Mercati europei con i piedi di piombo: guardano a Bce, BoE e alert FMI. A Wall Street si tenta la ripresa
Cautela in premercato per le borse europee idopo la dichiarazione del governatore della Bank of England Andrew Bailey, che ha annunciato ieri che il programma che la banca centrale UK ha lanciato per iniettare liquidità nella parte finale della curva dei titoli di stato del Regno Unito (Gilt) terminerà nella giornata di venerdì, così come pianificato.
Un articolo del Financial Times ha riportato tuttavia che gli acquisti dei Gilt potrebbero invece proseguire: l’incertezza su cosa faranno Bailey & Co. per frenare i sell off sui titoli di stato UK pesa sull’azionario globale, così come pesa l’ennesima chiusura negativa degli indici S&P 500 e Nasdaq Composite, in rosso ieri per la quinta sessione consecutiva in rosso.
Lo S&P 500 è sceso dello 0,65% a 3.588,84 punti. Il Nasdaq Composite ha perso l’1,10% a 10.426,19, chiudendo al minimo dal luglio del 2020. Il Dow Jones Industrial Average è salito di 36,31 punti (+0,12%), a quota 29.239,19.
Non aiutano certo il sentiment le nuove previsioni sulla crescita del Pil mondiale, che l’Fmi, il Fondo Monetario Internazionale, ha pubblicato ieri aggiornando il World Economic Outlook (WEO).
L’istituzione di Washington ha annunciato di aver tagliato l’outlook sulla crescita dell’economia globale per il 2023 di 0,2 punti percentuali rispetto alle stime di luglio, stimando una espansione del 2,7%. A parte i trend del Pil durante la crisi finanziaria globale e nel picco della pandemia Covid-19, nel 2023 si assisterà “al tasso di crescita più debole dal 2001”. Il Pil mondiale del 2022 è atteso ancora stabile con una crescita del 3,2%, quasi dimezzata tuttavia dall’espansione del 6% del 2021.
“Il peggio deve ancora arrivare, e per molte persone il 2023 sarà come vivere una recessione”, si legge nel rapporto dell’Fmi, che ricalca gli avvertimenti già lanciati dalle Nazioni Unite, dalla Banca Mondiale e da molti amministratori delegati.
Focus in Europa anche sulle dichiarazioni dell’esponente del Consiglio direttivo della Bce e presidente della banca centrale di Francia Francois Villeroy de Galhau, che ha detto che “le preoccupazioni sull’arrivo di una recessione (nell’area euro) non devono impedire alla Bce di alzare i tassi” e che “il livello dell’inflazione implica che la Banca centrale europea deve essere determinata”.
Villeroy ha agitato anche lo spettro del Quantitative Tightening, ovvero della riduzione del bilancio della Bce, gonfiato a un valore di quasi 9 trilioni di euro con l’acquisto massiccio di asset (vedi titoli di stato, BTP in primis) lanciato negli ultimi anni.
In Asia l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso piatto, con una variazione pari a -0,02%, a 26.396,83 punti. Peggio Hong Kong, che sta riuscendo a limitare i danni a una perdita dello 0,80% circa, dopo essere scivolata fino a -2%, sulla scia dei sell off sui titoli hi-tech.
Il Kospi della borsa di Seoul è salito dello 0,47%, Sidney +0,04%, Shanghai +0,90%.
Wall Street tenta la ripresa: i futures sul Dow Jones salgono dello 0,65%, i futures sullo S&P 500 avanzano dello 0,80%, quelli sul Nasdaq balzano di oltre +1%.