Orcel (UniCredit) e la risposta alla domanda su Mps. Il commento su operazioni M&A
Mps non fa parte dei piani di UniCredit. Lo ribadisce il numero uno di Piazza Gae Aulenti, in un’intervista rilasciata a La Stampa in cui spiega anche il motivo per cui la banca italiana, in generale, non persegua a tutti i costi una strategia incentrata sull’M&A, ovvero sulle operazioni di fusione e acquisizione.
“In Italia abbiamo una banca con un utile pre-tasse in crescita del 32%, una redditività di capitale del 14% e i costi al 45% dei ricavi: performance in aumento. Nei prodotti più attraenti e a basso assorbimento di capitale, come le polizze unit linked o i danni, abbiamo quote di mercato elevate, per questo ho sempre detto che le acquisizioni non servono ad ogni costo”, sottolinea il ceo di UniCredit, ribadendo quanto detto più volte in passato, ovvero che, anche guardando al futuro, “le aggregazioni vanno fatte solo laddove siano in grado di aggiungere valore”.
Ancora, ha sottolineato Orcel, “c’è un altro aspetto: quando si fa un’acquisizione, a volte, si rischia di distogliere l’energia delle persone dall’esecuzione del piano industriale. Per quanto riguarda Unicredit è la prima volta in 15 anni che arriviamo a una possibile crisi con una banca diversa, centrata e con linee di difesa robuste”.
Tornando al caso di Mps, che lo scorso 17 ottobre ha lanciato un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, Orcel ha preferito rispondere con un No Comment. Così a La Stampa:
“Su questo non commento. Credo che Siena con l’aumento di capitale abbia scelto la sua strada, che rispetto, e vada avanti come noi stiamo facendo ora. La mia ossessione, piuttosto, è far emergere quanto miglioramento c’è nella banca, dove potremo estrarre più valore di qualsiasi operazione straordinaria”.
Ieri il ceo di UniCredit aveva risposto così sul caso Mps alla televisione Bloomberg:
“La priorità su cui si concentra l’intera organizzazione (UniCredit) è l’esecuzione del Piano”. La realizzazione del piano industriale UniCredit Unlocked, ha aggiunto il ceo Orcel, “sta creando miliardi di valore, molti di più di qualsiasi eventuale operazione di acquisizione ed è su questo che continuiamo a concentrarci”.
UniCredit ha annunciato ieri, mercoledì 26 ottobre, i conti relativi al terzo trimestre e ai primi nove mesi dell’anno 2022.
Esclusa la Russia l’utile netto si è attestato a €1,3 miliardi, in calo del 9,9% su base trimestrale, ma in rialzo del 31,1% su base annua. Inclusa la Russia, l’utile netto è stato pari nel terzo trimestre a €1,7 miliardi, meglio delle attese del consensus, che aveva stimato per la banca guidata Andrea Orcel un utile netto contabile di 1,004 miliardi inclusa la Russia. Utile superiore anche all’outlook di Bloomberg, che aveva previsto un utile netto a 1,05 miliardi. Nel complesso, nei primi nove mesi del 2022, l’utile netto di UniCredit è salito a 4 miliardi, valore che ha superato l’intero anno 2021.
I ricavi totali esclusa la Russia sono ammontati nel terzo trimestre €4,5 mld, in rialzo dello 0,2 per cento trim/trim e in del 4,5 per cento a/a.
“Al netto dell’impatto negativo una tantum legato al TLTRO III, i ricavi totali si sono attestati a €4,8 mld, in rialzo del 7,2 per cento trim/trim e in rialzo del 11,8 per cento a/a, spinti dalla crescita del margine d’interesse, grazie al contesto dei tassi d’interesse e ai proventi da attività di negoziazione che riflettono l’attività commerciale”. Il consensus aveva previsto ricavi totali per un valore di 4,51 miliardi di euro.