Sell off a Wall Street, Dow Jones -400 punti. Panico tassi e annuncio shock tasse UK gelano i mercati
Wall Street e l’azionario globale pagano il doppio effetto del panico tassi e dell’annuncio nel Regno Unito del piano di tagli alle tasse più ambizioso dagli anni ’80. Alle 16.10 ora italiana, il Dow Jones scivola di quasi 400 punti (-1,28%), a 29.691 punti; lo S&P 500 arretra dell’1,65% a 3.696 punti; il Nasdaq Composite perde l’1,87% a 10.860 punti.
In UK l’annuncio del taglio shock alle tasse è arrivato direttamente dal nuovo cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, del governo di Liz Truss.
La sforbiciata alle tasse UK sarà notevole: l’aliquota più alta dell’imposta sul reddito del 45% che si applica ai redditi superiori alle 150.000 sterline sarà abolita. Questo significa che l’aliquota più alta diventerà di conseguenza quella pari al 40%, mentre l’aliquota di base sarà ridotta al 19% dal prossimo aprile.
Il Tesoro UK ha ammesso, riporta il Guardian, che 660.000 tra i britannici che percepiscono i redditi più alti beneficeranno dell’abolizione dell’aliquota più alta del 45%, risparmiando in media 10.000 sterline l’anno.
Kwarteng ha affermato inoltre che la Gran Bretagna spenderà circa 60 miliardi di sterline (67 miliardi di dollari) per sovvenzionare le bollette del gas e dell’elettricità per i prossimi sei mesi per le famiglie e le imprese.
Il piano di stimoli, che include anche altre misure, porterà il Tesoro UK a emettere titoli di stato gilt aggiuntivi (leggi debito aggiuntivo), per l’anno fiscale corrente, per un valore di 72 miliardi di sterline, al fine di finanziare le ingenti misure di stimoli fiscali che sono state approvate.
La notizia mette immediatamente sotto pressione gli asset britannici, in particolare i titoli di stato e la sterlina.
Nei confronti del dollaro Usa, la valuta UK si appresta a concludere la settimana con la perdita peggiore degli ultimi due anni, dopo aver testato un nuovo minimo degli ultimi 37 anni, a $1,1019. Al momento cede più del 2% rischiando anche quota $1,10.
Crollano anche i bond UK, portando così i rendimenti a due anni a schizzare al record dall’ottobre del 2007, e i tassi decennali a balzare al valore più alto dal 2010. I tassi a 10 anni UK, in particolare, riportano la fiammata più fort3e dal 1998, con un balzo di 26 punti base al 3,759%.
Sotto pressione sul mercato del forex è anche l’euro, precipitato ai nuovi minimi record dall’ottobre del 2002 nei confronti del dollaro Usa, bastonato dalle vendite dopo la pubblicazione degli indici Pmi dell’area euro, che hanno messo in evidenza la contrazione dell’attività economica del blocco.
La moneta unica scende di oltre 1 punto percentuale scivolando fino a $0,9730, nei confronti del dollaro.
A fronte dell’euro, è diametralmente opposto il trend del biglietto verde, con il Dollar Index balzato a 112,30 punti, al valore più alto dal maggio del 2002.
Il dollaro beneficia della view più hawkish della Fed, che questa settimana ha alzato i tassi di 75 punti base per la terza volta consecutiva, al nuovo range compreso tra il 3% e il 3,25%, al record dal 2008.
La Fed di Jerome Powell si appresta ad alzare ulteriormente i tassi, nella sua lotta contro l’inflazione, a dispetto dell’alert sul rischio di recessione-hard landing negli Usa.
Prosegue la marcia rialzista dei rendimenti dei Treasuries Usa, che schizzano verso l’alto guardando a una Fed determinata ad alzare nuovamente i tassi, in modo aggressivo.
Treasuries Usa, con quelli a due anni, che sono i più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, che sono schizzati anche oltre il 4,2%, posizionandosi al record degli ultimi 15 anni, ovvero dal 2007, pari al 4,266%. Al momento continuano a correre, riportando un balzo di 12 punti base, al 4,119%, stando a quanto riportato dalla Cnbc.
A prezzare lo scenario di ulteriori strette monetarie aggressive, oltre all’azionario, è dunque anche il mercato del reddito fisso.
Boom anche per i rendimenti dei Treasuries a 10 anni, in crescita al 3,829%, nei pressi dei livelli massimi dal 2011. I tassi decennali hanno fatto poi dietrofront, oscillando attorno al 3,693%.
In Europa si mette in evidenza il tonfo dell’indice Ftse Mib, che crolla di oltre il 3%, in vista anche dell’appuntamento delle elezioni politiche italiane di domenica, 25 settembre.