Wall Street: Alphabet e Microsoft stramazzano il Nasdaq, indice in calo fino a -2%. Meta attesa al varco
Le trimestrali di Alphabet-Google e di Microsoft zavorrano il Nasdaq, che cade subito di oltre il 2% in avvio di seduta. Le due Big Tech hanno annunciato risultati di bilancio bocciati dal mercato.
I sell off si abbattono su entrambi i titoli, con un effetto contagio che colpisce altre azioni del comparto tecnologico, come Meta Platforms e Amazon, che arretrano del 4% circa.
Alle 15.45 ora italiana, il Dow Jones è piatto, in rialzo di appena lo 0,08% a 31.861 punti circa; lo S&P 500 arretra dello 0,69% a 3.832, mentre il Nasdaq Composite cede l’1,70% a quota 11.006 punti.
Tra le blue chip si mette in evidenza Boeing, che avanza dell’1%, nonostante il colosso aerospaziale Usa abbia annunciato di aver concluso il terzo trimestre dell’anno con una perdita inattesa.
Il gigante Usa ha riportato una perdita per azione di $6,18, rispetto all’attivo per azione di 7 centesimi atteso dal consensus.
Boeing ha incassato un fatturato di $15,96 miliardi, decisamente inferiore ai $17,76 miliardi stimati dal consensus.
Tornando invece alle due grandi protagoniste delle ultime ore, Alphabet, la holding a cui fa capo Google, ha annunciato di aver riportato nel terzo trimestre dell’anno utili e un fatturato inferiori alle attese, comunicando contestualmente la decisione di rallentare la crescita delle assunzioni. L’eps di Alphabet si è attestato a $1,06, meno degli $1,25 attesi, secondo le stime di Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $69,09 miliardi, inferiore ai $70,58 miliardi previsti; le entrate pubblicitarie di YouTube si sono attestate a $7,07 miliardi, livello inferiore ai $7,42 miliardi previsti, secondo le stime elaborate da StreetAccount; il fatturato della divisione Google Cloud è stato pari a $6,9 miliardi, meglio dei $6,69 miliardi attesi. I costi di acquisizione del traffico sono stati pari a $11,83 rispetto ai $12,38 attesi. Il titolo Alphabet scivola di oltre -7%.
Reazione negativa alla pubblicazione della trimestrale anche da parte di Microsoft, con le quotazioni che scivolano del 7% circa.
La Big Tech americana ha annunciato di aver concluso il terzo trimestre dell’anno con utili e un fatturato migliori delle stime; tuttavia, il fatturato della divisione cloud ha deluso le attese, così come è stata deludente la guidance fornita dal colosso. In particolare, l’utile per azione si è attestato a $2,35, meglio dei $2,30 per azione attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $50,12 miliardi, meglio dei $49,61 miliardi previsti.
Tuttavia, riguardo alla guidance, Microsoft ha reso noto di stimare per il suo secondo trimestre fiscale (quarto trimestre dell’anno), un fatturato compreso tra $52,35 miliardi e $53,35 miliardi, in rialzo del 2% prendendo in considerazione la metà del range atteso. Gli analisti avevano previsto invece un fatturato di $56,05 miliardi. Inoltre il margine lordo di Microsoft si è attestato nel terzo trimestre (primo trimestre fiscale) al 69,2%, deludendo l’outlook di StreetAccount, pari al 69,8%.
Osservata speciale è anche Meta Platforms, che pubblicherà i conti relativi al terzo trimestre oggi, dopo la fine della giornata di contrattazioni.
Meta Platforms annuncerà i conti del terzo trimestre domani, mercoledì 26 ottobre, dopo la fine della sessione a Wall Street.
Il consensus di Zacks prevede un utile per azione a $1,82, in calo del 43,5% su base annua, su un fatturato di $27,44 miliardi, in ribasso del 5,4% su base annua.
Negli ultimi giorni è arrivata la stangata di Bank of America, con l’analista Justin Post che ha rivisto al ribasso il rating su Meta da “buy” a “neutral”, citando i timori legati al trend delle entrate pubblicitarie, alla competizione e alle ambizioni sul metaverso.
Il target price a 12 mesi è stato sforbiciato dal precedente $196 a $150.
Il titolo Meta Platforms è stato tra i 5 peggiori performer di tutto l’S&P 500, incassando una perdita pari a -59,66% nei primi nove mesi del 2022.
Dall’inizio dell’anno, la fuga dalle azioni Meta si è tradotta in un crollo pari a -61,5%, rispetto alla flessione del 30% circa dell’indice Nasdaq 100, mentre dal giorno dell’annuncio relativo alla decisione di cambiare il nome da Facebook a Meta, ovvero dal 28 ottobre del 2021, la caduta è stata pari a -59%.
L’altro ieri l’azionista di lungo termine di Meta, Altimeter Capital Management, è sbottato, inviando una lettera aperta ai vertici della società americana, firmata dal presidente e ceo della società di investimenti, Brad Gerstner.
Gerstner ha scritto nero su bianco che Meta ha troppi dipendenti e che si sta muovendo anche troppo lentamente nel cercare di conservare (ed è il caso di dire, anche ripristinare) la fiducia degli investitori. Il consiglio per risollevarsi? Tagliare il personale del 20% e porre un argine alle spese che il gruppo sta facendo, investendo tanti fin troppi bigliettoni verdi nella tecnologia del metaverso che, secondo molti altri esperti di mercato, sta diventando il chiodo fisso del ceo di Meta, Mark Zuckerberg.