News Notizie Notizie Italia Incubo Mps, investitore UK chiede alla Bce di bloccare aumento di capitale. Operazione ‘illegale’

Incubo Mps, investitore UK chiede alla Bce di bloccare aumento di capitale. Operazione ‘illegale’

27 Ottobre 2022 14:38

Mps rimane osservata speciale a Piazza Affari e non solo. “Investor urges ECB to block €2.5bn rights issue at Italian bank”. Ovvero: “un investitore chiede alla Bce di bloccare l’aumento di capitale di una banca italiana”.

Il riferimento, ovviamente, è al Monte dei Paschi di Siena che, lo scorso 17 ottobre, ha lanciato il tanto atteso rafforzamento patrimoniale.

Dal quotidiano britannico emerge che l’investitore globale, che è attivo in Uk e negli Stati Uniti, detiene un interesse in Mps (non viene precisato tuttavia se l’investitore abbia una posizione short sul titolo Mps).

La richiesta di bloccare l’aumento di capitale è stata presentata dalla società legale RPC, che rappresenta l’investitore, alla vigilanza bancaria della Bce.

Motivo della richiesta è il sospetto che la banca italiana stia acquistando in modo indiretto le proprie azioni. La missiva, che porta la data del 25 ottobre, contesta la maxi commissione da $125 milioni che Mps ha pagato alle banche del consorzio di garanzia e al fondo Algebris: commissione che avrebbe destato già sospetti a Bruxelles, come reso noto ieri dallo stesso FT.

“Non è chiaro, come minimo, il fatto che un investitore privato nella posizione di Mps possa fornire una commissione di sottoscrizione di una tale portata, ad altri, per assicurare l’acquisto dell’inoptato, e quindi dare contribuiti agli acquirenti in modo diretto e indiretto”.

Nella lettera inviata alla Bce, la società legale RPC ha definito l’aumento di capitale di Mps “illegale”, aggiungendo che “l’autorizzazione della Bce dovrebbe essere ritirata e l’emissione delle nuove azioni fermata”.

L’aumento di capitale è inoltre una operazione “che può essere completata solo con la commissione di sottoscrizione”.

Qualche giorno prima del via dell’aumento di capitale, lunedì 17 ottobre, si apprendeva che Mps avrebbe dovuto sborsare alle banche garanti e al fondo Algebris commissioni per un valore di 125 milioni.

La Bce, che non escludeva affatto il rischio di burden sharing, parlava di spese complessive legate all’operazione di aumento di capitale, da parte di Mps, pari a 132 milioni, incluse le commissioni ai Garanti e ad Algebris per un valore, per l’appunto, di 125 milioni.

Una somma che, secondo la Bce in primis, avrebbe avuto ripercussioni negative sulla solidità patrimoniale di Mps, come indicato nel prospetto informativo della banca.

Le commissioni alle banche del consorzio di garanzia per un valore di 125 milioni di euro saranno pagate da una banca che, qualche ora prima del lancio dell’aumento di capitale, presentava una capitalizzazione di mercato inferiore a 100 milioni di euro. E che oggi capitalizza la cifra quasi ridicola di 20 milioni di euro circa, di per sé già a dir poco sproporzionata rispetto al valore della ricapitalizzazione, pari a 2,5 miliardi di euro.

Ieri un altro articolo del Financial Times ha rivelato che le maxi commissioni pagate alle banche garanti e al fondo Albegris sono finite nel radar delle autorità europee, che vigilano sul rispetto delle norme degli aiuti di Stato.

La domanda è se a qualcuna di queste controparti garanti della ricapitalizzazione sia stato fatto alla fine una sorta di regalo, a dispetto dei contribuenti italiani che, con gli 1,6 miliardi di euro che il Tesoro si è impegnato a versare nelle casse del Monte nell’ambito del piano di aumento di capitale, stanno versando di tasca propria nuovi soldi per salvare l’eterna banca impantanata nei guai e a corto di capitale, “senza ricevere nessuna offerta volta a ridurre il rischio” che stanno correndo, “o qualsiasi altra forma di incentivo”, come ha spiegato un funzionario Ue all’FT.

Intanto si apprende che, dopo la Fondazione Cariplo, anche Compagnia di Sanpaolo parteciperà alla ricapitalizzazione del Monte. Così l’agenzia di stampa Radiocor: “La discesa in campo delle due big del sistema delle Fondazioni di origine bancarie da’ il segnale alla dozzina di enti grandi Fondazioni ‘grandi’ contattate dal ministero dell’Economia per cercare di ridurre l’inoptato dell’aumento di capitale che si aggira attualmente sui 400 milioni”.

Il titolo Mps viaggia attorno a 1,96 euro, ormai da giorni sotto la soglia di 2 euro. A un valore inferiore ai 2 euro, agli investitori conviene acquistare le azioni del Monte direttamente in Borsa e non nell’ambito dell’operazione di ricapitalizzazione, visto che in questo secondo caso il prezzo è superiore, pari a 2 euro per azione, a cui Borsa Italiana ha applicato un fattore di rettifica di 0,20837017.

Va ricordato che, la scorsa settimana, le nuove azioni sono partite a Piazza Affari al valore teorico di 2,063, mentre i diritti di opzione al valore di 7,837. L’ultimo giorno di adesione all’aumento di capitale è il 31 ottobre 2022.

Quasi azzerato il valore dei diritti di opzione, sprofondati ieri di oltre l’87% a 0,025 euro.

I diritti di opzione per sottoscrivere nuove azioni Mps possono essere esercitati dal 17 ottobre 2022 al 31 ottobre: quelli che non saranno esercitati entro il termine del periodo di opzione saranno offerti su Euronext Milan all’asta dell’inoptato il 1 e il 2 novembre 2022. I diritti di opzione acquistati durante questa potranno/dovranno essere poi esercitati entro il 3 novembre.