Nel terzo trimestre, nonostante la flessione del prezzo del petrolio e la rapida caduta dei margini di raffinazione, abbiamo continuato a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei nostri business internazionali..Nei nove mesi abbiamo integralmente coperto con l’autofinanziamento gli investimenti e i ritorni di cassa agli azionisti e siamo stati in grado di ridurre il leverage al livello di 0,11, quasi dimezzandolo rispetto alla fine dello scorso anno”, conclude Descalzi.
Plenitude in Borsa il prossimo anno?
Intanto, le ultime indiscrezioni riportate da Bloomberg vedono l’IPO di Plenitude – la controllata del gruppo dedicata alle energie rinnovabili – dovrebbe slittare al 2023 a causa delle turbolenze del mercato che hanno ostacolato la quotazione prevista per quest’anno. ENI punterebbe a una valutazione iniziale di Plenitute di circa 10 miliardi di euro. Eni era stata costretta a ritirare un’IPO su Plenitude a giugno poiché i mercati azionari volatili avevano portato a disaccordi sul prezzo con i potenziali investitori.
Seconda tranche dividendo
In arrivo tra meno di un mese la seconda delle quattro tranche del dividendo 2022. L’entità della cedola sarà di di 0,22 euro rispetto a un dividendo complessivo annuale pari a € 0,88. La cedola è prevista per ciascuna azione in circolazione alla data di stacco cedola del 21 novembre 20222, con messa in pagamento il 23 novembre 2022, in linea con quanto anticipato il 18 marzo scorso in occasione del Capital Markets Day e con quanto deliberato dall’Assemblea dell’11 maggio scorso. Ai possessori di ADRs registrati entro il 22 novembre 2022, quotati alla Borsa di New York e rappresentativi ciascuno di due azioni Eni, la seconda tranche di dividendo distribuita sarà di € 0,44 per ADR, pagabile il 7 dicembre 2022.
Entro fine 2023 arriverà bond retail da 2 miliardi
Il Consiglio di Amministrazione Eni ha deliberato ieri la possibile emissione, entro il 31 dicembre 2023, di uno o più prestiti obbligazionari da collocare presso il pubblico indistinto in Italia e da destinare alla quotazione in uno o più mercati regolamentati, incluso il Mercato Telematico Obbligazionario (MOT), per un ammontare complessivo non superiore a 2 miliardi di euro. I prestiti obbligazionari, che in linea con la strategia finanziaria di Eni saranno emessi nella forma di sustainability-linked bond, perseguiranno l’obiettivo di finanziare eventuali futuri fabbisogni, di mantenere una struttura finanziaria equilibrata e diversificare ulteriormente le fonti finanziarie.