Italia: mercati al varco, lista ministri primo vero test del governo Meloni
Un 2022 “al cardiopalma” è quello che stiamo attualmente vivendo e che sta per terminare e secondo Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity e Rocco Bove – Head of Fixed Income di Kairos, ci aspetta ancora tanta volatilità ed è quindi necessario avere prudenza.
Il contesto geopolitico europeo, l’inflazione, l’atteggiamento delle Banche Centrali, il ciclo economico e il costo dell’energia sono i fattori che stanno determinando l’esito di questo difficile 2022 affermano gli analisti.
I fattori che guideranno la fine dell’anno
Sicuramente i primi tre trimestri sono stati completamente diversi da quello che era lecito aspettarsi un anno fa. Per il 2022, afferma Trabattoni, ci aspettavamo un anno di ripartenza, dopo due anni di Covid, e invece siamo finiti direttamente in una guerra che ha complicato tutto quanto. Alcuni fattori, in primis l’inflazione, dipendono però essenzialmente dal costo dell’energia, che a sua volta è accentuato e aggravato dalla situazione in Ucraina. I mercati equity ne hanno risentito molto, in particolare il mercato europeo, perché è quello più coinvolto da questa situazione. L’aspetto positivo di questa situazione è il ritorno d’interesse per i fondi flessibili. Oggi, sostiene Trabattoni, dobbiamo ancora difenderci in una situazione dove la visibilità è poca e l’incertezza è tanta. I fattori di incertezza sono quelli che condizionano prevalentemente i mercati equity. La prima risposta che l’Europa è chiamata a dare in modo univoco è sul tema dell’energia. È necessario tenere presente che il conto della bolletta energetica ha una grossa influenza sulla produzione di molti beni, con il conseguente spostamento dei livelli di competitività molto forti. In questo purtroppo l’Italia sicuramente non è tra i Paesi più avvantaggiati, anche perché noi siamo molto dipendenti dal gas e probabilmente, come ci dicono le fonti governative, riusciremo a far fronte all’emergenza di quest’anno nel medio periodo.
Notizia positiva, secondo Rocco Bove è che dopo tanti anni in cui la ricerca di rendimenti è stata esasperata da una politica di tassi a zero, in maniera troppo veloce e in maniera troppo violenta, sicuramente con eccessiva volatilità, oggi i rendimenti obbligazionari sono tornati ad essere assolutamente interessanti, sia in termini assoluti sulle curve dei governativi, ma anche in termini relativi, andando a cercare delle nicchie di investimento nel mondo obbligazionario. E questo ovviamente amplia il campo e tante strategie che negli ultimi 5 anni abbiamo dovuto tenere un po’ nel cassetto, hanno recuperato un’efficienza finanziaria che fino adesso non avevano. Chiaramente, tutto questo dipende da come andrà il ciclo economico, da quanto profonda sarà la recessione, da quanto tempo ci metterà l’inflazione per far vedere un po’ di inversione di tendenza, e non ultimo, anche dall’atteggiamento delle Banche Centrali.
Uno sguardo all’Italia
Forse sull’Italia almeno una buona notizia c’è: uno dei fattori di volatilità che era sotto gli occhi di tutti, ovvero le elezioni, al momento appare passata senza grandi scossoni. Lo spread Btp-Bund è rimasto sostanzialmente invariato, un “non evento” in questo momento con il mondo preso da altri temi, le elezioni italiane sono passate un po’ sottotraccia. Ma il vero test del nuovo governo sarà la presentazione della lista dei ministri, tanto più ci saranno persone di carisma e di autorità in questa lista, tanto meglio sarà sicuramente per quanto verrà recepita dal mercato.