Venerdì nero per il Ftse Mib, sbandano vistosamente titoli oil e banche
Venerdì nero per Piazza Affari che conclude in forte affanno una settimana che è stata condizionata dalla paura che i rialzi aggressivi dei tassi da parte della Fed vadano avanti ancora a lungo portando a una recessione da molti vista come inevitabile. Oltre al tonfo delle azioni, oggi si è confermato il sell-off sulle obbligazioni con i Treasury a due anni arrivati in area 4,2% (top dal 2007), mentre i Btp italiani a 10 anni si sono spinti fino al 4,25% (nuovi massimo dal 2013) in vista anche dell’appuntamento delle elezioni politiche italiane di domenica 25 settembre.
Ad alimentare il sentiment negativo in Europa è stata anche la tornata di PMI con quello relativo al settore servizi sceso ai minimi di 19 mesi e quello del settore manifatturiero ai minimi di 27 mesi. L’attività delle imprese si è contratta per tutto il terzo trimestre. “Ciò conferma la nostra opinione che la recessione potrebbe essere già iniziata” sostengono gli esperti di Ing secondo cui allo stesso tempo, l’aumento di agosto dei prezzi dell’energia si sta traducendo in una maggiore pressione sui prezzi.
Il Ftse Mib, già reduce dall’oltre -1% della vigilia, cede in chiusura il 3,36% a quota 21.066 punti. Tra le big di Piazza Affari ribassi consistenti per Banco BPM (-4,42%) e Intesa (-4,75%). Giù anche Unicredit (-4,02%) reduce dal rally della vigilia con le parole del Ceo Orcel su revisione al rialzo della guidance 2023 che hanno spinto il titolo ai massimi a quasi 7 mesi.
Tra i peggiori anche i titoli oil: Tenaris (-8,31%) e Eni (-4,74%) con le quotazioni del petrolio scivolate indietro di circa il 6% sui minimi da gennaio complici i timori recessivi.