Wall Street: futures Usa in rialzo di oltre +1%, effetto positivo da annunci made in UK
Futures Usa in solido rialzo a Wall Street, dopo la settimana scorsa in cui la borsa Usa ha prima sofferto un tonfo storico, per poi segnare una rimonta altrettanto impressionante, nella stessa seduta (quella di giovedì).
Wall Street era crollata dopo la pubblicazione del dato relativo all’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo, che aveva messo in evidenza l’accelerazione dell’inflazione core.
Nella stessa sessione del crollo, sorprendente era stata la rimonta degli indici, con l’indice S&P 500 che, durante la sessione, aveva oscillato all’interno della forchetta di trading più ampia dal marzo del 2020, mentre il Dow Jones rimbalzava di 1.300 punti dai minimi intraday testati nelle ore precedenti.
Protagonista, dopo la diffusione del dato, la paura per una Fed costretta e essere, in risposta a un’inflazione ostinata, ostinata anch’essa per sconfiggere la piaga del boom dei prezzi.
La prossima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, è in calendario il prossimo 1-2 novembre e l’annuncio di una nuova stretta di 75 punti è ampiamente scontato.
Per Wall Street, il bilancio della settimana è stato negativo, con l’indice S&P 500 che ha segnato una flessione dell’1,6% su base settimanale.
Oggi rassicura gli indici il dietrofront dei tassi dei Treasuries Usa: quelli decennali scendono al 3,9651%, dopo aver superato la soglia del 4% diverse volte, nel corso dell’ultima settimana.
In ribasso di sei punti base i tassi dei Treasuries a due anni, quelli più sensibili alle decisioni di politica monetaria, che viaggiano attorno al 4,4496%, dopo aver superato la soglia del 4,5% per la prima volta dal 2007.
Il sentiment positivo sui mercati è sostenuto anche dalle dichiarazioni del nuovo ministro delle finanze in UK, Jeremy Hunt, che ha annunciato, nel tentativo di porre un freno alle vendite che hanno attaccato gli asset del Regno Unito dopo il piano di maxi tagli alle tasse comunicato dal suo predecessore Kwasi Kwarteng – licenziato dalla prima ministra Liz Truss – l’azzeramento di gran parte delle misure contenute nel programma.
Alle 12.45 ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono di 300 punti circa (oltre +1), i futures sullo S&P 500 avanzano dell’1,23% e quelli sul Nasdaq dell’1,4%.
L’attenzione rimane sulle banche Usa, dopo la carrellata dei conti relativi al terzo trimestre, che sono stati sfornati venerdì scorso dai colossi del calibro di JP Morgan, Morgan Stanley, Wells Fargo e Citigroup.
In generale, le banche americane hanno riportato solidi risultati, a eccezione di Morgan Stanley, la cui trimestrale è stata deludente.
Oggi, prima dell’inizio della giornata di contrattazioni, toccherà a Bank of America pubblicare il proprio bilancio, mentre domani sarà il turno di Goldman Sachs.
Diffonderanno i conti, nei prossimi giorni della settimana, anche Netflix, Tesla e IBM, così come Johnson & Johnson, United Airlines, AT&T, Verizon e Procter & Gamble, tra molte altre.
A Wall Street continuano a tenere banco i timori di rialzi dei tassi aggressivi da parte della Fed, volti a sconfiggere le fiammate dell’inflazione, tali da far scivolare l’economia americana in recessione.
Dai risultati delle banche Usa di venerdì scorso è emerso il doppio effetto sui bilanci delle strette monetarie firmate da Jerome Powell & Co.
Da un lato, le banche hanno assistito a un miglioramento della redditività, confermato da corposi rialzi del margine netto di interesse. Dall’altro lato, la paura di una recessione e dunque della maggiore difficoltà di famiglie e imprese a onorare il rimborso dei crediti ricevuti, si è tradotta in un aumento degli accantonamenti, per far fronte al rischio di una crescita dei crediti deteriorati-NPL.