AIE: OPEC+ taglia produzione, mondo sull’orlo di una recessione
L’OPEC+ ha deciso di ridurre la produzione la scorsa settimana, facendo salire i prezzi e ciò potrebbe portare l’economia mondiale in recessione. L’alert arriva dall’Agenzia Internazionale dell’Energia.
“L’inarrestabile deterioramento dell’economia e l’aumento dei prezzi innescato dal piano di riduzione dell’offerta dell’OPEC+ stanno rallentando la domanda mondiale di petrolio”, ha dichiarato l’agenzia parigina. “Con l’incessante pressione inflazionistica e l’aumento dei tassi d’interesse, l’aumento dei prezzi del petrolio potrebbe rappresentare il punto di svolta per un’economia globale già sull’orlo della recessione”. L’avvertimento dell’agenzia evidenzia una spaccatura con l’Arabia Saudita, primo esportatore di petrolio al mondo e leader de facto dell’OPEC. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha giurato “conseguenze” non specificate per le relazioni con l’Arabia Saudita dopo la decisione dell’OPEC+, ma Riyadh ha respinto le critiche e ha detto che la mossa non era politica e mirava a bilanciare il mercato e a frenare la volatilità.
Le perdite effettive di fornitura saranno probabilmente di circa 1 milione di barili al giorno e non dei 2 milioni di barili annunciati dal gruppo OPEC+, che riunisce il club dei produttori e alleati come la Russia. I vincoli di capacità che affliggono la produzione di altri membri dell’OPEC fanno sì che l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti realizzino la maggior parte delle riduzioni, secondo l’AIE, mentre le nuove sanzioni del G7 e dell’Unione Europea contro la Russia potrebbero ulteriormente restringere l’offerta globale.
Questo mese l’UE ha approvato un piano del G7 per imporre un tetto ai prezzi delle esportazioni di petrolio russo, un complesso insieme di nuove sanzioni globali volte a privare Mosca delle entrate dopo la sua invasione dell’Ucraina.Tuttavia, qualsiasi grave interruzione dei flussi di petrolio russo, anche per gli acquirenti non appartenenti all’UE o al G7, potrebbe far aumentare i prezzi in tutto il mondo e causare dolore economico ai cittadini dei Paesi sanzionatori, già alle prese con un’inflazione e un costo della vita elevati.