In Italia carrello spesa mai così caro da luglio 1983. Inflazione monstre anche in Ue
Nuova fiammata dell’inflazione in Italia che arriva a segnare a settembre un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente).
È necessario risalire a luglio 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +12,2%) per trovare una crescita dei prezzi del “carello della spesa”, su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+11,1%). Così rende noto l’Istat secondo cui questa volta, infatti, non sono i Beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova accelerazione dell’inflazione, ma sono soprattutto i Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti tensioni inflazionistiche che stanno attraversando quasi tutti i comparti merceologici.
Le reazioni delle associazioni dei consumatori
L’inflazione all’8,9% determina una stangata per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia “tipo”, pari a + 2.734 euro, di cui 657 euro solo per la spesa alimentare, conto che sale a +3.551 euro annui per una famiglia con due figli. Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. “Siamo di fronte ad uno tsunami economico senza precedenti, e la crescita dei prezzi al dettaglio è destinata purtroppo ad aggravarsi nelle prossime settimane – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il maxi-aumenti del +59% delle bollette elettriche che scatteranno dall’1 ottobre, e i nuovi incrementi del gas alle porte, spingeranno al rialzo l’inflazione, non potendo imprese, esercizi commerciali e attività produttive assorbire costi energetici così elevati, che saranno inevitabilmente scaricati sui listini al pubblico”.
“Il rischio è quello di un crollo verticale dei consumi delle famiglie negli ultimi mesi del 2022, con effetti a cascata sull’economia. Per tale motivo chiediamo al nuovo Governo di disporre subito il taglio dell’Iva sugli alimentari, che a settembre hanno registrato una impennata dell’11,8% con ripercussioni per +657 euro a famiglia, e sui generi di prima necessità, in modo da alleggerire la spesa delle famiglie e contenere gli effetti disastrosi dell’inflazione” – conclude Rienzi.
“Italiani nei guai! L’inflazione sta svenando gli italiani! Un terremoto si sta abbattendo sulle famiglie, svuotando il loro conto in banca, visato che certo lo stipendio non può più bastare per arrivare a fine mese. Urge un nuovo bonus per le famiglie, ma deve essere almeno il triplo rispetto ai 200 euro del Governo Draghi, così da coprire almeno quasi tutte le maggiori spese per mangiare e bere” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Per cibo e bevande, infatti, decollati dell’11,8%, una famiglia pagherà in media 665 euro in più su base annua. Una batosta che sale a 907 euro per una coppia con 2 figli, 819 per una coppia con 1 figlio. Nel caso delle coppie con 3 figli, poi, si ha una mazzata record di 1084 euro nei dodici mesi” prosegue Dona. “Per quanto riguarda l’inflazione nel suo complesso, il +8,9% significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2956 euro su base annua, di cui 1211 per abitazione, elettricità e combustibili, 940 per il solo carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 2738 euro. In media per una famiglia il rincaro è di 2336 euro, 691 per il solo carrello della spesa. Il primato spetta ancora una volta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una scoppola pari a 3321 euro, 1116 per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona” conclude Dona.
Inflazione eurozona tocca il 10%
Anche a livello di eurozona le cose non si mettono bene. Secondo Eurostat l’indice dei prezzi al consumo della zona segna +10% contro +9,7% atteso dal consensus. Si tratta di un nuovo record dall’introduzione della moneta unica.
L’energia dovrebbe avere il tasso annuo più alto a settembre (40,8%, rispetto al 38,6% di agosto), seguita da cibo, alcol e tabacco (11,8%, rispetto al 10,6% di agosto), beni industriali non energetici (5,6% , rispetto al 5,1% di agosto) e servizi (4,3%, rispetto al 3,8% di agosto). Secondo gli esperti di Oxford Economics, con la BCE completamente concentrata sulle letture dell’inflazione, l’aumento odierno dell’inflazione dell’eurozona solleciterà un’altra risposta da falco, con la riunione politica di fine ottobre che dovrebbe portare a un ulteriore rialzo di 75 pb.