Borsa Tokyo chiusa, forti sell a Sidney e Seoul. Focus su yen dopo primo intervento Giappone sul forex dal 1998
Borse asiatiche negative, in una sessione orfana della borsa di Tokyo, che vede protagonista comunque l’attenzione sullo yen, dopo che le autorità giapponesi hanno annunciato di essere intervenute sul mercato valutario per la prima volta dal 1998, al fine di frenare il collasso della moneta giapponese nei confronti del dollaro Usa.
Lo yen viene scambiato al di sotto della parità sul dollaro Usa a quota 142,33, dopo essersi rafforzato a 140 nei confronti del dollaro Usa, prima di tornare in area 142.
“A nostro avviso, il Ministero delle Finanze (del Giappone) dovrebbe convincere il Tesoro Usa a partecipare all’intervento”, ha commentato in una nota riportata dalla Cnbc Joseph Capurso di Commonwealth Bank of Australia, sottolineando che un intervento isolato del Giappone “fallirebbe nell’arco di poche settimane”.
Incide sul sentiment la terza sessione negativa di Wall Street, dopo il rialzo dei tassi da parte della Fed, che ha proceduto alla sua terza stretta monetaria consecutiva, portando i tassi al record dal 2008, nel range compreso tra il 3% e il 3,25%.
Lo S&P 500 ha chiuso ieri in calo dello 0,8% a 3.757,99 punti, il Nasdaq Composite è scivolato dell’1,4% a 11.066,81 e il Dow Jones Industrial Average ha segnato un ribasso di 107,10 punti, o -0,3%, a quota 30.076,68.
Alle 7 circa ora italiana, la borsa di Shanghai cede più dell’1%, Hong Kong segna un ribasso dello 0,85%, peggio Sidney con un ribasso di oltre -2% e Seoul che scivola dell’1,7%.
Focus sulla decisione degli analisti di Nomura di tagliare l’outlook sulla crescita del Pil cinese del 2023 dal 5,1% al 4,3%: citato il rischio che la politica di Zero Covid venga portata avanti, e il timore di un balzo delle infezioni dopo un possibile reopening della Cina nel mese di marzo dell’anno prossimo.
Nomura si affianca agli economisti di Goldman Sachs, che hanno rivisto al ribasso le loro previsioni sul Pil della Cina dal 5,3% al 4,5% per il 2023.